Dallo scorso 25 febbraio i lavoratori cassintegrati dell’azienda petrolchimica Vinyls di Porto Torres occupano simbolicamente l’ex carcere dell’isola dell’Asinara per difendere il loro posto di lavoro e rilanciare il polo chimico del nord della Sardegna. “L’Isola dei Cassintegrati” è divenuta un simbolo delle lotte dei lavoratori della Sardegna impegnati in numerose vertenze per salvare il loro impiego. Gli occupanti pacifici hanno ricevuto la visita dei colleghi dell’Alcoa di Portovesme e la solidarietà di tanti altri lavoratori. Tra gli iscritti al social network Facebook in più di 60.000 hanno manifestato il loro sostegno a questa iniziativa di protesta. Questo è il Paese reale, che soffre e lotta contro le difficoltà di una terribile crisi economica. Dal 25 febbraio a oggi al Senato, per volere della maggioranza di destra, siamo stati costretti a occuparci del decreto legge con cui si intendeva privatizzare la Protezione civile, delle dimissioni del senatore del Pdl Di Girolamo, del collegato alla Finanziaria che allenta le protezioni sociali dei lavoratori e del legittimo impedimento per i processi di Berlusconi. Ecco dove sta la differenza tra i problemi degli italiani e quelli del governo e della destra.
Nei giorni scorsi la Commissione Lavoro della Camera ha votato all’unanimità un testo che recepisce due proposte avanzate dal Partito Democratico: il prolungamento della cassa integrazione ordinaria da 12 a 18 mesi – anche se il Pd chiedeva che si arrivasse a 24 – e l’utilizzo di un fondo Inps per il sostegno economico di quei lavoratori cui le aziende non pagano lo stipendio né permettono l’accesso alla cassa integrazione (come i dipendenti delle aziende del gruppo Omega).
Il ministro Sacconi si è subito detto contrario al prolungamento della cassa integrazione ordinaria, sostenendo che basta quella straordinaria e quella in deroga. Questo non è un buon segno in vista dell’approvazione definitiva della proposta di legge. Così facendo il ministro dimostra che il governo, ancora una volta, non comprende quanto grave sia la crisi e non intende prendersi cura delle esigenze dei lavoratori. Il primo motivo di contrarietà sarebbe l’eccessivo costo di questo provvedimento. L’impiego del denaro pubblico si basa su scelte di priorità: la destra, appena tornata al governo, sperperò i soldi dei cittadini per dar seguito alla irresponsabile strumentalizzazione elettorale compiuta su Alitalia e poco dopo decise di stanziare 3 miliardi l’anno per eliminare l’Ici sulla prima casa a favore dei più ricchi. Invece di perseverare sulla strada della irresponsabilità, il governo ascolti il grido d’allarme dei lavoratori, sostenga questa proposta di legge e accolga le proposte del Partito Democratico per la modifica del collegato alla Finanziaria in materia di lavoro: la scelta dell’arbitrato per dirimere controversie tra lavoratore e azienda deve essere facoltativa e non obbligatoria; la decisione degli arbitri deve essere vincolata al rispetto delle norme di legge e delle previsioni di contratto.
Anche in questa campagna elettorale la destra sta dimostrando che questi temi non rientrano nelle sue priorità. E’ il momento di dare un segnale forte per far capire cosa veramente stia a cuore agli italiani, votando per il Partito Democratico che si impegna per dare un concreto sostegno ai lavoratori e avviare un nuovo sviluppo. E’ importante dare un forte sostegno alle coalizioni di centrosinistra, tenere insieme questione sociale e difesa delle regole e della democrazia. Il vento sta cambiando: si è visto in Francia. Proviamoci anche noi.
Non scrivevo da un po’. Lo faccio per una proposta: mandiamo le telecamere all’isola dell’Asinara e facciamo una reality permanente con questi veri naufraghi del lavoro.
Chiti, in bocca al lupo per le regionali
Caro Senatore Chiti, era qualche settimana che non avevo il piacere di scrivere qualcosa sul suo blog e ora, rientrato in Italia, son lieto di ricominciare.
Fa molta rabbia leggere che i soldi “regalati” ai compagni di merende di Alitalia, Colaninno & company, sarebbero bastati a coprire la cassa integrazione per il prossimo anno, oppure in ogni caso sarebbero stati d’aiuto per uniformare gli ammortizzatori sociali a tutti i lavoratori.
Speriamo senatore che il vento cambi anche qui da noi: sarà più dura, ma ci spero anche io come fa lei.
Buongiorno a tutti.
