Ancora una volta si parla di strategie future della Fiat e ciò che risulta evidente è che mancano un ruolo forte e l’autorevolezza del governo rispetto alle scelte operate dalla casa automobilistica torinese.
Nei giorni scorsi l’amministratore delegato della Fiat Marchionne ha annunciato che la produzione della nuova monovolume non avverrà a Mirafiori, come inizialmente previsto, ma in una fabbrica in Serbia. L’annuncio ha suscitato diverse polemiche e dichiarazioni critiche, anche da parte di esponenti del governo e della maggioranza. Il problema è che le prese di posizione della destra arrivano solo dopo gli annunci della Fiat. Come per la previsione di chiusura di Termini Imerese e per l’accordo contrattuale di Pomigliano D’Arco, questioni peraltro ancora non risolte. Le strategie operative della Fiat – una delle industrie automobilistiche più importanti in Europa e nel mondo – devono essere oggetto di un confronto complessivo tra l’azienda, i sindacati e il governo.
È dovere di chi ha la responsabilità di guidare il paese avere una politica industriale con cui dare certezze al sistema paese, conoscere i piani di sviluppo delle imprese più importanti e svolgere un ruolo di programmazione, di sostegno, di indirizzo verso nuove frontiere dello sviluppo. Il governo di destra invece procede improvvisando ogni giorno in base a ciò che succede o viene annunciato. Da quasi tre mesi, addirittura, manca un ministro per lo sviluppo economico.
Rispetto alle scelte della Fiat, per esempio, sarebbe stato necessario ottenere precisi impegni su occupazione e produzione prima di concedere aiuti attraverso gli incentivi. Questo l’anno scorso non è stato fatto.
Non possiamo accettare che scelte così cruciali per il futuro dell’occupazione e dell’economia del nostro paese siano oggetto di dichiarazioni e repliche a mezzo stampa. Il governo faccia ciò che non ha fatto finora: apra con la Fiat un confronto su tutti i nodi cruciali della produzione in Italia e sulle prospettive future.
È doveroso chiedere perché Mirafiori non sarebbe adatta a produrre la nuova monovolume. Se l’impegno dell’azienda automobilistica era quello di rafforzare la presenza in Italia in cambio di precise garanzie su un miglioramento della produttività, si discuta di questo – nel rispetto dei diritti dei lavoratori – senza scegliere la linea del conflitto continuo. A questo tavolo naturalmente devono sedere anche i rappresentanti dei lavoratori: ogni giorno di più si avverte il peso negativo delle divisioni nel sindacato. In una fase tanto complessa e decisiva è molto importante che i sindacati ritrovino compattezza per affrontare insieme le questioni che sono in discussione: la produttività necessaria a recuperare competitività sul mercato mondiale, i nuovi modelli contrattuali, i diritti e le tutele fondamentali dei lavoratori che non devono essere ridotti ma, piuttosto, estesi ai tanti precari che ne sono ancora sprovvisti.
L’annuncio di una nuova delocalizzazione della Fiat pone anche un tema più generale: ci sono molte cose da migliorare per rendere il nostro mercato più attraente per gli investimenti. L’ultima classifica sulla competitività elaborata dal World Economic Forum ci colloca al 48′ posto: servono maggiore trasparenza e rapidità nelle decisioni pubbliche, più fiducia nel decisore politico, un più corretto uso dei fondi pubblici, le certezze che solo la legalità e il rispetto delle regole possono dare, infrastrutture più moderne ed efficienti.
Caro Chiti, ce ne andiamo in ferie con un governo che balla e quest’altro caso Fiat. va be’ buone vacanze, io emigro per un po’
Sono un operaio Fiat. Marchionne ci chiede più efficienza, ma non credo si possa fare molto più di quello che già stiamo facendo. Siamo già al limite dell’efficienza massima. Dopo si schiatta
Chiti, ci rivediamo dopo un po’. leggendo i giornali facevo la stessa riflessione: ma com’è che ogni due mesi Marchionne spara la minaccia (contraddicendo se stesso) e il governo corre con la toppa in mano?
Buone ferie senatore e speriamo che al rientro il governo cada immediatamente. buone vacanze a tutti.
