Ore 10.08 – “Trovo assurdo e incomprensibile che tra le misure anti-crisi venga previsto di spostare alla domenica successiva la celebrazione del 25 aprile, del 2 giugno e del 1/o maggio. E’ una scelta che mi appare strumentale: non passa certo da qui il risanamento ne’ la soluzione ai problemi di produttivita’ del sistema paese. Sono date storiche, che hanno segnato la sconfitta del nazifascismo, la nascita della Repubblica e la valorizzazione di quel lavoro che la Costituzione, nel suo primo articolo, pone a fondamento dell’Italia stessa”.
Cosi’ il vice presidente del Senato, Vannino Chiti.
“Il presidente degli Stati Uniti non penserebbe mai – dichiara Chiti – di spostare alla domenica successiva la celebrazione del 4 luglio, il ‘Giorno dell’Indipendenza’ americana, ne’ in Francia si permetterebbero mai anche solo di pensare di cambiare data al 14 luglio, giorno emblematico, che sta alla Francia come il 25 aprile sta all’Italia. Senza quel sangue, quelle sofferenze e quel movimento di popolo non sarebbe mai nata l’idea di cittadinanza ne’ quei valori di uguaglianza, liberta’ e fraternita’  che sono alla base della Repubblica.
Americani e francesi non acconsentirebbero mai allo spostamento di queste ricorrenze. Celebrarle e’ un ‘fattore d’integrazione’ che dobbiamo preservare e non possiamo permetterci di indebolire. A maggior ragione – sottolinea il vice presidente – nell’anno in cui si celebra il 150/mo anniversario dell’Unita’ d’Italia, non dobbiamo colpire le nostre radici comuni e quei principi che ci rendono orgogliosi di essere italiani. Del resto sono proprio quei principi che costruiscono l’identita’ di un popolo e lo rendono capace di affrontare sacrifici per il futuro del paese”.