Ore 15.46 – (Adnkronos) – Firenze – Fuori dal luogo comune dell’incomunicabilita’ tra arabi e israeliani, della ineluttabilita’ di un conflitto, dell’inconciliabilita’ fra religioni diverse. E’ il dato piu’ significativo uscito dal convegno “Le Religioni per il dialogo e la pace: per il futuro dell’Europa” che si e’ tenuto al Cenacolo Andrea del Sarto di Firenze per iniziativa dell’associazione Politica e Societa’.it presieduta da Vannino Chiti, al quale hanno partecipato l’imam Yahya Pallavicini, vicepresidente della Coreis italiana e consigliere del ministro dell’Interno nel Comitato per l’Islam italiano; Izzedin Elzir, Imam di Firenze e Presidente delle Comunita’ Musulmane Italiane; Joseph Levi, Rabbino Capo della Comunita’ Ebraica di Firenze; il Rabbino Marc Schnenier del World Jewish Congress North America e Presidente della Foundation for Ethnic Understanding e il vicesindaco di Firenze Dario Nardella.
L’interrogativo di fondo era quale possa essere il ruolo delle religioni in un processo di distensione che da un lato vede le inquietudini dell’intero Nord Africa e dall’altro la ricerca di una nuova dimensione della stessa Europa.
“I moti spontanei del Nord Africa sono il frutto di un processo di maturazione dei principi e dei valori della democrazia che ha segnato quei popoli, soprattutto i giovani con un elevato livello d’istruzione e gli immigrati di ritorno da esperienze all’estero in paesi democratici”. Cosi’ si e’ espresso il Vice Presidente del Senato, Vannino Chiti (Pd), concludendo il confronto.
“E’ grande l’insoddisfazione, un anno dopo il Trattato di Lisbona – aggiunge Chiti – per come l’Unione Europea ha affrontato queste vicende. L’Ue non ha avuto ne’ una politica estera ne’ una strategia comune, non e’ riuscita ad esprimere una posizione comune, se non c’e’ preparazione ed elaborazione costante e non c’e’ una analisi comune delle situazioni, e’ difficile che di fronte a queste crisi che scoppiano improvvise l’Ue si trovi pronta con delle risposte realmente condivise”.
“Il Mediterraneo – dichiara Chiti – rappresenta un punto cruciale per l’avvenire del pianeta. Qui si gioca una partita decisiva per la pace; per una cooperazione capace di determinare le condizioni di uno sviluppo che, ponendo al centro la persona e dunque l’ambiente, assicuri a tutti i popoli una credibile prospettiva di giustizia e progresso; qui puo’ essere sconfitto o viceversa divenire il tornante della storia del XXI secolo quello ‘scontro di civilta’ ‘ che ha bisogno, per affermarsi, di ridurre le grandi religioni monoteiste a ideologia delle nazioni”.
“La liberta’ religiosa – afferma l’imam Yahya Pallavicini, i costituisce un valore imprescindibile per la societa’ europea in cui il pluralismo confessionale deve trovare piena espressione e tutela. Il dialogo e il rispetto dell’altro costituiscono dei doveri religiosi per i musulmani che devono impegnarsi in un cammino di fratellanza anche con le altre componenti della societa’, sia religiose che laiche”.
“La speranza – conclude imam Pallavicini – e’ che le azioni di ‘buone patiche’ possano ancora orientare una visione dell’Europa che sembra piu’ coerente con la realta’ “.
“La situazione e’ cambiata – dice l’imam Izzedin Elzir – abbiamo un Europa che ha paura e tocca a chi governa, tocca a ogni persona perche’ ognuno di noi ha un ruolo molto importante, dare il suo contributo per trovare un terreno comune dove poter allontanare queste paure e farle comprendere”.
Continua l’imam di Firenze: “Credo che il ruolo delle religioni, e in questo caso la religione islamica ancora di piu’ perche’ considerata una religione nuova nella nostra realta’, sia quello di lavorare per dare un senso di tranquillita’ e tornare ai valori della solidarieta”’.
