La vita è strana. Talvolta può anche essere bella, cioè piena di sorprese. Chi avrebbe mai potuto dire a un bambino nato nella provincia toscana da una coppia di operai agricoli – siamo nell’immediato dopoguerra – di poter diventare un giorno sindaco e perfino ministro? Eppure è accaduto. Il protagonista di questa fantastica avventura si chiama Vannino Chiti, il personaggio che abbiamo intervistato. Un’escalation, la sua, certamente non priva di meriti acquisiti sul campo perché non erano molti, in quegli anni durissimi, i figli di operai agricoli che avrebbero messo in cima alle loro aspirazioni una laurea in filosofia, naturalmente ottenuta con 110 e lode. Potremmo qui argomentare – ma il ragionamento ci porterebbe fuori dal seminato che vogliano percorrere – perché nel caleidoscopio del genere umano una persona debba nascere così naturalmente dotata – anche la volontà, oltre all’intelligenza, è pur sempre un dono ricevuto – accanto ad altri esseri di più modeste qualità e ambizioni. Siamo nel campo aperto delle grandi disuguaglianze nel genere umano, che non sono soltanto quelle del censo ma anche, e più pesantemente, quelle che la natura si diverte a comporre…