Non intendo entrare nel merito delle ultime vicende giudiziarie che coinvolgono il Presidente del Consiglio. Ciò che mi preme sottolineare è il discredito per il nostro Paese che esse producono. Per questo sono indispensabili senso delle istituzioni, trasparenza, rigore e responsabilità. Berlusconi deve chiarire sul piano politico, di fronte all’opinione pubblica e ai magistrati quanto gli viene addebitato. Chiarire significa spiegare, dar conto, dimostrare, non inventarsi congiure, aggredire i magistrati, sottrarsi al confronto nelle sedi proprie. Il premier non può limitarsi ad un galleggiamento. Lo ripeto: ha il dovere di dimostrare che le gravissime accuse sono prive di fondamento. Un uomo pubblico deve rispondere di ogni suo comportamento.Il voto dei cittadini non rappresenta una delega in bianco, ma una investitura per governare: è sottoposta a controllo e verifica. Soprattutto dietro la governabilità non si possono nascondere comportamenti non legali o anche semplicemente non consoni alle funzioni che si ricoprono. Concussione e sfruttamento della prostituzione minorile sono reati gravi.
All’aspetto giudiziario se ne aggiunge un altro di natura politica: chi ricopre un incarico istituzionale, addirittura quello di capo del governo, è tenuto a rispettare i principi dell’etica. Non può rivendicare una netta separazione tra la propria vita pubblica e quella privata, né può condurre quest’ultima in modo da suscitare sconcerto e sgomento. Deve essere d’esempio nei confronti dei cittadini.

C’è il rischio che queste vicende provochino nuovi scontri istituzionali e che allontanino l’attenzione e l’impegno nei confronti di problemi fondamentali per il futuro dell’Italia. Il nostro Paese non può permettersi di vivere una fase di immobilismo dell’azione di governo e di quella legislativa. Il lavoro, il potere d’acquisto di stipendi e pensioni, il risanamento del debito pubblico e lo sviluppo, la scuola e l’università: sono questi i temi di cui deve occuparsi la politica. Se Berlusconi non è in grado di rispondere ai giudici e ai cittadini, dimostrando l’infondatezza delle accuse che lo riguardano, allora non potrà non trarne le conseguenze e rassegnare le dimissioni. Un’altra via, oltre a queste due, non esiste, se si ha a cuore l’Italia.