Ci ritroviamo dopo la pausa estiva e riprendiamo con un messaggio di speranza: durante l’estate sono arrivate due buone notizie dal fronte dell’economia verde (la green economy).
Una ricerca dell’ufficio studi di Confartigianato rivela che in Italia la produzione complessiva da fonti rinnovabili nel 2009 ha superato di poco (100,6%) il totale dei consumi domestici. Produciamo tanta energia “pulita” quanta ne consumiamo nelle case. Il principale merito è da ascrivere alla produzione da energia solare, che è cresciuta del 250%. La Puglia è la regione che più di tutte ha incrementato la sua capacità produttiva con gli impianti fotovoltaici e addirittura supera la Cina per potenza di impianti solari installati (161 mw contro i 160 cinesi).
A sorpresa è il sud Italia a detenere il primato di produzione energetica da fonti rinnovabili con il suo 47% del totale.
Si tratta di un segno di dinamismo importante da parte del mondo dell’imprenditoria. La green economy è il futuro e per crescere e affermarsi ha bisogno anche dell’iniziativa dei singoli, della consapevolezza da parte di tutti che il nostro sviluppo deve procedere di pari passo con il rispetto dell’ambiente.
A questi segnali di dinamismo si devono affiancare politiche a livello nazionale e regionale. La green economy deve essere uno dei pilastri del rilancio dell’Italia, il Partito Democratico ne è convinto e ha posto questo punto in cima alla sua proposta politica per un nuovo sviluppo.
Molto si può ancora fare, ci sono grandi margini di crescita, a patto di finanziare e incoraggiare la ricerca del settore: per esempio, i settori del solare termico e delle biomasse sono ancora in ritardo e il potenziale disponibile è in buona parte da sfruttare.
Un altro segnale di incoraggiamento per lo sviluppo verde viene dagli Stati Uniti: una ricerca di un docente della Duke University, pubblicata dal New York Times, rivela che la produzione di energia solare costa meno di quella nucleare. Da quando il solare costa meno di 16 centesimi di dollaro a kilowattora conviene più della produzione di energia dall’atomo. Lo studio rivela un altro dato interessante: mentre il fotovoltaico vede scendere progressivamente il suo costo, la spesa necessaria per costruire un reattore nucleare si è triplicata negli ultimi otto anni. E, oltre a ciò, il nucleare da fissione – quello attuale – produce scorie radioattive, la cui pericolosità dura migliaia di anni.
La politica energetica di un paese che vuole crescere in maniera responsabile, attraverso programmi seri e coerenti nel tempo, deve pensare al bene di chi viene dopo di noi e deve ricercare la diversificazione delle fonti, basandosi sull’analisi dei dati, sui risultati della ricerca, sulla misura dei costi e dei benefici, libera da posizioni ideologiche. L’Italia ha bisogno di una guida sicura e seria per prendere la rotta del progresso equo e sostenibile.
Ma allora il nucleare serve o no?
Carissimo Senatore, riprendendo anche la domanda precedente le chiedo: ma lei sarebbe favorevole al nucleare di nuova generazione ?
Perchè rispetto a quello che lei descrive nel blog, quello di nuova generazione non lascia scorie, è sicuro e nel tempo consente enormi risparmi.
Chiti lei non pensa che il sindaco Renzi usi parole sbagliate ma che in fondo abbia ragione quando chiede rinnovamento alla politica ?
Ho sentito anche Bersani fare ragionamenti di questo tipo. Si potrà obiettare sui modi ma forse si sta dicendo tutti la stessa cosa ma in modo diverso e con parole diverse. Cosa ne pensa ?
Sono in piena sintonia su quello che hai scritto Chiti ma purtroppo il governo non solo è contro la green economy ma cerca ancora di investire su tecnologie vecchie e che producono scorie pericolose. Spero si torni al più presto al voto.