Presidente Chiti, lei merita gli auguri di buon riposo. Può dire di aver meritato le ferie. Auguri!
Cara Simona, la situazione complessiva in cui si trova il nostro paese non è certamente positiva e, purtroppo, registriamo queste altre notizie che contribuiscono ad alimentare quel senso di disorientamento e quella sfiducia che si sono radicate nella società già da un po’ di tempo. I problemi nelle relazioni sindacali interne alla Fiat e le incertezze circa le strategie di sviluppo dell’azienda fanno parte di una generale instabilità dovuta anche alla scarsa presenza del governo, alla mancanza di una politica industriale in grado di indirizzare e sostenere le attività imprenditoriali.
Obama trova il tempo per occuparsi della Chrysler, Berlusconi invece non lo ha per la Fiat. In compenso, il governo italiano, da maggio, è senza il ministro dello Sviluppo Economico.
In questi giorni sono anche esplose le divisioni nella maggioranza di destra. A pagarne il prezzo non possono essere gli italiani che, invece, chiedono un governo autorevole e risposte serie.
Ricambio di cuore gli auguri per buone vacanze.
Caro Giuseppe, io ritengo che il modo migliore per raggiungere l’obiettivo di una maggiore produttività – necessaria per garantire alla Fiat la competitività sui mercati – sia quello di un confronto fra tutte le parti coinvolte. É essenziale, oltre che doveroso, tenere conto del punto di vista di voi lavoratori, che vivete in prima persona il ciclo produttivo, i suoi punti di forza e quelli di debolezza. É necessario che i sindacati ritrovino una loro unità per difendere i vostri diritti e per realizzare un confronto con l’azienda sul futuro.
É importante che tutte le parti sedute al tavolo non partano da posizioni preconcette.
In ogni caso i diritti costituzionali non è possibile sottoporli a nessuna trattativa tra le parti sociali.
Caro Matteo, l’anomalia che tu sottolinei rende evidente come i rapporti tra il governo e le principali aziende presenti in Italia si muovano sotto il segno dell’improvvisazione e siano caratterizzati da un peso molto limitato di chi guida il paese. Da quando l’anno scorso vennero concessi gli incentivi per l’acquisto di auto, fino ai recenti sviluppi delle vicende di Pomigliano e di Mirafiori, la Fiat ha manifestato intenzioni che appaiono contraddittorie. É dovere del governo, e in particolare del ministro per lo Sviluppo Economico – che però risulta non essere “pervenuto” da più di tre mesi – quello di avere un confronto con la casa automobilistica, di conoscere i programmi dell’azienda per i centri di produzione del nostro territorio e di esigere, a tutela dei lavoratori italiani, che non vi sia un disimpegno ma al contrario un contributo allo sviluppo.
Caro Maurizio, auguro a te e ai tuoi familiari buone vacanze.
Dal governo e dalla maggioranza di destra, che tanti danni hanno già fatto, vogliamo chiarezza: in Parlamento si deve svolgere un dibattito sulla rottura determinatasi nel Popolo delle Libertà e si deve verificare se il governo ha ancora il consenso necessario per andare avanti. Vogliamo in ogni caso che al centro dell’agenda politica siano le vere priorità degli italiani, innanzi tutto la crisi e il lavoro.
Se il governo non avrà più una maggioranza – ma questo obiettivo è ancora da realizzare – è importante tentare la strada di un governo a termine di transizione, con il compito di cambiare la legge elettorale, attuare il federalismo solidale, ridurre il numero dei parlamentari e differenziare il ruolo del Senato e della Camera, varare provvedimenti urgenti per avviare un nuovo sviluppo, creando posti di lavoro non precari.
Poi si deve andare al voto, perché i cittadini decidano la maggioranza di governo e scelgano i loro rappresentanti nelle istituzioni.
Caro Francesco, la ringrazio. Tutti noi, ciascuno nel suo incarico, dobbiamo fare il nostro dovere. Spero di riuscirci. Come si dice, ce la metto tutta, anche perché sono da sempre convinto che diritti e doveri siano inseparabili.
Buone vacanze anche a lei.