«La lotta al traffico e all’inquinamento sarà una delle priorità della nostra azione di governo. Le targhe alterne e i blocchi del traffico sono misure tampone di scarsa efficacia: la lotta allo smog necessita di ben altri interventi, a partire dalla conversione del trasporto pubblico locale con mezzi eco-compatibili. Indispensabile, poi, ridurre il numero delle auto che circolano a Roma».
Sono parole di Gianni Alemanno pronunciate nell’aprile del 2008 durante la campagna elettorale per l’elezione del sindaco di Roma. A febbraio 2011 possiamo affermare che questa è stata una delle tante operazioni di propaganda del sindaco di destra rivelatasi un totale fallimento. La Capitale soffoca per lo smog. Da diversi giorni il Comune ricorre al provvedimento (tampone, come direbbe Alemanno) del blocco dei mezzi più inquinanti. Nello scorso ottobre un rapporto di Legambiente sulla qualità dell’aria retrocedeva Roma dal 62° al 75° posto in Italia. Si contestavano all’amministrazione importanti responsabilità sulla densità del traffico, sottolineando che «i cittadini patiscono ogni giorno gli effetti dannosi di una mobilità scriteriata, con centro e periferie invase dalle auto private». Pochi giorni fa é giunto un nuovo allarme di Legambiente sull’aumento dell’inquinamento a Roma e nel Lazio a causa della presenza di polveri sottili nell’aria: «i valori dello smog a Roma sono fuorilegge in quasi tutte le zone». La responsabile di Legambiente Lazio, Cristiana Avenali, ha domandato: «che fine hanno fatto le regole fissate dal piano regionale di risanamento dell’area?»

Se Roma piange, le altre città non stanno meglio: sempre secondo uno studio di Legambiente, lo scorso anno 48 capoluoghi di provincia hanno superato il limite giornaliero di polveri sottili nell’aria per più dei 35 giorni consentiti dalla legge. In 21 città i giorni fuori limite sono stati oltre 70. La principale fonte d’inquinamento urbano deriva dai trasporti, responsabili, per esempio, del 50% delle polveri sottili a Roma.
A causa dell’inquinamento ogni anno muoiono circa 8000 persone. Ogni 10.000 abitanti, più di 15 perdono la vita prematuramente solo a causa delle polveri sottili.
Sottovalutare questo problema che affligge la vita dei cittadini significa macchiarsi di una grave responsabilità. Non é un caso che nello scorso novembre dall’Europa sia giunto un monito formale all’Italia per non aver rispettato una direttiva sulla qualità dell’aria. Da due anni infatti l’Unione Europea esorta il nostro governo a rispettare i limiti imposti dalla normativa comunitaria.

La sfida per chi governa le nostre città è renderle sostenibili e a misura d’uomo: l’utilizzo dei mezzi pubblici è ancora a livelli troppo bassi, sia per le cattive abitudini di alcuni cittadini che – in molti casi – per la carenza del servizio. Bisogna rendere il trasporto pubblico la soluzione maggiormente in grado di rispondere alle esigenze dei cittadini facendola diventare più comoda, più utile e più economica del mezzo privato. É necessario tutelare ed estendere le aree verdi, incentivare l’utilizzo dei mezzi non inquinanti, come le biciclette.
É così che si fa dovunque in Europa: è la scelta di concreta innovazione anche per Roma e per l’Italia.