(ANSA) – ROMA, 21 LUG – Una scelta morale e personale, quella del ‘no’ al rinnovo delle missioni fatta da Roberto Castelli, apre, insieme ad altri elementi che hanno fatto saltare l’intesa bipartisan raggiunta sul rinnovo del decreto al Senato, un nuovo fronte politico tra Pdl e Lega.
Per ora tutti nella maggioranza gettano acqua sulla improvvisa tensione esplosa ieri mattina in aula a Palazzo Madama che ha portato al rinvio del voto sul dl. L’opposizione parla invece di un governo alla sbando, senza politica estera invitando Roberto Castelli a dimettersi dalla carica di vice ministro all’Economia.
La convergenza tra la riserva ”personale” di Castelli, nettamente contrario alla missione in Libia, e il voltafaccia del governo all’intesa raggiunta ieri notte in Senato sui 17 milioni di euro da impegnare, sotto la voce cooperazione, nelle aeree di nostro intervento militare, ha fatto subito pensare male alle opposizioni. Si tagliano i soldi necessari a dare la giusta cornice all’azione di pace dei nostri soldati; si annunciano riserve ”personali” che, in politica estera, non sono tollerabili. E’ stato proprio il voltafaccia sulla cooperazione nelle aree di intervento a far saltare il banco con la richiesta, in apertura di seduta di stamane, di chiarimenti al governo e, poco dopo, la proposta avanzata dal Presidente di turno dell’Assemblea, Vannino Chiti, di cercare quelle ampie convergenze che tali decisioni debbono giustamente raccogliere rinviando. Insomma un tentativo di ridiscutere quello che il governo aveva cassato. Da cio’ la proposta di rinviare l’esame degli emendamenti e il voto a martedi’ prossimo, dopo un ulteriore passaggio chiarificatore in commissione Difesa. La convergenza tra il ‘no’ di Castelli e il ”taglio” richiesto da Tremonti ha fatto subito dire a Francesco Rutelli che ”da un lato la Lega mina la componente militare della missione;
dall’altro il ministro dell’Economia compie un gesto perfido mettendone in discussione la componente civile” con la sua opposizione alle spese relative della voce ‘cooperazione’.
Il capogruppo del Carroccio Federico Bricolo e quello del Pdl Maurizio Gasparri hanno subito rassicurato: la posizione di Castelli non avra’ conseguenze sulla posizione leghista in Aula.
”Non c’e’ nessun problema di maggioranza collegato al decreto missioni. La sinistra sta cercando come al solito di strumentalizzare tutto allo scopo di creare inutili tensioni”, ha spiegato il capogruppo del Carroccio. Gasparri ha subito aggiunto che tutti i gruppi hanno accolto la proposta di Chiti
di rinviare a martedi’ il voto per cercare una ulteriore intesa ma la frizione Pdl-Lega, visto il contesto politico generale, e’ ben presente anche se la battagliera componente maroniana al Senato e’ molto piccola e i rischi di spaccatura ridotti al minimo.
”C’e’ la volonta’ di approvare il decreto con rapidita’ ed anche con l’approfondimento necessario sui non numerosi emendamenti tenendo conto, ripeto, del proficuo lavoro svolto in Commissione ieri notte”, segnala Gasparri. Anna Finocchiaro, dopo la discussione di oggi, dice che si sta volgendo in maniera del tutto chiara e ”sotto gli occhi di tutti la vicenda di una crisi politica all’interno del governo e della stessa maggioranza. La Lega tiene in mano le sorti del governo, e ieri lo ha dimostrato decidendo con il suo comportamento i voti della Camera e del Senato, decidendo la fine e la sopravvivenza della maggioranza. Oggi sta avvenendo lo stesso in Senato”.
(Di Paolo Cucchiarelli)