L’indagine giudiziaria che sta colpendo la Lega è seria e pesante: ha scosso quel movimento fino alla radici, provocando prima le dimissioni del suo tesoriere, poi una vera e propria resa dei conti interna, fino alle dimissioni del suo leader e fondatore Umberto Bossi. Vengono tristemente ammainate parole d’ordine, del resto arroganti e sbagliate, come ‘Roma ladrona’ e ‘purezza lumbard’. Sarebbe tuttavia un errore archiviare così questa vicenda. Questo ennesimo scandalo finisce per colpire, di nuovo, il sistema dei partiti nel suo insieme, minando una volta di più il già fragile rapporto di fiducia con i cittadini. Bisogna reagire con determinazione, prima di tutto approvando entro l’estate una legge rigorosa sui rimborsi elettorali. L’aspetto irrinunciabile dovrà essere il controllo esterno dei bilanci dei partiti, attraverso società riconosciute di certificazione e l’erogazione del rimborso a precise condizioni di trasparenza e democrazia nell’organizzazione delle forze politiche.

È da accogliere seriamente – e non, come spesso avviene, come semplice forma di cortesia – l’invito rivolto alle Camere dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a intervenire in questa direzione con una legge. A questo proposito va sottolineato che, ad oggi, il Pd è l’unico partito che sottopone il bilancio a certificazione esterna: l’invito è che ogni forza politica che gode del finanziamento pubblico, scelga subito di fare altrettanto ancor prima della decisione del Parlamento. Da queste vicende emerge anche in tutta la sua virulenza l’impotenza democratica e la permeabilità a fenomeni di corruzione di partiti di tipo personale, fondati non su congressi e sulla partecipazione di iscritti ed elettori, ma sul comando dall’alto, su presunte qualità carismatiche del capo. Insomma, è il fallimento di una politica basata sulla sola comunicazione ad effetto, priva di ogni riferimento a valori e di ogni serietà e coerenza programmatica, tutta giocata sui soli sondaggi e sull’esibizione personale. Queste logiche sono prevalse in settori ampi della destra, ma senza dubbio hanno intaccato e talvolta condizionato anche i modi di essere della sinistra e delle forze progressiste. Per uscire da questo tramonto della dignità e del ruolo della politica, occorre dunque approvare leggi efficaci e rigorose sul ruolo dei partiti, come indicato dall’articolo 49 della Costituzione, ma al tempo stesso costruire una nuova cultura e una nuova stagione dell’ impegno civile e democratico dei cittadini. I partiti vanno ricostruiti e rinnovati, non aboliti.