”Diciannove anni fa, in una pagina terribile della nostra storia, nella strage di Capaci vennero uccisi il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e i tre agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Di Cillo, Antonio Montanaro. A loro e alle famiglie vada oggi il pensiero commosso di tutta l’Italia che crede nella giustizia, nella legalita’, nella memoria delle persone che si sono spese per la causa collettiva”.
Lo afferma il Vice Presidente del Senato Vannino Chiti.
”Grazie al lavoro di Falcone – prosegue Chiti – il contributo dei pentiti si rivelo’ un efficace strumento d’indagine, che lui seppe usare con la prudenza e il rigore che sempre contraddistinsero il suo impegno. Il lavoro portato avanti dal pool di Antonino Caponnetto, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino dimostro’ uno straordinario valore, determinando un salto di qualita’ nella lotta alle mafie. Grazie ad esso altri magistrati valorosi, insieme alle forze di polizia, hanno condotto una controffensiva durissima contro la criminalita’ organizzata”.
”Sconfiggere le organizzazioni criminali e’ un obiettivo doveroso e raggiungibile, perche’, come sottolineava Giovanni Falcone, la mafia e’ un fenomeno umano e come tale ha anch’esso una sua fine. Questa battaglia si vince con la corresponsabilita’ di tutte le componenti che vogliono un’Italia liberata dall’oppressione soffocante della mafia.
All’azione della magistratura e delle forze di polizia devono accompagnarsi la formazione civile e uno sviluppo nuovo, equo e sostenibile: la criminalita’ trova consenso e si diffonde laddove mancano la cultura della legalita’, il rispetto per le regole e le istituzioni; la criminalita’ si afferma nei territori in cui, a causa dell’arretratezza economica, diviene una prospettiva per la ricerca del benessere o anche solo dei mezzi per una sopravvivenza accettabile”.