In questi giorni l’Italia sta subendo un attacco speculativo. Le criticità del nostro paese sono determinate innanzi tutto dall’alto debito pubblico che ci trasciniamo come un pesante fardello. Ma le speculazioni finanziarie, così come le valutazioni negative delle agenzie di rating, sono anche il frutto del quadro politico nazionale. La salute non ottimale delle nostre finanze pubbliche richiederebbe la presenza di una guida forte e autorevole. Ci troviamo invece guidati da un governo e da una maggioranza attraversati da divisioni e risse tra partiti e anche tra singoli ministri. A ciò si aggiungono vicende giudiziarie, scandali, episodi di corruzione ormai accertati, come per il cosiddetto Lodo Mondadori, che influenzano negativamente – per la non credibilità che proiettano sul paese – i mercati finanziari. Mentre l’Italia affronta questi temi la Lega si trastulla con annunci di improbabili spostamenti di ministeri al Nord, addirittura per il 23 di luglio: uffici di rappresentanza senza senso, spreco assurdo di denaro pubblico. Il Partito Democratico e le opposizioni stanno dando una prova di responsabilità e di impegno per la coesione nazionale, come ha sollecitato il Presidente Napolitano. Ci siamo impegnati a presentare, insieme all’Udc e all’Idv, pochi emendamenti, utili a migliorare la manovra finanziaria – necessaria per mettere in sicurezza i conti pubblici e porci al riparo dai rischi di speculazione –  e rafforzare la posizione dell’Italia. Il decreto legge varato dal governo resta un provvedimento iniquo, perché colpisce le fasce più deboli della popolazione, e insufficiente, dal momento che non si pone obiettivi di rilancio del paese. Resta una pagina non scritta quella di riforme strutturali indispensabili all’Italia. Per noi è indispensabile unire misure di rigore e politiche per lo sviluppo, il lavoro, la ripresa dell’economia. Nel Paese vi sono energie e risorse per affrontare con coraggio le sfide che ci attendono e costruire un futuro positivo. Dobbiamo avere fiducia e trasmetterla ai cittadini. È necessario un impegno unitario delle forze economiche e sociali. Contro i rischi derivanti dalla speculazione finanziaria servono anche politiche pubbliche improntate alla fermezza: da tre anni il Partito Democratico chiede al governo di intervenire per rafforzare la trasparenza e la certezza delle regole. Il governo e la maggioranza di destra invece hanno abbandonato il paese al proprio destino. John Maynard Keynes, nel secolo scorso, già ammoniva: “gli speculatori possono essere innocui se sono delle bolle sopra un flusso regolare di intraprese economiche; ma la situazione è seria se le imprese diventano una bolla sospesa sopra un vortice di speculazioni”. È questo abbiamo visto realizzarsi sotto i nostri occhi. Il neo-liberismo selvaggio è la causa della grande crisi economica che ha colpito il mondo a partire dal 2007. La subalternità della politica e degli Stati alla finanza, il predominio di quest’ultima rispetto all’economia da lavoro, il venire meno delle regole a livello nazionale e internazionale, il diffondersi della logica dell’arricchimento ad ogni costo hanno portato il mondo ad una situazione di estrema difficoltà: i diritti, la dignità di ogni persona e i principi di trasparenza sono stati calpestati. Viviamo in una società più ingiusta, nella quale sono cresciute le differenze nel potere d’acquisto e si è allargata la fascia di povertà. La sfida da vincere a livello mondiale è quella di cambiare la finanza, affermando regole rigorose e trasparenti; dar vita ad un diverso sviluppo, che eviti sprechi di risorse e distruzione dell’ambiente. L’impegno per un mondo migliore deve avere come obiettivo una globalizzazione non solo dell’economia, ma anche dei diritti umani e della democrazia. Una globalizzazione che offra reali possibilità di redistribuzione della ricchezza, e che consenta un’effettiva realizzazione, attraverso il lavoro, della persona umana. Intanto, in Italia e in Europa, che più direttamente dipendono anche dalla nostra iniziativa, proviamoci e mettiamocela tutta.