Dopo i risultati del primo turno delle elezioni amministrative, dal fronte della destra si era alzato un coro unanime: abbiamo sbagliato campagna elettorale; è stato un errore indire un referendum su Berlusconi; i toni troppo duri hanno penalizzato la coalizione; bisogna parlare dei problemi delle città. Il rimedio, tuttavia, si è rivelato peggiore del male: è stato individuato un altro obiettivo per nuove aggressioni prive di fondamento e si è dato spazio a nuove trovate propagandistiche, ma non per questo meno pericolose, della Lega Nord. Gli attacchi alla magistratura sono ora stati accompagnati da accuse fantasiose contro i candidati del centrosinistra a sindaco di Milano e Napoli, mentre la Lega rilancia le sue proposte sulla “moltiplicazione” dei ministeri. Questa è la loro idea di Stato: uno ‘spezzatino’ da trattare come loro proprietà privata. Naturalmente gli ultimatum della Lega vengono prima lanciati, poi congelati,  in attesa delle prossime elezioni. É evidente come la disperazione per la lunga sequenza di fallimenti al governo del paese e di tanti comuni si sia rivelata una cattiva consigliera. Questa campagna elettorale verrà ricordata per la pochezza di argomenti della destra italiana. Questo modo di agire per conquistare il consenso è una incredibile offesa a tutti i cittadini italiani, alla loro dignità e intelligenza. A Milano si è arrivati a far travestire degli attivisti da zingari per una “finta promozione” del candidato Pisapia. Che miseria! Ma la misura è colma. Non siamo nell’anno mille e l’Italia non è il loro sultanato. Il primo turno delle elezioni amministrative ha mostrato a tutti – anche a chi nella destra ha tentato di nascondere la sconfitta netta ammettendo a malapena un ‘pareggio’ – che gli italiani non ne possono più di esponenti di governo che, anziché occuparsi dei problemi reali dei cittadini, parlano di “islamizzazioni” di Milano o di possibili discriminazioni «alle famiglie con figli sul piano dei servizi sociali, favorendo femminielli, gay, trans», nel caso che a vincere siano Pisapia o De Magistris.

A Milano con Pisapia, a Napoli con De Magistris e in tutti i comuni in cui si tengono i ballottaggi bisogna dare ulteriore forza al vento di cambiamento che soffia in tutto il paese. Proprio in questi giorni un rapporto dell’Istat ha fotografato una situazione molto preoccupante per l’Italia: la ripresa è lenta; il lavoro non riparte, anzi si annunciano nuovi pesanti licenziamenti, come alla Fincantieri di Sestri Ponente e Castellammare di Stabia; circa un quarto degli italiani sperimenta il rischio di povertà o di esclusione sociale; diminuisce il potere d’acquisto delle famiglie; la propensione al risparmio non è mai stata così bassa dal 1990. Con il Pd e il centrosinistra torna la speranza concreta di poter affrontare le vere priorità del nostro paese: il lavoro, la dignità e la sicurezza di chi lavora, lo sviluppo sostenibile, un nuovo welfare, la riforma delle istituzioni. Battiamo questa destra arrogante e pasticciona, rimbocchiamoci le maniche per ridare slancio alla nostra Italia.