MONTALE. “Religioni e politica nel mondo globale”: si fonda sull’interpretazione di queste due realtà l’ultimo libro del vicepresidente del Senato Vannino Chiti. L’autore presenterà il volume stasera nel corso di una serata a Villa Smilea. L’incontro, a ingresso libero, avrà luogo a partire dalle 21 con la partecipazione del proposto di Montale don Paolo Firindelli.

 «Un tempo la politica era vista come un servizio verso i cittadini e il territorio. Non le pare che negli ultimi anni l’idea tradizionale sia mutata o che sia cambiato l’approccio degli eletti nei confronti di essa?»
«Ci sono teorie che concepiscono la politica come uno scontro tra schieramenti avversi, in cui l’importante è solo vincere, cercare di conquistare i luoghi del potere. Teorie di questo genere sono riuscite a far diventare quasi termini criminali parole come mediazione e compromesso, che al contrario costituiscono il cuore di una politica con la P maiuscola. Una simile concezione inevitabilmente genera delle conseguenze: alla forza delle idee si va a sostituire la fedeltà personale, che vale fino a un certo punto. Ad ogni livello istituzionale possono verificarsi cambiamenti nelle posizioni di partenza; sta all’eletto, per un suo dovere etico, dimettersi e ricominciare da capo. La società italiana ha bisogno di ricostruire dei valori comuni che vadano oltre le divisioni religiose e politiche, valori che si trovano a portata di mano, direttamente nella nostra Costituzione.»

«Alla luce degli ultimi avvenimenti, cosa possono fare le istituzioni per risollevare la situazione economica dell’Italia?»
«Un primo passo è già stato compiuto. Occorre avere autorevolezza e credibilità a livello internazionale. Il nostro Paese ogni anno paga 80 miliardi di euro per pagare gli interessi sul debito; una spesa che non ci possiamo permettere per il nostro futuro. Bisogna attuare un risanamento fatto con equità, che non vada a colpire come sempre i pensionati e il mondo del lavoro dipendente e autonomo. Dobbiamo lottare per abbattare il fenomeno dell’evasione fiscale attraverso misure che si fondino sulla tracciabilità dei pagamenti. Per questi motivi sarebbe giusta una patrimoniale. A tutto questo vanno aggiunte misure che garantiscano il rilancio economico del Paese. In Parlamento, il presidente Monti ha enunciato degli importanti obiettivi come la modernizzazione delle infrastrutture e il riconoscimento di sgravi fiscali per chi assume donne e giovani a tempo indeterminato.»

 «Da mesi AnsaldoBreda si trova in condizioni di grande precarietà. Quali prospettive per una delle aziende più vitali della città?»
«Sono abbastanza preoccupato. Il gruppo negli anni è riuscito a vincere importanti commesse, a dimostrare una grande competitività sul mercato, eppure la situazione è stata aggravata da tutta una serie di motivi. Anche in questo caso è necessario fare squadra, condurre un’azione nei confronti del nuovo governo che ci permetta di creare a livello nazionale un polo moderno dei trasporti. L’Italia deve sforzarsi di mantenere la sua capacità di innovazione su settori di frontiera come questo. Dall’amministratore del gruppo ci aspettiamo un progetto industriale che abbia un senso, che non si ponga come obiettivo la distruzione e la svendita di AnsaldoBreda.»

Massimo Vituliano