“La realta’ toscana – prosegue Elzir – e’ una realta’ che vive sul volontariato e puo’ dare degli esempi a livello internazionale ed europeo: noi uomini e donne di fede dobbiamo lavorare in questa direzione dare un senso di tranquillita’ e quando il dibattito politico, purtroppo, va oltre i limiti noi dobbiamo cercare di
abbassare i toni, tocca a noi avere un doppio ruolo quello di riflettere insieme, ognuno nella sua rispettiva fede religiosa perche’ il dialogo rafforza, nel rispetto reciproco delle diversita’ ”.
“Credo che – conclude Elzir – questo sia un ruolo molto importante per cercare di far uscire nuovamente questa solidarieta’ che c’e’ in ogni essere umano”.
“All’Europa manca un contesto politico dove approfondire e promuovere il dialogo tra le religioni – dice il Rabbino Capo della Comunita’ Ebraica di Firenze, Joseph Levi – Un contesto che riesca a creare una prospettiva culturale, spirituale, ideologica: l’Europa non puo’ essere solo un progetto basato su interessi economici e nazionali, che si e’ dimostrato debole. Noi uomini di religione e di varie minoranze siamo chiamati a fare questo sforzo per un Europa unita, siamo chiamati a far riconoscere il valore di questi incontri di dialogo, che sono un contenitore forte politicamente, che lascia spazio ad un progetto di speranza incontro e dibattito umano”.
“Senza questa prospettive sul futuro, – aggiunge il rabbino Levi – ogni progetto politico e’ destinato a fallire: le difficolta’ sono molteplici e se non c’e’ questa energia abbiamo davanti un grosso problema”.
Un tema quello delle minoranze e della diversita’ ritenuto decisivo per il futuro dell’Europa. ”La paura dell’altro – afferma il rabbino Marc Schnenier – va capovolta, mettendo l’accento sull’impegno dell’uno per l’altro. Noi lavoriamo perche’ gli ebrei si impegnino per i problemi degli islamici e i musulmani per i problemi degli ebrei: questo fa diventare autentiche le parole. Ci siamo riusciti in America, nel Canada, e ora proviamo a portare questa formula in Europa, dove le comunita’ ebraiche stanno combattendo insieme alle comunita’ islamiche contro l’islamofobia e viceversa. Si deve capire che le persone che lottano per i loro diritti sono rispettate quando lottano per i diritti di tutti. Mantenere questa visione, – aggiunge Schnenier – perche’ solo vedendo l’umanita’ dell’altro possiamo sentirla per noi stessi”.
Grandi questioni, queste, che poi vanno vissute nel quotidiano, nel rapporto con i cittadini ed e’ li’ che cominciano altre difficolta’ nel costruire l’Europa dei cittadini secondo il vice sindaco di Firenze Dario Nardella.
“A piu’ riprese le citta’ sono state protagoniste nella costruzione dell’Europa – sottolinea infatti Nardella – e oggi tornano ad esserlo. E’ nella dimensione locale delle realta’ contadine che si possono trovare le soluzioni di convivenza sociale, civile, religiosa offrendo modelli attuabili. Le istituzioni comunitarie e il mondo delle religioni possono dare un grande sostegno al processo di integrazione europea anche dal punto di vista culturale oltre che politico, se evidenziano il ruolo delle citta’ riconoscendone potenzialita’ di risposta”.
“Bisogna intraprendere – prosegue Nardella – la difficile strada di un Europa che sappia tenere insieme le identita’ locali, che sono un grande patrimonio, con un’ identita’ realmente sovranazionale, multietnica e multireligiosa. Sara’ decisivo nei prossimi mesi quello che non solo le citta’ ma le istituzioni europee,
culturali e religiose faranno nel bacino del Mediterraneo”.
“Sara’ decisivo capire come le organizzazioni religiose riusciranno a portare in questi paesi un modello di multiculturalita’ e di convivenza: e’ la sfida decisiva, il Mediterraneo e’ per l’Europa occasione di nuova rinascita o segnarne una irrimediabile disgregazione”, conclude Nardella.