L’evasione fiscale, nelle sue enormi dimensioni, è un malcostume italiano, un costante “buco” nel bilancio dello Stato. Il contrastarla è fondamentale perché il risanamento dei conti venga realizzato nel modo più equo possibile e per avere un sistema fiscale più giusto. Ogni anno, si registrano circa 120 miliardi di evasione. La manovra finanziaria del governo Monti ammonta a circa 30 miliardi, un quarto del furto ai cittadini onesti rappresentato dall’evasione. Se vogliamo pagare meno tasse, se vogliamo – cittadini e imprese – godere delle stesse opportunità e di servizi pubblici efficienti, ognuno deve contribuire in proporzione ai redditi, ai patrimoni e ai fatturati. È giusto che il governo inserisca in un prossimo provvedimento l’impegno a destinare alla riduzione delle tasse, in primo luogo dei lavoratori dipendenti e dei pensionati, parte dei proventi dalla lotta all’evasione.
Chi voglia rafforzare nel nostro paese i principi di legalità non può non apprezzare il rinnovato vigore con cui l’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza stanno compiendo accertamenti in diverse località italiane. Gli esponenti della destra, che hanno espresso sconcerto per i controlli, farebbero bene a indignarsi per la vergogna di ricchi che si fingono poveri, di quanti incassano migliaia di euro in nero in un solo giorno. La lotta all’evasione fiscale non si fa solo con gli accertamenti occasionali, ma queste operazioni hanno un forte valore simbolico. Del resto l’opinione pubblica sta dimostrando una maggiore sensibilità su questo tema, per troppi anni sottovalutato. Non è vero che il fisco agisca solo con queste operazioni, da alcuni definite “spettacolarizzazioni mediatiche”: con gli strumenti messi a disposizione dalla legge, conduce quotidianamente e lontano dai riflettori una battaglia di civiltà. Il governo Prodi del 2006-08 mise in campo strumenti efficaci per contrastate l’infedeltà fiscale: dalla tracciabilità dei pagamenti all’elenco “clienti-fornitori”, alla pubblicazione on line delle denunce fiscali. Il governo Berlusconi-Tremonti indebolì o abolì questi strumenti.
Adesso con il governo Monti siamo tornati sulla strada giusta. Bisogna realizzare – come avviene nei paesi anglosassoni – un fisco nel quale ogni cittadino pretenda – anche perché gli conviene potendo detrarre le spese nel pagamento delle tasse – la ricevuta fiscale; un ordinamento che preveda severe condanne al carcere per i più grandi evasori, altrettanto e la cancellazione dall’albo della professione, per commercialisti disonesti che aiutano a frodare lo Stato.
È su questa strada che dobbiamo procedere: trasparenza, responsabilità, mentalità nuova. Le regole della legalità, dell’uguaglianza dei cittadini davanti ai diritti e ai doveri scritti nelle leggi, non si aggirano: si rispettano.
PROVENTI PROVENIENTI DA LOTTA EVASIONI DESTINATI A DIMINUIRE LE TASSE DI TUTTI (DI TUTTI PERO’)ALLARGHEREBBE CONSENSO
L evasione e una malattia e noi dobbiamo trovare la cura ! mi sembra che con il nuovo anno qualche risultato si sta ottenendo la continua cura a questo male spero presto porti la cura definitiva per tutti noi per l italia
Caro Aldo, destinare parte dei proventi della lotta all’evasione fiscale alla riduzione delle tasse, a partire dai lavoratori dipendenti e dai pensionati, è giusto e doveroso dal momento che ove possibile dobbiamo ridurre la pressione fiscale e, soprattutto, abbiamo la necessità di aumentare il potere da’acquisto dei cittadini e delle famiglie.
Cara Sabrina, sono d’accordo: dobbiamo contrastare l’evasione con la massima determinazione. Il nuovo governo sta lavorando bene su questo fronte, anche se il Pd aveva chiesto che nella manovra di dicembre si inserissero altri provvedimenti – oltre a quelli previsti – per condurre questa battaglia in maniera ancora più efficace. Riuscire a ridurre in maniera stabile l’evasione, portandola almeno alla media europea, significherebbe disporre, ogni anno, di alcune decine di mliardi di euro con cui ridurre il debito pubblico, destinare risorse agli investimenti, al welfare e alla riduzione della pressione fiscale.