Chiude a ogni ipotesi di soccorso rosso, il commissario del Pd Vannino Chiti. «Il modello Sicilia, sul quale peraltro io non sono mai stato d’accordo, non è assolutamente riproponibile nel Lazio», spiega il vice presidente dei senatori democratici. «Se in consiglio si dimostrerà che la Polverini non ha più una maggioranza, l’unica strada è andare dritti al voto. Il Pd non sosterrà né entrerà mai in una giunta guidata dall’attuale presidente».

Ma secondo lei che costa succedendo alla Pisana?
«Quello che era già chiaro da mesi. AI fallimento dell’azione di governo, ormai evidente sia in Campidoglio sia in Regione, si unisce il disfacimento della coalizione di centrodestra, con colpi bassi e ultimatum reciproci. E il fatto che avvenga alla vigilia di ballottaggi importanti, sul piano locale ma anche nazionale, ci conferma che il processo di divisione è molto profondo».

Tuttavia, senatore, è pronto a giurare che nel suo partito nessuno coltivi la tentazione di sostituirsi al Pdl, facendo così cambia re disegno l’attuale maggioranza di governo regionale?
«Può anche darsi che qualcuno abbia questa idea, ma certamente non è né la proposta, né la strategia, né la scelta della stragrande maggioranza della classe dirigente del Pd. Noi siamo una forza alternativa alla destra, siamo il perno della coalizione di centrosinistra. Fermi su un punto: gli elettori non si possono prendere in giro. Quando i cittadini vanno a votare per una maggioranza e dei propri candidati, quella scelta va rispettata».

E solo questo il motivo per cui il “modello Sicilia” non può essere riproposto o c’è qualcos’altro?
«A parte la peculiare situazione siciliana, c’è un’altra differenza importante. Lombardo e l’Mpa sono all’opposizione rispetto a Berlusconi e alla coalizione di centro- destra, mentre la Polverini è parte integrante del Pd, nonostante le lotte intestine. Un’operazione trasformistica su quel modello, nel Lazio, risulterebbe incomprensibile».

Eppure a Terracina e a Sora, nei due Comuni dove al ballottaggio è incorso un derby tutto interno al la destra, il capogruppo regionale del Pd, Esterino Montino, aveva lanciato la proposta di sostenere i candidati sindaci di Cittànuove, la lista della Polverini, anziché quelli del Pdl Una mossa che in molti hanno letto come un avvicina mento, la prova generale di “nuova coalizione” alla Pisana…
«Bisogna fare due premesse: in tanto, questo ragionamento era stato fatto su due Comuni dove purtroppo il centrosinistra era stato escluso al primo turno; poi, la posizione che il Pd ha preso è di far decidere gli organismi dirigenti lo cali. Non a caso nessuno si è posto il problema di cosa fare a Cassino, dove al ballottaggio è arrivato il candidato dell’Idv e non il nostro. Detto questo, io credo che la posizione espressa dagli organismi dirigenti locali -secondo i quali non ci sono le condizioni per dare indicazioni di voto – sia quella giusta. Noi siamo alternativi alla destra, perciò non siamo in campo. E stata una discussione durata lo spazio di un secondo».

Quindi nessun accordo con la Polverini, è pronto a giurarlo?
«Quali accordi si possono fare con chi ha portato avanti proposte di riorganizzazione della sanità dannose e senza fondamento (non si tagliano le Asl, non si toccano i manager delle Asl, si fanno nomine di basso livello e spesso di clientelismo politico), non ha mai affrontato il tema dei trasporti né quello dei rifiuti, né l’emergenza abitativa? Tutti motivi che dimostrano che siamo alternativi alla Polverini».

E ora cosa farete?
«Martedì si incontrano tutti i gruppi d’opposizione in Regione, mercoledì ho invece convocato il coordinamento politico del Pd Lazio. Obbiettivo: individuare insieme alla coalizione forme d’iniziativa che portino questa crisi in consiglio regionale. La presidente deve venire in aula per verificare se c’è ancora una maggioranza: se non c’è, si va dritti al voto. Solo così si rispetta il volere degli elettori».

Giovanna Vitale