Gli italiani hanno deciso il futuro del Paese. È stata una grande prova di partecipazione dei cittadini. Dalla consultazione referendaria emerge nuova fiducia per un cambiamento dell’Italia e un suo rilancio.
Il referendum non è uno mezzo per far cadere i governi, non si tratta di una vittoria della sinistra contro la destra. È qualcosa di assai più significativo. Gli italiani, a cominciare dai giovani, hanno deciso su quale strada dobbiamo incamminarci: dal nucleare all’acqua, passando per la giustizia. Lo hanno fatto contro le sirene che invitavano ad andare al mare e contro gli impedimenti posti alla loro voglia di contare, a cominciare dalla collocazione dei referendum a metà giugno, dopo i due turni delle elezioni amministrative, e dai tentativi di correzioni “furbesche” al quesito relativo al nucleare.
I cittadini si sono espressi su alcuni provvedimenti importanti varati dal governo e dalla maggioranza e li ha bocciati! Il piano energetico varato dal governo Berlusconi, che individuava nel nucleare il fondamento della produzione energetica, è stato archiviato in modo definitivo. La nostra strada deve essere quella della efficienza e dello sviluppo delle energie rinnovabili. L’Italia ha tutti i mezzi e le potenzialità per diventare un paese leader nella green economy.
La forte partecipazione al voto è un messaggio serio rivolto alla politica: quando i cittadini avvertono l’importanza di una scelta e comprendono che si tratta di temi cruciali per la loro vita e per quella dell’Italia, sono tutt’altro che indifferenti.
Voglio chiudere questo intervento parlando di lavoro, la vera priorità degli italiani e la grande sfida per chi ha la responsabilità di governare. La destra non solo ha fallito, ma ha anche dimostrato, giorno dopo giorno, di sottovalutare il problema e di non voler dare ascolto e risposte alle migliaia di lavoratori coinvolti in tante vertenze sindacali. Dopo 15 mesi si è conclusa l’esperienza dell’ “Isola dei cassintegrati”, l’originale e appassionata forma di protesta organizzata da alcuni operai della Vinyls di Porto Torres, che per tanto tempo hanno occupato pacificamente l’ex carcere de L’Asinara per sensibilizzare tutta l’Italia sul dramma che vivono loro – con le rispettive famiglie – e tanti altri lavoratori in Italia: il rischio della disoccupazione. Oggi, anche a causa dell’impegno insufficiente del governo di destra, la vertenza è ancora aperta e si cerca una soluzione industriale che garantisca il futuro di una azienda protagonista nel comparto della chimica.
I “naufraghi” di Porto Torres hanno promesso che si organizzeranno con nuove forme di protesta. Il nostro compito è quello di garantire a loro e a tutto il mondo del lavoro la massima vicinanza, incalzando questo governo sui temi dell’occupazione, per superare la piaga del precariato, affermare la dignità dei lavoratori.
Più in generale, dopo le elezioni amministrative e dopo l’esito dei referendum, deve essere chiaro a tutti che gli italiani chiedono alla politica di occuparsi di loro, dei loro problemi, delle loro preoccupazioni e delle loro aspettative per il futuro. Il Partito Democratico è pronto per presentare ai cittadini una proposta di governo progressista, fondata sullo sviluppo eco-sostenibile, sul diritto al lavoro, su un nuovo welfare orientato sulle esigenze delle giovani generazioni e delle donne, su un’etica dei diritti e delle responsabilità.
Caro Vannino, una vittoria così netta ci riempie di gioia, speranza e ci stimola ad andare avanti, comunque a proposito di referendum dobbiamo tener presente che il quarto comma dell’articolo 75 della Costituzione relativo al quorum va agrogato: Cerchiamo di non dimenticarlo! Oggi è andata bene ma domani…?
