Dopo l’ultima Assemblea Nazionale il Partito Democratico é pronto ad avanzare la sua proposta di programma per il governo dell’Italia. Berlusconi è al suo declino e l’Italia deve risollevarsi dai danni che ci lascia. Nel corso dell’ultimo decennio il nostro paese ha fatto passi indietro su tanti fronti: si sono aggravate le disuguaglianze di ordine economico e sociale, è aumentato il numero delle persone in condizione di povertà, è diminuito il reddito medio degli italiani, si è impoverita l’offerta della scuola e dell’università. C’è un altro aspetto fondamentale da non sottovalutare: il berlusconismo ha scalfito i principi dell’etica e i valori scritti nella nostra Costituzione. L’onestà, il rispetto per le istituzioni, la solidarietà, il senso civico devono tornare ad essere le linee guida dei nostri comportamenti pubblici e privati.
Due assi portanti del nostro programma sono la riforma delle istituzioni della Repubblica e un nuovo patto sociale per la crescita e il lavoro. Le riforme istituzionali e quella della legge elettorale sono passaggi necessari affinché si superi l’eterna transizione italiana e si renda la nostra democrazia in grado di affrontare le sfide della modernità.
Il nostro piano per la crescita e il lavoro sarà incentrato sul rilancio dello sviluppo e sulla stabilità dei conti pubblici. I due obiettivi devono stare insieme e non essere tra loro alternativi come nella politica di Tremonti. Per creare uno sviluppo nuovo e sostenibile per il Pianeta bisogna puntare sulla green economy, che può creare un milione di posti di lavoro in cinque anni.
Equità e giustizia sociale devono guidare le politiche economiche: le forti disuguaglianze colpiscono la coesione del sistema paese. La nostra proposta sul fisco, il progetto “20-20-20”, intende premiare il lavoro – sia dipendente che autonomo – e le famiglie: non più le rendite.
Il lavoro è un diritto: deve tornare ad essere centrale. Il Pd vuole ridare all’Italia una politica industriale. La destra invece l’ha sostituita con l’improvvisazione: la medicina della destra spinge l’Italia verso il declino. É impossibile che il nostro paese possa superare il deficit di competitività senza dare priorità alla ricerca, alla formazione, all’innovazione.
É in questo quadro che si colloca la necessità di una riforma del welfare: oggi abbiamo bisogno non di politiche di risarcimento bensì capaci di promuovere uguaglianza di opportunità e merito.
La sfida di una forza progressista è tenere insieme – non contrapporre – diritti dei lavoratori e competitività delle aziende. L’aumento della produttività ci è richiesto dalla globalizzazione, ma i diritti fondamentali devono essere garantiti oggi non meno di ieri. Dobbiamo esportare, in paesi che ancora non li hanno, i nostri sistemi di garanzia e tutela, non importare la precarietà. Ne abbiamo già troppa, come ben sanno i nostri giovani.
L’Italia è negativamente condizionata dalla perdita di autorevolezza del Presidente del Consiglio, sia sul piano interno, sia – e ancor di più – su quello internazionale: è un conflitto continuo tra istituzioni, con la ricerca di soluzioni legislative per sottrarsi ai processi che lo riguardano; è il venire avanti, da anni, di un’azione che non si misura con i problemi dell’Italia, ma pratica soltanto occasioni di divisione.
É ora di voltare pagina. Il nostro paese ha bisogno di un governo serio, rigoroso, competente.
fate le cose per bene, non fate come nel 1996 e nel 2006
Un bel lavoro ma bisogna farlo arrivare a tutti, alla gente che vota. per esempio, i testi sono troppo lunghi (non mi riferisco al blog di Chiti). capisco che si cade nella supercialità ma la gran parte della gente vuole pillole, farsi un’idea.
Aggiungo che serve unità nella comunicazione. Se continuate a dire cose diverse o con sfumature diverse la gente continua a dire che il Pd non si sa cosa propone.