L’attacco sferrato sabato scorso alla scuola pubblica dal Presidente del Consiglio é grave e irresponsabile.
La scuola garantisce ai cittadini l’uguaglianza nelle opportunità di vita, permette alla società di essere giusta e moderna. Berlusconi ha offeso il lavoro dei professori, che svolgono una funzione fondamentale per le giovani generazioni. La smentita, ormai abituale, del giorno dopo peggiora solo il senso delle sue parole. Berlusconi ha detto «che educare i figli liberamente vuol dire non essere costretti a mandarli in una scuola di Stato dove ci sono degli insegnanti che vogliono inculcare dei principi che sono il contrario di quelli che i genitori vogliono inculcare ai loro figli educandoli nell’ambito della loro famiglia».

Non esiste una scuola pubblica in cui si insegnano principi sbagliati e un’altra, privata, in cui si insegnano principi giusti. La scuola, come stabilisce la Costituzione, ha un modello unico. La differenza risiede nella preparazione e nella serietà dei singoli insegnanti e dell’istituto scolastico. Anche l’uso del verbo “inculcare” denota una concezione del tutto distorta e autoritaria da parte del Presidente del Consiglio: gli educatori – che siano i genitori o gli insegnanti – non “inculcano”, bensì trasmettono, aiutano i ragazzi a costruirsi un proprio bagaglio di conoscenze e di idee, a dotarsi degli strumenti per scegliere e vivere in maniera consapevole.
La contrapposizione tra famiglie e scuola pubblica, operata da Berlusconi, é del tutto priva di senso: in tante famiglie italiane i genitori insegnano ai propri figli gli stessi valori trasmessi da numerosi insegnanti. La legalità, il senso di responsabilità, i diritti i doveri, il rispetto, la tolleranza, la cultura come strumento di progresso civile: dobbiamo impegnarci perché ogni famiglia e ogni scuola siano capaci di formare a questi valori.

Dalla qualità del nostro sistema scolastico dipendono il futuro del paese, la la capacità dell’Italia di essere all’altezza della sua tradizione culturale e all’avanguardia nel campo delle scienze. La scolarizzazione di massa ha fatto progredire l’Italia e ridotto le distanze sociali. Dalla scuola sono venute le migliori energie per il paese.
Berlusconi, attaccando la scuola, ha suo malgrado sottolineato un aspetto di coerenza con l’azione del suo governo: questa destra non ama la scuola. Da anni opera tagli feroci nel campo dell’istruzione e della cultura.

Per questo è giusto raccogliere l’invito ad aderire alla manifestazione del 12 marzo: al suo centro vi sono la difesa della Costituzione e della scuola pubblica. Sono i fondamenti della nostra identità, i principi su cui si fonda la nostra comunità nazionale. Dar loro la forza necessaria é il modo migliore per garantire alla nostra società un cammino di progresso, nella democrazia.