Mi trovo perfettamente d’accordo con le misure proposte dal Pd: estensione della cassa integrazione e utilizzo del fondo inps.
Il problema però, che non riguarda solo il pd ma la politica in generale, secondo me è che non è possibile andare avanti solo con provvedimenti immediati. Ben vengano, ma così non ci potranno mai essere speranze sul futuro. Sono necessari progetti a lungo termine su lavoro, welfare e pensioni. Perchè se non si agisce sul lungo periodo non potremo mai migliorare la nostra società. Non è con provvedimenti che agiscono sull’immediato che possiamo migliorare le cose. Certo sono provvedimenti necessari in tempo di crisi, ma ciò che serve all’Italia è un cambio di passo. Servono progetti che guardino al futuro e alla politica è richiesta lungimiranza. Soltanto così potremo cambiare le cose e sperare in un futuro migliore per i lavoratori e le lavoratrici italiani.
Ma possibile che vedete sempre nero? che avete sempre da lamentare disastri vari? non è che per caso questo pessimismo ha contribuito a complicare la situazione, cioè a non cogliere occasioni di crescita, oltre che a vedere tutto molto peggio di com’è?
Senatore Chiti, in Francia è andata oltre le previsioni più ottimistiche. Ma in italia io sinceramente non riesco a vedere lo stesso trend. Mi spiego: rispetto al tracollo di qualche anno fa i socialisti francesi si sono rinnovati: la Royal sembra essersi fatta da parte, ci sono facce nuove come la Aubry e nuove idee.
Da noi il centrosinistra invece rispetto al passato non mi sembra abbia fatto chissà quale svolta, sia come uomini che come idee. Pur rimanendo sempre ottimista verso il voto di domenica prossima, vorrei però un suo parere circa le differenze tra la sinistra italiana e quella francese.
Ma Sacconi dove vive? non lo reputo uno stupido e nemmeno un imbroglione. Forse è costretto a fare così? perché?
L’isola dei cassintegrati è una bella iniziativa, pacifica, altamente simbolica e significativa. Tutti insieme per tutelare il posto di lavoro. Ultimamente la protesta si era fatta monotona e spesso troppo arrabbiata, questa è una cosa efficace. I cari politici capiscano che non si può andare avanti cosi. Capissero come si vive senza lavoro.
Caro Matteo, ti ringrazio sinceramente. Le prossime elezioni sono un appuntamento molto importante per il governo di tredici regioni, anche perché sappiamo tutti quante competenze siano in mano alle amministrazioni regionali. Ma le elezioni sono anche una occasione per dare un segnale forte di critica nei confronti del governo di destra che sta ignorando i problemi degli italiani. Lo hanno fatto i francesi, adesso tocca a noi.
La tua è qualcosa di più che una provocazione efficace. Il compito della televisione – insieme all’intrattenimento – è quello di raccontare cosa succede nel nostro Paese, portare nelle case di tutti fatti tanto seri come le proteste per la difesa del posto di lavoro. L’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro, dice il primo articolo della nostra Costituzione. La disoccupazione, dunque, è un argomento di primaria importanza per tutti: il governo che deve contrastarla, tutti i partiti politici che devono occuparsene, gli organi di informazione che devono informare i cittadini sul livello di gravità e diffusione dei problemi. Le telecamere dei tg e dei programmi di approfondimento dovrebbero mostrare la quotidianità delle lotte dei lavoratori, quelli dell’isola dei cassintegrati e i tanti altri che rivendicano i loro diritti in tutta Italia.
Caro Maurizio, bentornato. Hai detto bene: coi soldi gettati dalla finestra nella scriteriata operazione Alitalia – si dovrebbero mettere a confronto la soluzione definita dal Governo Prodi e fatta saltare dalla destra e dalla Lega per motivi elettorali e quella realizzata dal governo Berlusconi – si potevano fare molte cose, per esempio aiutare tanti lavoratori a vivere un po’ meglio la loro difficile situazione di disoccupati o cassintegrati. Si poteva inoltre dare un sostegno economico a quei lavoratori cui le aziende non pagano lo stipendio. Invece il governo ha deciso di coprire i debiti della compagnia coi soldi dei cittadini. Come dici tu, è urgente estendere le tutele ai tanti lavoratori che ancora non ne godono, come i precari.
Il vento può e deve cambiare, caro Maurizio. Mi auguro che la maggioranza degli italiani sia stanca di vedere un governo e una maggioranza che si occupano di trovare vie di fuga dai processi per il Presidente del Consiglio; che tagliano fondi alla scuola; che colpiscono anziché rafforzare le tutele dei lavoratori; che ignorano i disoccupati e i cassintegrati; che non varano interventi adeguati per lo sviluppo.
