Ore 12.17 – “La decisione di conferire al Consiglio nazionale palestinese lo status di partner della democrazia e’ di grande rilievo. Non e’ soltanto un atto di fiducia e di amicizia nei confronti del Consiglio nazionale palestinese: e’ un investimento sulla necessita’ di realizzare accanto allo Stato di Israele, uno Stato per i palestinesi. E’ l’espressione della volonta’ dei parlamenti europei di assicurare che i due Stati siano democratici e vivano in rapporti di reciproco rispetto”.
Lo ha affermato il vice presidente del Senato Vannino Chiti nel corso del suo intervento all’Assemblea del Consiglio d’Europa, sulla decisione di conferire al Consiglio nazionale palestinese lo status di ‘partner della democrazia’.
“Lo Stato di Israele – ha proseguito Chiti – ha il diritto di esistere e vivere nella sicurezza e nella pace. Nell’assumere con convinzione questa decisione, il Consiglio d’Europa pone non solo obiettivi generali, validi per qualunque Stato voglia assumere con noi il ruolo di Partner della democrazia, quali l’abolizione della pena di morte, la liberta’ di informazione, quella religiosa, la data per elezioni presidenziali, parlamentari e locali; vengono fissati anche fondamentali impegni, legati alla situazione in Medio Oriente, che saranno decisivi per la verifica entro due anni, dei progressi compiuti in questa nostra collaborazione. Mi riferisco al riconoscimento, da parte di tutte le componenti del Consiglio palestinese, del diritto all’esistenza dello Stato di Israele; al rifiuto della violenza; alla condanna del terrorismo e alla lotta aperta contro le sue manifestazioni; alla fine di ogni illegale ingresso di armi nella striscia di Gaza e in Cisgiordania; infine alla liberazione del soldato Gilad Shalit. Sono convinto, che la decisione di oggi, possa contribuire a realizzare in Medio Oriente pace, coesistenza pacifica, cooperazione tra gli Stati e i Popoli. Mi auguro che riprendano i negoziati tra israeliani e palestinesi. Che il governo israeliano sospenda i programmi di nuovi insediamenti di coloni, oggettivamente di ostacolo al positivo esito dei negoziati. Che Israele riprenda il cammino tracciato dal primo ministro Rabin, martire della pace”.