Loreti Vincenzo Follonica GR
Chiti, non fate pasticci con la Lega. Non fate come al solito che vi perdete in manovre, inciuci col diavolo. Volete essere alternativi? e allora pdl e lega sono la stessa cosa: destra reazionaria, razzista, propagandista, cialtrona. la gente non vi capirebbe, ancora una volta
non fate pasticci con la Lega, non date pretesti al Tonino moderato che chissà dove vuole andare a parare. Non dategli pretesti e fate, facciamo questo cantiere dell’alternativa
Caro Vannino ti iinvio queste mie considerazioni sulle pensioni tornate sotto il mirino del ministero dell’Economia:
penso che l’argomento sia salito ancora una volta agli onori della cronaca con l’esclusivo intendimento di dare un’ulterire stretta alla spesa pensionistica cresciuta del 5,0% passando dai 241,1 miliardi del 2008 ai 253,4 del 2009 e fa segnare un valore pari al 16.7% del Pil. Proseguendo negli anni con questo trend si teme che i parametri della riforma Dini, Damiano, Berlusconi non vengano rispettati.Ma prima di esprimere giudizi sommari è bene andare a cercare quale rapporto esista tra le entrate del Fondo Pensione lavoratori dipendenti (Fpld), sotto forma di contributi e le uscite sotto forma di pensioni. Nel 2007 i pensionati erano 16.560.869 tra titolari di pensioni d’invalidità, anzianità, vecchiaia ed indennitarie e l’INPS corrispondeva 143,9 miliardi di Euro, 8.700 euro annui cd. e pari a 669 euro per 13 mensilità. Sempre nel 2007 le riscossioni di contributi furono di 149,195 miliardi quindi un attivo di oltre 5 milardi.Considerando poi, che su tale bilancio gravano fondi dei trasporti, elettrici,telefonici ed Impdai, ampiamente negativi e generati da poche centinaia di
migliaia di pensioni, la situazione sembra sotto controllo.Sapendo poi che a fine 2007 il Pil era di 1500 miliardi, l’incidenza delle pensioni era appena del 9,6 %. Ed allora come si spiega questo divario enorme tra il 16,7% del 2009 e del 9.6% del 2007? La verità è che all’Inps lo Stato ha delegato anche le prestazioni assistenziali, spese per gli invalidi civili ecc. ecc. che ogni anno creano un buco di bilancio di 75 miliardi che lo Stato deve rifondere all’ente previdenziale. Ma sappiamo anche che gli oneri relativi alle prestazioni assistenziali ed invalidi civili, non debbono essere caricati sulla cassa previdenziale ma sulla fiscalità generale. Nonostante la cosa sia nota da lustri si seguita a fornire all’opinione pubblica dati parziaii e di difficile interpretazione che possono trarre in inganno e quindi creare quella psicosi, tale da convicere i pensionati ed opinione pubblica che sia giunto il momento di effettuare ulteriori tagli, pena il default di cassa. Non è così.Informino correttamente i cittadini presentando un normale bilancio con tanto di entrate uscite ecc.e si vedrà che i conti Inps relativi al fondo pensione sono in ordine, anzi ogni anno danno,con questi scarni trattamenti,
un significativo saldo attivo e quindi non c’è da fare ulteriori tagli. Ed infine voglio ricordare che l’Italia, rispetto a Germania, Francia,UK, Paesi con i quali dobbiamo confrontarci, spendono in pensioni,sanità,famiglia, infanzia,handicap, disoccupazione, povertà e casa, mediamente il 28% del loro Pil contro un 25% del nostro con una differenza percentuale del 12%. La riforma che oggi chiedono milioni pensionati è quella di abbattere la desuguaglianza record raggiunta. Come? Recuperando dal lavoro sommerso che è stimabile intorno a 300 miliardi annui ed equivante in tasse pari 150 miliardi. Reintroducano l’ICI sulle ville e villette e mai più facciano regali agli anonimi evasori, con ben 4 scudi fiscali.
Grazie per l’attenzione e cordiali saluti.
Caro signor Loreti, anche io penso che sia ipotizzabile una riforma della regola sul quorum necessario a rendere valido il referendum. Ciò che è importante a mio avviso è che per procedere a una modifica che incide su uno strumento tanto importante in democrazia sia necessario un dibattito serio.
Cara Sandra, mi creda: il Pd non ha in mente alcun “inciucio” con la Lega nord. Noi siamo alternativi a loro e le nostre critiche a quel movimento, molto dure nel merito, riecheggiano ogni giorno nel dibattito politico. La Lega è un partito che ha costruito le proprie fortune sulla propaganda, su una concezione errata del federalismo che nella loro declinazione è piuttosto un regionalismo proprio del sistema degli staterelli del diciannovesimo secolo. Noi siamo alternativi rispetto alla Lega anche sull’immigrazione, sul sostegno al sud Italia, sull’idea di tolleranza e coesione sociale. Senza contare l’inqualificabile comportamento, e le cose dette su Napoli e sui napoletani, a proposito dell’emergenza rifiuti. Ciò che è nostra intenzione fare in questa fase politica è stanare la Lega, portare allo scoperto il fallimento della loro alleanza con Berlusconi: una alleanza che non ha portato a Bossi e ai suoi nulla delle richieste che costituiscono i cavalli di battaglia storici: il federalismo – quello vero su cui il Pd non ha nulla da imparare -, così come la sicurezza e la regolamentazione dell’immigrazione.
Caro Salvatore, il cantiere dell’alternativa ha un unico grande pilastro. Il Pd. A detta degli ultimi sondaggi siamo il primo partito d’Italia, siamo senza ombra di dubbio il principale partito dell’opposizione e abbiamo il diritto/dovere di essere il perno della coalizione che sfiderà la destra alle prossime elezioni politiche. Costruiremo l’alleanza in base alla condivisione di un programma preciso e di una visione del futuro del nostro paese.
Caro Lorenzo, ti ringrazio per il tuo contributo. Hai esposto in maniera chiara e puntuale un quadro sintetico della situazione previdenziale del nostro paese.
Purtroppo la disinformazione e la propaganda sono una caratteristica della condotta di questo governo e della destra di cui è espressione. Come da te previsto in questo intervento, la manovra finanziaria allo studio del governo interverrà ancora una volta sulle pensioni. Infatti, grazie alle politiche di questa maggioranza, ci attende un nuovo attacco
frontale al sociale: si colpiscono la sanità, le pensioni, il pubblico impiego e la scuola.