Mi pare che la Lega – consapevole o meno – stia percorrendo strade negative, già sperimentate nella prima fase di vita della nostra Repubblica. Anche allora alcune forze politiche, che avevano al massimo il 10 per cento dei consensi, pretendevano di imporre soluzioni ultimative, di fronte alle quali – facendo spesso di necessità virtù – gli altri partner della coalizione finivano per arrendersi. Anche allora qualche schiera di seguaci, sempre pronta a saltare sul carro dell’apparente vincitore, pronunciava entusiastici “osanna”. Anche allora la grande maggioranza dei cittadini maturava, più o meno silenziosamente, un insopportabile rifiuto di quei metodi. Si spiegano anche così, almeno in parte, le vicende che hanno travolto molti partiti nel corso degli anni ’90. Oggi, in una gran parte della società italiana, sta crescendo un’insofferenza nei confronti della Lega e dei suoi metodi: con il 10 per cento di consensi questo partito pretende di imporre non soltanto priorità di governo, ma addirittura lo stravolgimento degli assetti istituzionali del Paese. Nel susseguirsi di ultimatum impossibili, la Lega non si rende neppure conto che rischia di travolgere l’idea stessa del federalismo, che a parole dovrebbe essere la sua “ragione costitutiva”, ma che nei fatti mostra di non saper definire come una proposta seria e affidabile. Ne è l’ultima testimonianza la vicenda dei ministeri. Nei paesi federali quello che conta è l’attribuzione delle competenze: quelle proprie dello stato centrale è evidente che sono collocate nella Capitale. E’ così dagli Stati Uniti alla Germania. La Lega, forse per nascondere il fallimento delle sue impostazioni nel governo del Paese, o per bramosia di clientelismo di potere, non pone il tema di quali siano le responsabilità di Regioni e autonomie locali, ma vorrebbe farci incamminare sulla strada di uno spezzatino dello Stato. E’ bene che sia chiaro che questa strada non è percorribile e che la stragrande maggioranza dei cittadini italiani gliela sbarrerà. Gli italiani vogliono uno Stato moderno, più efficiente, più vicino ai cittadini; vogliono riconoscere le competenze di Comuni, Regioni e quelle proprie dello Stato centrale. Vogliono contare e poter giudicare i vari governi. Vogliono più coesione del Paese, un “sistema Italia” in grado di essere protagonista in Europa. Questo è il federalismo, non certo le avventure patrocinate dalla Lega.