Un cappotto dal punto di vista elettorale, un chiaro segno di cambiamento dal punto di vista politico. É questo il risultato dei ballottaggi nelle elezioni amministrative. É stata un’affermazione netta del centrosinistra e il Pd, con il largo consenso ottenuto, ha confermato di essere il pilastro dell’alternativa.
I cittadini hanno premiato la credibilità dei candidati e della proposta messa in campo dal centrosinistra. Le mie congratulazioni vanno a tutti i nostri candidati sindaco: hanno recato un valore aggiunto, che ci ha consentito di vincere la stragrande maggioranza dei ballottaggi. Ora ci attende una grande prova, quella di imprimere una svolta nel governo delle città. I cittadini ci chiedono un salto di qualità. Dovremo dimostrare di essere all’altezza della sfida lanciata non solo a livello locale, ma anche nazionale: il risultato di queste elezioni amministrative, in tutta la sua evidenza, rispecchia una tendenza generale. Gli italiani hanno espresso un giudizio fortemente negativo sulla maggioranza di destra, Pdl-Lega. Una “sberla” l’ha definita il ministro Maroni. Il paese sta arretrando su molti fronti, dimostrandosi incapace di affrontare le priorità quotidiane dei cittadini, a partire dal lavoro. La nostra sfida per il cambiamento prosegue con la certezza che gli italiani cominciano a stare dalla nostra parte. Vogliamo continuare a incalzare la maggioranza di destra sui temi concreti e proporre un programma alternativo per il governo dell’Italia. Il lavoro, la dignità e la sicurezza di chi lavora, lo sviluppo sostenibile, un nuovo welfare, la riforma delle istituzioni: sono questi i temi su cui potrà fondarsi un rilancio dell’Italia.
Del resto su questo terreno, che unisce risanamento e sviluppo, si è mossa la relazione di grande interesse svolta dal Governatore della Banca d’Italia.

Voglio sottolineare un aspetto importante: per costruire un’azione di governo all’altezza dei problemi del nostro paese serve un centrosinistra ‘aperto’. Per questo è in primo luogo essenziale un’azione capace di coinvolgere i cittadini nella stessa costruzione del programma, così come si è saputo fare a Milano, Napoli e in tante altre città. Mi auguro anche che il Terzo Polo, che si colloca all’opposizione del governo Berlusconi, sappia compiere una scelta chiara in favore del cambiamento e dia vita ad un confronto con il centrosinistra.
Le intese si costruiscono se vi è accordo sui programmi.

Per dare continuità alla vittoria elettorale dobbiamo impegnarci tutti perché sia raggiunto il quorum ai referendum e perché, con quattro sì, siano cancellate le scelte politiche sbagliate del governo di destra in materia di nucleare e dell’acqua pubblica, abrogando al tempo stesso una delle tante leggi ad personam, quella sul legittimo impedimento.

Infine, un’ultima considerazione sul 2 giugno, la festa della nostra Repubblica. Dobbiamo riappropriarci delle feste nazionali: la destra al governo ha sempre cercato di offuscare alcune di quelle più significative, a cominciare dal 25 Aprile. La festa del 2 giugno non è solo una parata militare, pur importante, in onore delle nostre forze armate e per sottolineare il contributo da esse dato alla storia del paese: ha anche un grande valore civile. Le radici di questa festa rimandano al 2 giugno 1946, quando si svolsero in Italia le prime elezioni libere a suffragio universale maschile e femminile. I nostri padri e le nostre madri furono chiamati a compiere due scelte che avrebbero segnato l’avvenire del paese: la Repubblica e l’Assemblea Costituente, che approvò poi la Costituzione. Celebrare il 2 giugno significa ricordare il percorso che dalla lotta della Resistenza contro il nazi-fascismo portò alla nascita della nostra democrazia; significa rafforzare i nostri valori condivisi, quelli scritti nella Costituzione, che fondano il nostro essere una comunità, un popolo, prima delle legittime differenze politiche, sindacali, culturali e religiose.