Venerdì e sabato scorsi in alcune autostrade e sui treni si sono vissute ore difficili. Per via dell’inefficienza nella gestione dell’emergenza maltempo da parte della società Autostrade e dell’Anas, diversi tratti sono diventati teatro di una paralisi del traffico, nella quale sono rimasti intrappolati – anche per 24 ore consecutive – migliaia di cittadini, famiglie, donne e bambini. I treni ad alta velocità hanno accusato ritardi di ore, quelli locali sono rimasti bloccati. A Firenze, nella stazione di S. Maria Novella 5000 persone hanno dovuto passare la notte in tenda.
La Cassia bis, l’autostrada E45, la A11 e in particolare il tratto toscano della A1 sono i casi più gravi di una pagina disastrosa per la mobilità nel nostro paese. Posso raccontare il calvario vissuto da migliaia di persone sulla A1 per essere stato testimone diretto di un blocco che ci ha costretto a passare la notte in autostrada. Sono partito da Roma alle 15.30 di venerdì 17, sono arrivato a Pistoia alle 13.35 di sabato 18. Non è la prima volta che l’asse autostradale più importante d’Italia rimane paralizzato, spaccando in due il paese. Non si può parlare di un effetto sorpresa, visti gli allarmi lanciati con anticipo dai servizi di previsione del tempo. Né la nevicata è stata eccezionale: si è trattato al massimo di 50 cm. Le responsabilità sono da addebitare a chi ha gestito in maniera superficiale una situazione che in altri paesi è normale amministrazione: i mezzi antineve e spargisale sono entrati in funzione molto tardi, quando la situazione era ormai compromessa; i cartelli segnaletici non hanno avvisato gli automobilisti sul pericolo di neve ma riferivano solo informazioni su presunte “code a tratti”; solo in prossimità di Firenze – esattamente a 16 km – abbiamo visto l’autostrada restituita alla normalità, come poteva e doveva essere ovunque. Non hanno funzionato neanche i filtri: automobili e, soprattutto, mezzi pesanti erano privi di catene o pneumatici da neve. Avrebbero dovuto essere bloccati ai caselli d’ingresso, come impone la legge.

Gravi disservizi si sono verificati anche sul fronte dell’assistenza: sull’autostrada A1 durante la notte ho visto bambini piccolissimi, mamme che allattavano, persone anziane, o che avevano bisogno di medicine come l’insulina. Gli unici ad essere presenti e a dare una mano sono stati agenti della polizia stradale, costretti ad operare in condizioni difficili. Gli altri, invece, non si sono visti.
I responsabili di questa situazione devono essere individuati e chiamati a risponderne. Non funzionano così le concessioni di autostrade ai privati, senza strumenti di controllo e di intervento efficaci: si incamerano pedaggi, ogni anno più alti; non si fanno i nuovi investimenti e poco la stessa manutenzione; non ci si cura della sicurezza dei cittadini.

Dopo questo nuovo disastro non possiamo far finta di nulla. I cittadini che hanno subito vicissitudini devono avere risarcimenti da società Autostrade e Ferrovie. Dobbiamo riprendere in mano le concessioni delle autostrade e i rapporti con Anas. Al Senato, da due anni, c’è una proposta di legge del Pd per creare una commissione di inchiesta.
La destra fino ad ora si è opposta: sarà bene che ci si convinca a procedere.
I responsabili – per incompetenza o scarso impegno – devono essere rimossi. Non mi sono piaciute le conclusioni del ministro Matteoli, dopo l’incontro con i vertici di Autostrade, Anas e Ferrovie. Sembra che la colpa sia degli italiani, cioè di tutti, dunque di nessuno. Se nessuno risponde dei suoi errori o delle sue inadempienze, tutto continuerà come prima: dunque ci sarà, prima o poi il ripetersi di questi disastri.
Così invece non deve essere.

Voglio rivolgere un ringraziamento ad alcuni paracudisti – dei quali non conosco il nome – che trovandosi coinvolti nel blocco della A1, si sono prodigati per portare conforto agli automobilisti in difficoltà, acquistando latte, bottiglie d’acqua e distribuendole alle famiglie. É la parte seria e bella del modo di essere degli italiani: è quella che dobbiamo valorizzare, incoraggiare, far divenire assolutamente prevalente.

Tra pochi giorni è Natale: agli amici che frequentano questo blog e ai loro cari rivolgo i miei auguri sinceri di serenità e per un 2011 più positivo e generoso di soddisfazioni.
Ci ritroveremo i primi giorni di gennaio.