La crisi è profonda ed è necessario cambiare linea nell’azione di governo.
Confindustria e le altre organizzazioni d’impresa, banche, Cgil e Cisl artigiani, commercianti, agricoltori: tutti insieme hanno chiesto al governo discontinuità e “un patto per la crescita”.
Le parti sociali si sono dunque schierate apertamente sferzando un governo privo di iniziativa, mentre il presidente del consiglio, completamente ripiegato sui suoi problemi, negli anni ha sottovalutato la portata della crisi.
Il Partito Democratico e le altre opposizioni hanno preso l’iniziativa di un incontro con le parti sociali, per concordare un’agenda di priorità, in grado di rilanciare lo sviluppo.
Questa estate sarà amara per tante famiglie italiane alle prese con un lungo elenco di aumenti. Nuovi ticket, addizionali più care, bollette salate, ritocchi verso l’alto dei biglietti dei trasporti: un salasso che andrà a pesare di più sui cittadini a basso reddito. Il record assoluto spetta alle tariffe dei traghetti aumentate in un anno di un terzo, contro il 15% degli aerei e il 9% dei treni.
Per chi può andare in vacanza si registrano incrementi sensibili sui pacchetti viaggio, sui prezzi degli stabilimenti balneari: gli stessi campeggi costeranno di più. Non va meglio a chi rimane in città: per i pendolari lombardi e veneti, ad esempio, sono aumentati, dal primo agosto, i biglietti del trasporto locale. E le utenze domestiche registrano incrementi significativi legati al protrarsi delle elevate quotazioni petrolifere. Il gas è aumentato del 7,4% in un anno, mentre l’energia elettrica del 5%.
Tutto ciò mentre la CGIA di Mestre (Associazione Artigiani e Piccole Imprese) ha lanciato un nuovo allarme: al ritorno delle vacanze sarebbero a rischio ben 76mila posti di lavoro per operai e impiegati.
Anche un’elaborazione sulle stime Istat e Prometeia evidenzia l’alto potenziale di disoccupazione all’orizzonte per il prossimo autunno.
A pagare il prezzo più alto saranno ancora una volta le fasce più deboli del mercato del lavoro: giovani, donne e stranieri. Tutte e tre queste categorie hanno raggiunto tassi di disoccupazione molto elevati. I primi il 29,6%, le seconde il 9,6% ed i terzi il 12,1%.
Le stime di CGIA vanno di pari passo con quelle del centro studi di Confindustria secondo cui nel 2010 il calo dell’occupazione nelle imprese associate non si è certo ridotto ma l’onda lunga della crisi ha comportato in Italia un crollo per l’occupazione. Gli unici ad essere consapevoli di questa grave situazione sono le parti sociali e l’opposizione. Il Governo appare incapace di formulare proposte efficaci.
Alla fine, bontà sua, Silvio Berlusconi ha rotto gli indugi e ha deciso di presentarsi alla Camera e al Senato. Lo abbiamo ascoltato ma  il Partito Democratico non ha fiducia nelle sue ricette.
L’Italia ha bisogno di coesione, di responsabilità, di credibilità: l’attuale governo non è in grado di garantirle. Non si tratta, come dice Alfano, di piegarsi alla legge dei mercati: si tratta di avere forza e autorevolezza politica per poterli fronteggiare.
Il primo ministro Zapatero ha annunciato che in Spagna si svolgeranno a novembre le elezioni anticipate per permettere al Paese e al nuovo governo di affrontare al meglio la grave crisi economica che attanaglia anche quella nazione. Questo significa che, a differenza del nostro premier, Zapatero ha il senso dell’interesse del Paese.
In Italia un ostacolo serio alla ripresa è rappresentato dalla permanenza di Silvio Berlusconi a Palazzo Chigi. La credibilità e l’autorevolezza non sono tutto, ma contano molto. Noi faremo con serietà, in ogni caso, la nostra parte, nell’interesse dell’Italia.
Imprese e sindacati hanno incontrato il governo con un documento comune chiedendo “subito interventi su fisco, costi politica, municipalizzate, infrastrutture ed energia”. La crisi va affrontata ora: un ulteriore ritardo sarebbe disastroso. Come ha efficacemente sottolineato il segretario della Cisl, Bonanni: “la speculazione non va in ferie”. A questa richiesta il governo ha risposto con azioni di mera propaganda. Sebbene annunciata con grande clamore, la relazione del Ministro Tremonti alle commissioni Affari costituzionali e Bilancio di Camera e Senato è stata sconcertante e ha messo in evidenza la mancanza di idee e anche la compattezza della maggioranza di governo. Bene hanno fatto tutti i leader dell’opposizione ha denunciarlo. Giuste le parole di Bersani quando ha sottolineato come il governo “non ha neppure dimostrato di saper prendere i toni giusti nei confronti del Paese e dell’opposizione”. Unico aspetto positivo è l’accelerazione impressa agli eventi  così come chiedevamo noi e questo anche grazie all’intervento del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ha prontamente convocato sia gli esponenti della maggioranza che quelli dell’opposizione per fare il punto della situazione e invitando a prendere presto misure che siano però  improntate a equilibrio e responsabilità. Ma anche la convocazione straordinaria del Consiglio dei ministri del 12 agosto, per varare un decreto che faccia fronte alla crisi è solo una misura di facciata.