No indifferenza burocratica. Se statuto impedisce azione politica si cambi

Ore 14.55 – “Sono addolorato e dispiaciuto per la scelta fatta da 139 iscritti di lasciare il Pd di Pistoia. Lo sarei stato anche se si fosse trattato di poche persone, perche’ e’ segno che il Pd non riesce ancora a vivere ovunque come una forza politica che si apre – e non teme – la partecipazione e il pluralismo”.
Lo afferma il vice presidente del Senato Vannino Chiti.
“Ritengo sinceramente sbagliata – aggiunge Chiti – la scelta dei 139 iscritti, non solo per il momento nel quale avviene – e cioe’ nella imminenza di un difficile confronto elettorale per il comune di Pistoia – ma anche perche’ suona come rinuncia a condurre una battaglia nel Pd per affermare le proprie convinzioni. Per questo rivolgo loro un invito a ripensarci. La situazione determinatasi nel Pd a Pistoia e’ frutto anche di scelte negative, che interpretano la vita di un partito come plasmata dalla presenza sostanzialmente esclusiva delle maggioranze del momento, quelle congressuali o addirittura quelle risultanti alle primarie. E’ una impostazione errata: ha caratterizzato i comportamenti della destra nelle istituzioni e noi li abbiamo combattuti. Figuriamoci se puo’ avere cittadinanza in un partito. Preoccupa anche l’impotenza degli organismi dirigenti, a tutti i livelli, che avevano ben presente quanto stava accadendo. Se lo statuto impedisce l’azione politica, si cambi: non ci paralizzi. Ora bisogna rimboccarsi le maniche e mettere in campo un impegno ancora piu’ in grande per assicurare al centrosinistra la guida della citta’. Ma – e’ la conclusione del vice presidente del Senato – questa vicenda non potra’ essere archiviata con indifferenza burocratica: all’indomani delle elezioni dovra’ essere affrontata con serieta’ e fermezza”.