Nei prossimi giorni il governo presenterà un provvedimento volto a riformare il nostro sistema fiscale. Se fatto bene, si tratterà di un passo importante su cui l’Italia è in forte ritardo. Le tasse in ogni paese servono a finanziare la sanità, la scuola, i trasporti, la messa in sicurezza del territorio, in generale tutti i servizi erogati dal “pubblico”. Abbiamo la necessità di rendere il nostro fisco più equo, maggiormente indirizzato alla redistribuzione della ricchezza. In primo luogo è importante spostare il carico delle tasse dal lavoro alle rendite finanziarie e ai patrimoni. Un primo passo è stato fatto con la manovra economica di dicembre, in cui peraltro si sarebbe potuto intervenire con maggiore incisività introducendo stabilmente la patrimoniale. Farà bene il governo – se saranno confermate le intenzioni trapelate nelle scorse ore – a destinare i proventi della lotta all’evasione fiscale alla riduzione delle tasse per i ceti sociali più in difficoltà. In questo modo si opererebbe non solo nel senso di una maggiore giustizia, ma si darebbe un primo impulso al potere d’acquisto dei cittadini, sostenendo la qualità della loro vita e la ripresa dell’economia.
Dobbiamo cambiare profondamente il sistema fiscale. Il malcostume dell’evasione fiscale crea un costante “buco” di circa 120 miliardi nel bilancio dello Stato. È apprezzabile il messaggio di rigore che sta lanciando il governo e il rinnovato impegno con cui l’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza stanno compiendo accertamenti in diverse località italiane. Questa battaglia di civiltà deve servire a recuperare grandi risorse da destinare all’alleggerimento delle tasse a carico dei lavoratori – in particolare quelli dipendenti che da sempre sopportano il maggior onere delle tasse – dei pensionati e delle imprese. Bisogna premiare gli investimenti, l’impegno di chi lavora con dedizione, il coraggio dei giovani che decidono di lanciare nuove imprese o far nascere nuove famiglie.
La riforma fiscale deve anche essere l’occasione per orientare l’economia verso la sostenibilità ecologica, attraverso meccanismi premianti per i comportamenti virtuosi e per la green economy: una società più giusta pone la sostenibilità sociale e ambientale in cima ai suoi doveri. I nuovi settori legati all’economia verde possono portare occupazione e sviluppo.