«Dobbiamo costruire un programma con le altre forze di centrosinistra e, soprattutto, con i cittadini. Poi ci saranno le primarie, certo, ma noi, adesso, dobbiamo continuare a stare dentro questa città che soffre, che con Alemanno è ferma a guardarsi i piedi, e dobbiamo accogliere questi cittadini, costruire con loro un futuro che, oggi, appare più vicino».

C’è un concetto che Vannino Chiti, vicepresidente del Senato e commissario del Pd del Lazio, poche ore dopo aver conosciuto i risultati dei ballottaggi, la vittoria del centrosinistra in sei Comuni su otto, ripete: «Un Pd aperto». A cosa si riferisce?
«Partiamo da un dato, da un problema risolto: il centrosinistra non esiste senza il Pd. E però deve essere, appunto, aperto: e non mi riferisco, non solo, ai vertici politici. Noi dobbiamo confrontarci con le altre forze a noi vicine, dialogare col Terzo Polo, ma essere, soprattutto, un partito aperto nei confronti dei cittadini, visto che sia a Roma sia nel Lazio, Alemanno e Polverini stanno governando male. E i cittadini se ne accorgono: la qualità della vita è peggiorata, e tanto. Per questo adesso vogliono partecipare, contribuire a cambiare un territorio che, al momento, è in sofferenza».

Il voto del Lazio cosa dice?
«Quello del Lazio è un risultato che va letto anche come risposta a delle amministrazioni che stanno fallendo in maniera impressionante, prive come sono di una visione strategica. Impantanati nelle loro contrapposizioni. E il cattivo governo si paga, in termini elettorali. Poi, Alemanno: ha scelto di sostenere due candidati, uno a Sora e l’altro a Terracina. Entrambi, hanno perso».

E in ottica Pd?
«Che il Pd sa anche allargarsi, aprirsi appunto, e così facendo sa conquistare risultati significativi. Al primo turno, abbiamo ottenuto undici nuovi Comuni. Al ballottaggio, ci sono stati altri risultati importanti: a Mentana, grazie a un’alleanza con l’Udc che può diventare laboratorio. E poi Cassino, e… insomma, quasi ovunque».

Al. Cap.