Mariella, credo che porre in questi termini la questione sia facilone. Secondo me il nucleare è un tema complesso, forse noi comuni mortali non siamo in grado di dire Sì O NO, dovrebbero essere politici e tecnici a dettare la linea senza essere approssimativi e ideologizzati
Sono pugliese di Lecce, leggo con piacere che Chiti sottolinea i meriti della mia Regione sulla green economy. Vendola sta facendo un grande lavoro e penso possa fare altrettanto a livello nazionale
Caro Vannino ormai manca poco. Berlusconi finalmente è in caduta libera e speriamo lascerà spazio a una destra moderna, costituzionale, rispettosa dell’avversario. E’ anche interesse nostro avere avversari credibili, con cui confrontrarsi senza dover ricorrere agli insulti. Sono sicuro che Fini sarà un degno avversario.
Chiti, ma non possiamo cacciare Minzolini?
Cara Mariella, io penso che il dibattito sul nucleare non si possa ridurre a un secco sì o no. Si tratta di una strada per produrre energia elettrica che reca con sé alcuni vantaggi – grandi capacità produttive e zero emissioni inquinanti – ma anche controindicazioni importanti. Innanzi tutto le scorie nucleari che sono un pericolo che si protrae per migliaia di anni. In Italia dopo molti anni dalla chiusura delle centrali il problema delle collocazione definitiva delle scorie è ancora irrisolto. L’energia atomica comporta anche rischi di gravissimi danni alle persone e all’ambiente in caso di incendi o esplosioni che dovessero colpire le centrali. La probabilità che ciò accada è bassa ma sarebbe terribile il danno provocato.
Attualmente la tecnologia mette a disposizione la “terza generazione” di centrali, considerata ormai superata, in attesa che diventi disponibile la “quarta generazione”. Quest’ultima dovrebbe portare alcuni vantaggi importanti: maggiore sicurezza, minori scorie prodotte, riduzione degli sprechi, minori costi di costruzione ed esercizio. Esiste anche una prospettiva ancora migliore: che l’attuale sistema a “fissione” venga sostituito da quello a “fusione” degli atomi, che azzererebbe la produzione di scorie.
Ciò che è importante è che l’approccio a questi temi sia scevro da preconcetti, posizionamenti strumentali e ideologici. Occorre stabilire cosa è meglio per il futuro dell’Italia, agendo sulla base di una programmazione complessiva e delle competenze di settore.
Caro Maurizio, le prospettive date dal nucleare di quarta generazione e dal possibile passaggio alla fusione sono interessanti. La ricerca, l’evoluzione delle scoperte dell’uomo sono una grande risorsa per costruire un futuro di progresso. Pertanto guardo con favore a queste possibili novità.
La priorità dell’Italia deve essere quella di sostenere la ricerca affinché diventino realtà la quarta generazione e la produzione da fusione, è una sfida alla quale dobbiamo partecipare; parallelamente il futuro sta nelle fonti rinnovabili e nell’idea che la produzione di energia e lo sviluppo devono essere sostenibili rispetto alla buona salute dell’ambiente che ci ospita.
L’esperienza di tutti i paesi sviluppati insegna che la differenziazione delle fonti energetiche è la via migliore per garantire un giusto equilibrio tra costi, garanzia di approvvigionamento e sostenibilità ambientale.
Caro Luca, penso che le parole contino. Il rinnovamento è un fattore importante nonché inevitabile. Ma trovo sbagliato l’uso di espressioni come “rottamare”. In questo modo rischiamo di contrapporci al berlusconismo utilizzando – paradossalmente – espressioni e idee proprie di quel modo populistico di far politica della destra italiana che vogliamo contrastare. Nel Pd ci deve essere una mescolanza di esperienze preziose, capacità da valorizzare, forze fresche da far crescere.
Il rinnovamento è già una realtà, innanzi tutto a Firenze dove tutti noi abbiamo sostenuto la candidatura di Matteo Renzi. In tante altre realtà locali il Pd presenta giovani amministratori che si stanno facendo apprezzare per le loro capacità. Il ricambio generazionale è un processo graduale in cui le diverse generazioni devono mescolarsi. Altrimenti si cade nella propaganda sterile.
