”Per le cariche di partito, non da ora, sono convinto che esse debbano essere determinate dagli iscritti: e’ gia’ cosi’ per i segretari cittadini e provinciali, e’ giusto che sia cosi’ anche per i regionali, svincolando i congressi dalla contestualita’ con quello nazionale. Per il Segretario nazionale e’ giusto che si continui ad eleggerlo con primarie sia di iscritti che di cittadini elettori, non tanto per il rilievo del suo ruolo quanto perche’ nel nostro statuto e’ anche il candidato alla guida del governo”.
Lo ha detto Vannino Chiti, vice presidente del Senato e commissario del Pd Lazio, nel corso del suo intervento alla direzione nazionale del Partito Democratico.
A proposito della scelta del candidato premier, Chiti ha osservato che ”e’ giusto scegliere come regola le primarie aperte agli elettori per le cariche pubbliche, dal sindaco al Presidente del Consiglio. Nei comuni, nelle province e nelle regioni c’e’ l’elezione diretta del capo dell’amministrazione: la scelta di primarie di coalizione e’ possibile e giusta. Per me non dovrebbero esserci candidati ufficiali del Pd e dovrebbe esserci una asticella di consensi da raggiungere, in assenza della quale si dovrebbe procedere a un ballottaggio tra i primi due. Diversa e’ la situazione a livello nazionale, dove il governo e’ e sara’ di tipo parlamentare e di coalizione. In questo caso in ogni paese europeo e’ pacifico e scontato che a guidarlo sia il leader del partito piu’ grande. E’ inimmaginabile che un governo parlamentare abbia stabilita’ se il primo ministro sara’ espressione del secondo o del terzo partito della coalizione. In Germania, ad esempio, i liberali non chiederebbero mai alla Merkel di esprime il cancelliere, ne’ i verdi ai socialdemocratici”. Insomma, ha puntualizzato Chiti, ”l’assetto interno di un partito si deve ancorare al modello delle istituzioni di un paese: una repubblica presidenziale richiede un partito diverso rispetto a una repubblica di tipo parlamentare. Noi siamo per mantenere il governo parlamentare”.
In conclusione Chiti ha sottolineato che ”se non cambiera’ la legge elettorale, dovremo inventare forme specifiche di partecipazione per la scelta dei parlamentari: e’ evidente che non si possono fare primarie su liste di decine di candidati”.