Il 15 e 16 maggio si svolgerà il primo turno delle elezioni amministrative: una tornata importante, in Toscana e in Italia.
Al centro di queste elezioni è la vita di tante collettività locali: non c’è dubbio però che l’esito del voto darà anche un segnale politico forte, di conferma o di cambiamento degli indirizzi dell’azione del governo nazionale.
Prioritarie sono per noi le scelte per lo sviluppo e l’occupazione: rappresentano il problema principale dei cittadini italiani.
Il Governo nazionale non fa niente, in tutt’altre faccende affaccendato: i Comuni e le Province devono inventarsi azioni, piccole e grandi, che avviino opportunità di uno sviluppo sostenibile e giusto, per le persone e per l’ambiente.
È possibile, sia con interventi diretti, che riorganizzino ad esempio la qualità della vita nei nostri centri, sia sostenendo, incoraggiando, attraendo investimenti e opportunità di lavoro nuove.
Fondamentale è fare avanzare una riforma del nostro welfare, che realizzi concretamente una uguaglianza di opportunità di vita e sappia sperimentare forme nuove di organizzazione e gestione dei servizi, attuando effettivamente la sussidiarietà.
L’istruzione – dagli asili per l’infanzia alla scuola vera e propria, fino alla conclusione dell’obbligo –  e la sanità sono il cardine per una società, in grado di promuovere il merito e di tutelare la dignità di ogni cittadino.
Infine, politiche per l’energia e per una diversa mobilità: è nelle mani anche delle Regioni e delle Autonomie locali la possibilità di azioni che privilegino le energie rinnovabili e costruiscano, nei centri storici, restituiti ai cittadini, come è stato fatto a Firenze, una mobilità fondata prevalentemente su mezzi pubblici ecologici.
Il voto delle amministrative sarà nei fatti l’espressione della volontà dei cittadini  riguardo al nucleare attuale: il governo e la destra, dopo che sarà passata ‘a nuttata, si propongono di portarlo avanti. Noi puntiamo invece sulle energie rinnovabili e sulla ricerca – oggi solo ricerca – per un nucleare sicuro, che non produca scorie. Queste ultime – ai sostenitori dell’attuale nucleare sembra una cosuccia da niente –  per circa 6000 anni continuano a produrre radiazioni inquinanti, pericolose per le persone e per l’ambiente.
Il voto al PD significa rafforzare queste impostazioni programmatiche, dare forza ad una alternativa politica e culturale alla destra.
Come è normale in un voto di tipo amministrativo, le alleanze che abbiamo costruito non sono identiche in tutte le realtà locali: a volte è in campo un centrosinistra classico, a volte – in non poche città – una coalizione che ha un asse nel rapporto tra PD, altre forze progressiste e l’UDC.
Non nascondo le mie convinzioni: sono persuaso che un futuro più positivo per l’Italia, di stabilità e riforme coraggiose, risieda in una coalizione nuova, che unisca forze realmente di governo del centrosinistra e Udc. È per me questa la prospettiva per cui lavorare, oltre la scadenza delle amministrative e chiedendo alla stessa Udc una rigorosa coerenza con un ruolo di opposizione al governo destra-Lega.
Comprendo bene che l’Udc possa decidere di  presentarsi in modo autonomo, con il cosiddetto terzo Polo: non è certo un atto dovuto quello di allearsi sempre e comunque con il Pd. Mi appare invece contraddittoria una scelta come quella fatta a Lucca con il Pdl, che ogni giorno viene giustamente contestato dall’Udc per l’azione di governo, le priorità assunte, la stessa visione delle istituzioni. Su questi temi la realtà locale può arricchire, ampliare ma non modificare o ribaltare le priorità programmatiche sostenute in Italia: né è sufficiente a sanare le contraddizioni, che impedirebbero di amministrare in modo efficace e coerente, la presenza di un candidato con un marchio di garanzia rispetto all’appartenenza al partito.
Per quanto ci riguarda sono ovunque una costante l’essere alternativi alla destra ed i programmi, con una proposta innovativa incentrata su sviluppo-occupazione; nuovo welfare-sussidiarietà; energie rinnovabili-mobilità.
È questa, per me, la strada di un riformismo progressista.

Vannino Chiti