”Voglio sottolineare che non c’e’ alternativa al crescere insieme, Nord e Sud. Nell’Europa e nel mondo d’oggi prospettive separatiste o indipendentiste sono storicamente insostenibili; impossibili le ipotesi di sviluppo autosufficiente di una parte soltanto, fosse anche la piu’ avanzata economicamente dell’Italia. Tutte le tensioni e le sfide con cui e’ chiamata a fare i conti la nostra unita’, vanno riconosciute e vanno affrontate con il necessario coraggio. Di queste sfide e’ bene avere una visione non provinciale”.
Cosi’ il vice presidente del Senato Vannino Chiti intervenendo alla giornata di studi organizzata in collaborazione con la Fondazione Spadolini dal titolo ”La formazione di una coscienza nazionale e le contraddizioni dell’Italia post-unitaria”.
”E’ bello – dichiara Chiti – oltre che doveroso celebrare degnamente questo 150/mo anniversario. Altrettanto doveroso e’ l’impegno in tal senso da parte di tutte le forze politiche, nessuna esclusa. Oggi la nostra unita’ nazionale e’ minacciata dallo squilibrio tra le regioni italiane e dalla condizione reale del Mezzogiorno”.
”E’ indispensabile – sostiene il Vice Presidente – un nuovo impegno condiviso per suscitare una maggiore consapevolezza storica del nostro essere Nazione e per irrobustire la coscienza nazionale unitaria degli italiani. Occorre un impegno che implichi una svolta da parte dell’insieme delle classi dirigenti, uno scatto di volonta’ in modo particolare delle forze che hanno responsabilita’ nella sfera della politica. Avendo come prospettiva l’Europa e come riferimento solido e concreto la nostra Carta Costituzionale”.
”L’unita’ del Paese – conclude Chiti – il suo ruolo per contribuire a costruire pienamente l’Unione Europea, non e’, non può essere messo in discussione. Non bisogna restare indifferenti nei confronti di idee e posizioni politiche e culturali che irridono all’unita’ dell’Italia. L’Italia e’ una, come e’ scritto nella Costituzione e il futuro non sorride a chi abbia il volto rivolto al XIX secolo, ma a chi dia alla democrazia la capacita’ di misurarsi con l’avvento della globalizzazione”.
