«Saranno primarie aperte, voteranno non solo gli iscritti, ma i cittadini. Ma non è un dramma, soprattutto se sarà un’occasione di confronto con la società e sui programmi dei diversi candidati alla segreteria regionale del Partito democratico». Vannino Chiti, vicepresidente del Senato, da settembre 2010 è il commissario del Pd del Lazio. Da allora ancora non è stato espresso un segretario regionale. Sembrava possibile un’intesa sulle procedure per eleggere il segretario in assemblea. Ma alla fine l’accordo non c’è stato e oggi Chiti annuncerà il calendario delle primarie, che si svolgeranno il 12 febbraio (ma c’è in ballo anche la data del 5 febbraio).
All’esterno emerge l’immagine dell’ennesima divisione nel Pd. Correnti, sottocorrenti, la solita frantumazione.
«Non è così. Lo statuto del Pd prevede chiaramente il ricorso alle primarie anche per le cariche all’interno del partito. Per agire diversamente serviva un accordo unanime: non sul nome, ma sulla procedura. Visto che non c’è stato si fanno le primarie che, ripeto, sono una importante occasione di confronto con la società e fra i programmi dei candidati».
Fino all’ultimo però sembrava pronto l’accordo per eleggere il segretario in assemblea.
«Con franchezza dico che nel partito c’è – e vale anche per il sottoscritto – chi ritiene che le primarie siano giuste per scegliere i candidati per le istituzioni, ma che i dirigenti del partito, come il segretario regionale, vadano scelti dagli iscritti. Per questo fino all’ultimo ho fatto il possibile perché fosse possibile eleggere il segretario regionale in assemblea. Ma fino a quando lo statuto è quello, senza un accordo unanime è giusto fare le primarie. Non penso che sia un problema di tatticismi. Lo ripeto: sono una grande occasione se non si trasformano in uno scontro sterile fra candidati, ma in un confronto vero sui programmi con la società per costruire un’alternativa alla destra».
Fatto sta che lei ormai è commissario nel Lazio da 14 mesi e a febbraio sarà quasi un anno e mezzo…
«Ma il mio compito finisce con l’indizione delle primarie. In questi mesi andavano fatti i congressi di circolo, di federazione, ci sono stati i referendum».
Zingaretti dice che andranno fatte le primarie anche per scegliere il candidato a sindaco dì Roma?
«Non c’è dubbio, la strada è quella».
Mauro Evangelisti