Il ministro del welfare Sacconi, a proposito della disoccupazione giovanile, ha dichiarato che i giovani devono darsi da fare e che «qualunque lavoro è meglio del non lavoro». No, non può essere semplicemente questo l’approccio del governo. Chi guida il nostro paese ha il dovere di varare politiche di sviluppo che favoriscano la crescita qualitativa e quantitativa del mercato del lavoro. É vero che l’obiettivo base deve essere quello di garantire un lavoro per tutti. Ma occorre compiere ogni sforzo affinché i nostri giovani possano realizzare i propri sogni e le proprie aspettative, cioè avere un lavoro che corrisponda alla loro formazione di studi. Il governo di destra invece sembra affidarsi all’improvvisazione e alla buona sorte.
I dati diffusi dall’Istat nei giorni scorsi fotografano un quadro ancora molto difficile, a partire proprio dai più giovani: Il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) a novembre 2010 è salito al 28,9%, il livello più elevato dal gennaio del 2004. Non possiamo stare a guardare mentre quasi un terzo dei ragazzi e della ragazze si trova senza la possibilità di costruire il proprio futuro.
il tasso di disoccupazione complessivo è all’8,7%, anch’esso il più alto dal 2004, in crescita dello 0,4% rispetto ad un anno prima. Il numero delle persone in cerca di occupazione risulta in aumento del 5,3% rispetto a novembre 2009. Occorre aggiungere che questi dati non comprendono i lavoratori che si trovano in cassa integrazione, che sono tanti e in costante aumento.
Desta particolare preoccupazione il fenomeno dei cosiddetti “scoraggiati”, cioè coloro che dichiarano di non essere alla ricerca di un lavoro perché ritengono di non riuscire a trovarlo. In Italia nel terzo trimestre del 2010 sono arrivati a quota 1 milione 478 mila, in crescita del 14% rispetto allo stesso periodo del 2009.
Le donne continuano a pagare un prezzo troppo alto: il tasso di disoccupazione femminile e’ pari al 10%, in aumento dello 0,3% su base annua. Il numero di donne disoccupate è aumentato dell’1,5% rispetto a ottobre e del 5% rispetto a novembre 2009.

La situazione complessiva si sta facendo ancor più difficile perché hanno ripreso ad aumentare i prezzi al consumo: a dicembre 2010 l’inflazione si è attestata all’1,9% su base annua, dall’1,7% di novembre. Si tratta del dato più alto dal dicembre 2008. Il tasso di inflazione medio annuo nel 2010 e’ stato pari all’1,5%, quasi il doppio rispetto a quello del 2009.
Il Partito Democratico, da parecchi mesi, denuncia che le tariffe dei servizi sottoposti a regolamentazione, sia nazionale che locale, crescono in modo ingiustificato: i servizi postali, autostradali, ferroviari, idrici e della raccolta rifiuti stanno mettendo in grande difficoltà i cittadini italiani. A questi vanno aggiunti i forti aumenti dei prezzi delle polizze rc- auto e dei carburanti.

L’Italia si trova in una fase di stagnazione, con alta disoccupazione e prezzi in ascesa. La destra al governo è da mesi in una profonda crisi politica. Il paese non può sopportare questo immobilismo. La via d’uscita, nell’interesse dell’Italia, sarebbe la nascita di un governo di responsabilità nazionale, che sappia affrontare le riforme necessarie a superare la crisi economica, realizzare il risanamento dei conti pubblici e l’avvio di un nuovo sviluppo, dare una risposta positiva ai temi del lavoro, della formazione, della ricerca e dell’innovazione, ammodernare le nostre istituzioni.
É questa la via per rendere utile la legislatura e per ricostruire un rapporto di fiducia tra politica e cittadini.