L’Italia è un paese appiattito, privato della speranza di potersi rilanciare. Questo il quadro che emerge dal “Rapporto sulla situazione sociale” realizzato dal Censis. La crisi economica ha portato una «fatica del vivere e dolorose emarginazioni occupazionali». E’ la conferma di quanto il Partito Democratico denuncia da molto tempo: la crisi ha colpito duramente le famiglie, i lavoratori e i giovani. Il governo di destra ha una grande e seria responsabilità, quella di avere prima sottovalutato e poi di non essere stato capace di affrontare la prima emergenza dell’Italia: la crisi economica e il bisogno di lavoro. Inoltre, dal Rapporto emerge che «se anche ripartisse la marcia dello sviluppo, la nostra società non avrebbe lo spessore e il vigore adeguati alle sfide che dovremo affrontare». Per dare un futuro di progresso all’Italia dobbiamo dare avvio a uno sviluppo nuovo e sostenibile, che dia vigore all’economia e all’occupazione, che infonda fiducia nei cittadini. Abbiamo bisogno di un modello in grado di premiare il merito e l’impegno, che rispetti l’ambiente e valorizzi le nuove tecnologie. E’ proprio su questa visione del futuro che il Pd si impegnerà, a partire dalla grande manifestazione di domani a Roma. A piazza San Giovanni parleremo ai giovani che vogliono difendere il loro futuro. Gli studenti che nei giorni scorsi hanno manifestato in tutta Italia non contestano solo il Disegno di legge Gelmini, ma esprimono un più generale e profondo disagio rispetto al declino del nostro sistema d’istruzione. A confermarlo è anche un sondaggio condotto nei giorni scorsi dall’istituto Demos-Coop.
Nonostante i colpi inferti dal governo Berlusconi, la società italiana è ancora capace di reagire. Ad esempio, il Rapporto del Censis ci svela che le università, nonostante la diminuzione dei fondi pubblici, investono di più nella ricerca (+69,6% dal  2004 al 2008) e recano un contributo importante per la creazione di imprese ad alto tasso di innovazione. Questo è per noi del Pd un impulso a proseguire nel nostro impegno per il cambiamento.

Il declino nel quale siamo stati trascinati dalle politiche della destra va oltre il danneggiamento dei singoli settori. L’Italia – come ho detto – vive una fase di mancanza di fiducia, di decadenza dei valori fondanti, dei riferimenti culturali che tengono insieme la società. Spiega il Censis che «i nostri riferimenti nobili si sono appiattiti, soppiantati dalla delusione. Non riusciamo più a individuare un dispositivo di fondo che disciplini comportamenti e atteggiamenti». E’ compito della politica tenere alto il senso di appartenenza nei valori comuni, innanzi tutto dando attuazione concreta ai principi fondamentali della nostra Costituzione. Il neo-liberismo dominante a livello mondiale ha radicato nella società l’individualismo egoistico e la logica di un profitto senza principi e senza regole. Il mercato è stato lasciato a sé stesso, divenendo autoreferenziale, non più strumento finalizzato agli interessi collettivi, a quel bene comune essenziale per il futuro di un paese. La destra, anche in Italia, si è mossa solo dietro a interessi di parte, ha divaricato i buoni propositi – affidati alle parole – dai comportamenti pratici, permeati dal disprezzo delle regole, dal loro stravolgimento. Tutto questo ha reso più fragile la legalità e ha logorato quel senso etico che deve caratterizzare lo spirito pubblico di un paese, lo stile con cui si rappresentano le istituzioni. Viene ad essere colpita la fiducia nella politica, nello Stato, nell’avvenire.

Tuttavia il patrimonio di solidarietà, che contraddistingue la società italiana, non è stato liquidato. Il volontariato resta un pilastro della nostra comunità: il Censis certifica che oltre il 26% degli italiani dichiara di impegnarsi personalmente nel sociale, per fare qualcosa di concreto per gli altri, mossi da convinzioni etiche e ideali. Il volontariato è un elemento decisivo nel nostro sistema di welfare, ma ha bisogno di politiche e non dell’assenza del governo: ad esempio i costi dell’assistenza ai disabili pesano sempre di più sulle loro famiglie che affrontano ogni giorno difficoltà crescenti.
E’ giunta l’ora di riprenderci il nostro futuro e di impegnarci tutti perché in Italia si volti pagina. La prossima settimana – il 13 e il 14 – si gioca in Parlamento una partita di estrema importanza, quella per mandare a casa il governo Berlusconi. Intanto sabato facciamo sentire a Roma, nella manifestazione del Pd, la voce possente e pacifica dell’Italia che vuole cambiare.