Caro Giuseppe, penso che la sua delusione verso l’operato di questo governo di destra sia la stessa di tanti altri italiani. Ci troviamo ad essere governati da forze che ignorano le priorità dell’oggi – il lavoro, il potere d’acquisto, le relazioni industriali – e la necessità di costruire una prospettiva migliore per il nostro futuro. Il sistema di istruzione, uno sviluppo nuovo e sostenibile, la politica industriale, quella energetica sono tutti elementi decisivi per stabilire che futuro vogliamo dare all’Italia.
A questo bilancio negativo si aggiunge la rottura ormai netta tra Pdl e Lega da una parte “Futuro e Libertà” dall’altra sui principi basilari su cui si fonda l’azione di governo.
La destra ha fallito. Come dice lei, bisogna restituire la parola agli elettori per far scegliere loro chi deve governare l’Italia. Prima però dobbiamo fare in modo che si cambi la pessima legge elettorale in vigore e si restituisca ai cittadini il potere effettivo di scegliere le maggioranze di governo e i rappresentanti nelle istituzioni.
Il Pd si sta impegnando in questa direzione: in caso di crisi di governo faremo ogni sforzo affinché un governo a termine lavori a una nuova legge elettorale e presenteremo agli elettori un programma di governo alternativo alla destra che tanti danni ha fatto.
Caro Marcello, è vero: la produzione di energia elettrica da centrali nucleari è un tema complesso. Presenta aspetti positivi e negativi di una certa rilevanza. Come sottolinea lei, chi ha la responsabilità di governare e decidere la politica energetica del nostro paese deve valutare con attenzione i pro e i contro, individuare le strade meno rischiose e maggiormente promettenti per il futuro. La voce dei tecnici del settore deve certamente avere un peso nelle decisioni assunte. Nell’approccio del governo Berlusconi invece si riscontra un atteggiamento superficiale, improntato solo alla volontà di propagandare scelte ideologiche. La tecnologia di terza generazione, con cui dovrebbero essere costruite le nuove centrali nucleari volute da questo governo, è superata, molto costosa e non immune da grossi pericoli. Non è così che si porta l’Italia verso un futuro di progresso e sviluppo sostenibile.
Caro Giampaolo, è doveroso sottolineare la crescita della green economy in Italia e, in particolare, gli esempi virtuosi come la Puglia. L’esperienza di governo di centrosinistra sta portando grandi benefici alla regione, l’equità e l’innovazione sono tra gli obiettivi principali dell’amministrazione guidata da Nichi Vendola e, dopo i primi cinque anni, arrivano dei risultati concreti e significativi. Queste politiche progressiste, insieme ad altre esperienze virtuose di governi regionali, devono fungere da stimolo e da esempio per altre regioni che invece segnano il passo.
Il contributo di una personalità di spessore come Vendola potrà arricchire la proposta politica che il centrosinistra presenterà agli italiani. Il Partito Democratico è impegnato per guidare un progetto di governo che trasformi l’Italia in un paese più giusto e moderno.
Cara Marta, è vero: l’Italia farebbe un passo in avanti se ci fosse una forza di destra rispettosa delle istituzioni, dei principi di legalità, della certezza del diritto, della Costituzione Repubblicana. La cultura dell’insulto, che troppo spesso caratterizza i comportamenti di alcuni esponenti della destra, è contraria alle più basilari regole della democrazia. Il rispetto non può mai mancare nel confronto politico.
Pur nella diversità delle idee e delle proposte, le differenti formazioni politiche devono riconoscersi e rispettarsi a vicenda.
Il compito che hanno il Partito Democratico e tutto il centrosinistra è quello di presentare agli italiani una proposta di governo e un insieme di idee e valori profondamente diversi dal modello del “Berlusconismo” e alternativi alla destra.
Caro Andrea, purtroppo la qualità dell’informazione della maggior parte dei telegiornali italiani è bassa per via di una subalternità alle posizioni del governo e della maggioranza. L’indipendenza di molte testate giornalistiche è venuta a mancare per volontà del leader di un partito che solo a parole si chiama “delle libertà”. Il Tg1 sotto questo aspetto è un esempio evidente di questa grave realtà.
L’informazione libera e il pluralismo sono, invece, elementi essenziale per una democrazia compiuta.