Ore 17.24 – “Di fronte ai contenuti dell’inchiesta che riguarda il Presidente del Consiglio, c’e’ un’esigenza di sicurezza del nostro paese, non certo assicurata da un primo ministro che si sia reso vulnerabile ai ricatti, come nel caso di Silvio Berlusconi”.
E’ quanto scrive nel suo blog Vannino Chiti, vice presidente del Senato e commissario del Pd Lazio.
“Su questo punto e’ stata presentata dal vice capogruppo Pd al Senato Zanda un’interrogazione al ministro Frattini per conoscere se dalla nostra rete diplomatica o dai nostri servizi di sicurezza siano giunte al governo italiano informazioni sul giudizio espresso dalle cancellerie dei Paesi con i quali l’Italia e’ legata da relazioni diplomatiche, sulla condizione di ricattabilita’ del presidente del Consiglio.
E’ grave – sottolinea Chiti – che persino il suo caposcorta storico, come si legge su Repubblica, denunci la mancata identificazione e controllo delle persone che entrano nella residenza del premier per incontrarlo.
La vita di un capo di governo – prosegue Chiti – non puo’ essere nascosta dietro la foglia di fico della rivendicazione del privato: cio’ non vale per gli uomini di Stato, soprattutto quando faccia perdere credibilita’ e autorevolezza rispetto ai sacrifici da chiedere, per fronteggiare la crisi economica o per l’impegno nelle missioni militari internazionali di pace”.