Stiamo attraversando una fase molto delicata, caratterizzata dall’aggravarsi della crisi economico-finanziaria. Dalla società giunge alle istituzioni una richiesta forte di maggiore sobrietà e di rigore. Mai come oggi, mentre si chiedono sacrifici agli italiani, abbiamo il dovere di riavvicinare i cittadini alle istituzioni.
In Parlamento si discute di misure per il pareggio del bilancio dello Stato entro il 2013, obiettivo necessario e condivisibile portato avanti però dalla destra con una manovra ingiusta e inefficace.
In tutta Italia, in questi stessi giorni, è in corso una raccolta di firme per un referendum che abroghi l’attuale legge elettorale, il cosiddetto ‘porcellum’, facendo così rivivere la ‘legge Mattarella’. Si tratta di una sfida da vincere a tutti i costi. Il ‘porcellum’ è una pessima legge, che impoverisce la nostra democrazia. I cittadini italiani non ne possono più di votare per liste bloccate dei partiti, non conoscono neppure i parlamentari che hanno eletto. La prima mossa che possiamo fare per sanare la frattura tra cittadini e istituzioni è spazzare via questa legge.
La destra non ha l’intenzione di approvarne una nuova. L’unico modo per riuscirci è il ricorso allo strumento più diretto della democrazia: il referendum. Una volta che avremo raccolto le 500.000 firme necessarie e dopo che avremo cancellato questa legge elettorale vergogna, toccherà al Parlamento fare il suo dovere e approvarne una nuova, che consenta ai cittadini di scegliere con il loro voto maggioranze di governo e rappresentanti in Parlamento. Il Pd ha già depositato in Parlamento una sua proposta di legge e una riduzione del numero dei parlamentari: 200 senatori e 300 deputati sono sufficienti per selezionare in modo più qualificato la nostra classe dirigente e rendere più efficiente la nostra democrazia. Dobbiamo imporne l’approvazione.
Se poi le Camere dovessero dimostrarsi incapaci di approvare una nuova legge elettorale, andare a votare con il ‘Mattarellum’ sarebbe comunque un passo in avanti, perché almeno tornerebbe ad essere garantito un rapporto diretto tra candidati e cittadini, e poi tra eletti e cittadini.
È possibile firmare in tante città d’Italia. Andiamo tutti a metterci la faccia: dimostriamo che gli italiani vogliono contare e sanno assumersi le loro responsabilità per l’avvenire del paese.