Ancora niente di fatto su riforme Parlamento, Governo, legge elettorale

Ore 12.00 – “Questa legislatura, che si era annunciata come costituente, rischia di terminare con un niente di fatto, su regolamenti parlamentari, riforma del Parlamento e del Governo, legge elettorale. La transizione italiana che non si conclude, reca con se’ un impoverimento della democrazia e il diffondersi preoccupante della sfiducia tra i cittadini”.
Cosi’ il vice presidente del Senato Vannino Chiti partecipando oggi a Firenze al seminario di studi e ricerche parlamentari Silvano Tosi ‘Lo Stato della democrazia in Italia e la prospettiva delle riforme istituzionali’.
“Quella che alcuni definiscono seconda repubblica – ha aggiunto Chiti – si fonda su una pessima legge elettorale; su decisioni politiche sempre revocabili; su una reciproca delegittimazione degli schieramenti in campo; sulla esistenza di partiti ben lontani dallo svolgere quella funzione di cerniera tra societa’ e istituzioni, che la Costituzione assegna loro”.
Il vice presidente del Senato si e’ poi soffermato su un fenomeno che ritiene “inacettabile”: il cosiddetto “trasformismo”. Infatti, ha spiegato Chiti “dopo il 2008 i gruppi parlamentari sono continuati a crescere di numero rispetto alle forze politiche che si erano presentate alle elezioni, complice anche una mancata approvazione di modifiche ai regolamenti parlamentari, che lo impedissero. Al tempo stesso, fatto ben più grave, e’ continuato, anzi e’ addirittura cresciuto, il fenomeno di parlamentari eletti in un partito e passati poi in forze politiche diverse, con migrazioni non solo interne a maggioranza o opposizione, ma anche di spostamento dall’una all’altra, in entrambe le direzioni. Questi fenomeni sono per me inaccettabili: non hanno niente a che vedere con l’esercizio senza vincolo del mandato parlamentare”.
Sono invece, e’ la conclusione di Vannino Chiti, “espressione di trasformismo che, tanto piu’ in presenza di una legge elettorale che costringe al voto in blocco per le liste dei partiti, tradisce fino in fondo il rapporto con i cittadini”.