Dopo la breve interruzione per le festività, riprende a pieno ritmo l’attività istituzionale: la priorità è quella di varare politiche per lo sviluppo. L’agenda del governo Monti è fitta e i primi provvedimenti sono annunciati entro due settimane.
Le liberalizzazioni sono indispensabili per intaccare alcune posizioni di rendita in diversi settori economici e favorire l’accesso dei giovani, la concorrenza e il merito. Una riforma del mercato del lavoro deve rafforzare l’economia e impedire che diventi incolmabile il fossato tra precari e gli altri lavoratori. Bisogna ridurre il numero dei contratti rispetto alla pletora oggi esistente, eliminando tutte le forme di precariato, e riformare il sistema degli ammortizzatori sociali, che devono essere estesi a tutto il mondo del lavoro. La lotta all’evasione fiscale è un dovere: fa bene Monti a sottolineare che chi non paga le tasse sottrae denaro ai cittadini onesti. Non pagare le tasse, secondo il proprio reddito e patrimonio, colpisce la coesione e la solidarietà: è un reato e prima ancora un comportamento immorale. La destra farebbe bene a esprimere sconcerto non per i controlli, ma per la vergogna di ricchi che si fingono poveri. Infine, servono interventi e investimenti nella politica industriale e nelle infrastrutture. Il governo Monti è al lavoro in questa direzione e il Partito Democratico sosterrà la sua azione, ma, come ha sottolineato Bersani, è importante fissare un metodo per il confronto tra governo e gruppi parlamentari, così da definire bene interventi e tempi.

L’anno e mezzo che abbiamo davanti potrà portare novità significative anche nel sistema politico-istituzionale. Abbiamo bisogno di una democrazia che sia capace di assicurare partecipazione, trasparenza, efficacia nell’azione di governo. Il metodo giusto è quello di una mozione di indirizzo, da approvare sia al Senato che alla Camera, che contenga le scelte per il superamento del bicameralismo perfetto; per la riduzione del numero dei parlamentari; per il rafforzamento del governo parlamentare attraverso l’introduzione della sfiducia costruttiva; per una legge elettorale che garantisca ai cittadini di scegliere maggioranze di governo e rappresentanti nelle istituzioni.  La mozione dovrà anche contenere tempi precisi per l’approvazione delle riforme. Se avremo compiuto tutti questi passi necessari, nel 2013 potremo dire di aver dato concretamente avvio alla rinascita del nostro paese.