Cara Dilemma, quello che dici tu è vero ed è un caposaldo del programma del Partito Democratico. Ne abbiamo parlato tante volte qui nel blog: oltre all’aiuto immediato a chi è in sofferenza per la crisi, dobbiamo pensare a come uscire più forti da questa fase difficile. Le cause che ci hanno portato a questa situazione dovrebbero essere per tutti un monito per intraprendere una via diversa. Il neo liberismo, la deregolamentazione del mercato hanno fallito e in maniera dolorosa per le popolazioni di tutto il mondo. Il mercato ha bisogno di regole che ne limitino le distorsioni, che evitino le eccessive concentrazioni di ricchezza e che scoraggino la speculazione. Dobbiamo inoltre invertire la rotta per non continuare a svilupparci a danno del pianeta in cui viviamo. La sostenibilità dello sviluppo e del benessere dell’umanità è un’esigenza primaria e le soluzioni per raggiungerla non sono più rinviabili. La ricerca sulle energie rinnovabili è il settore su cui bisogna concentrare i maggiori investimenti e le migliori competenze. Le ricadute del settore energetico sono vaste e capillari. Per esempio, tutti i mezzi di trasporto e tutte le forme di climatizzazione contribuiscono all’inquinamento del pianeta se non sono alimentati da energia rinnovabile. Ogni persona deve avere il diritto all’istruzione e alla formazione e poi ad un lavoro dignitoso. Oggi in Italia il 19,7% dei ragazzi – uno su cinque – abbandona lo studio. Con la controriforma della destra nel 2020 non saremo sotto il 10% – come ci chiede l’Unione Europea – ma temo al 30%!
Tutto questo non è l’idea della destra, che in 22 mesi di governo non ha fatto nessun passo per mettere in campo un piano di sviluppo di lungo periodo. Questo significa non curarsi del futuro dell’Italia, oltre che del presente visto che il governo latita anche sul fronte delle misure per l’immediato.
Caro o cara Manu, non ritengo che si tratti di pessimismo ma, purtroppo, di realismo che deriva dalla osservazione quotidiana della realtà.Non ci fa certo piacere, ma guardati intorno: vedi imprese che aprono o che chiudono; giovani che hanno un lavoro di qualità o un destino da precari? Hai mai osservato come ormai si fa la spesa nei supermercati? Certo, lo so bene, c’è anche chi sta meglio, chi è più ricco: in pochi sono molto più ricchi, in tanti sono oggi più poveri di ieri. Non so a lei, ma a me una società così non piace: voglio cercare di cambiarla in meglio. E tantomeno credo che sia questo che tu chiami pessimismo la causa della condizione in cui si trova il nostro paese. Le occasioni di crescita si creano con le politiche di sviluppo, con gli investimenti, premiando chi lavora, si impegna, crea, non le rendite! Il governo della destra non sta seguendo questa strada, si limita a navigare a vista cercando di rimediare in ritardo alle varie emergenze che tutti vedono, se vogliono. Non siamo io e le tantissime persone che dicono cose simili alle mie – anche qui nel blog – a vedere nero. La realtà è che l’Italia è in recessione economica da mesi e mesi, il nostro sistema di piccole e medie imprese – che è un pilastro della nostra economia – è in grande sofferenza e nessuna politica industriale è stata messa in campo dal governo per aiutare le imprese a resistere in questa fase e gettare le basi per un futuro da protagonisti nel mercato mondiale. C’è una grande fetta di italiani, il cosiddetto ceto medio, che vede progressivamente peggiorare la propria condizione economica. Non una o dieci ma molte famiglie si avvicinano alla soglia di povertà. Sono tanti – e in aumento da due anni – quelli che non arrivano a fine mese con lo stipendio. E il governo non ha fatto nulla per aiutarli, ad esempio agendo sulla leva fiscale per dare loro più soldi in busta paga. La ricerca e la formazione sono state duramente colpite dai provvedimenti del governo, che taglia su settori altamente strategici per fare cassa. Aumenta la spesa corrente, anche il personale e le consulenze nei ministeri, non quella per gli investimenti.
MI creda, sarei felice di raccontare un’altra Italia: non è vero quanto dice Berlusconi, e cioè che l’opposizione è disfattista. Noi vogliamo guardare in faccia la realtà, dire la verità agli italiani, avanzare una proposta di governo alternativa a quella della destra, per dare un nuovo slancio al nostro paese. Spero presto di parlare di una realtà con più luci per molti, anziché per pochi, per troppo pochi.
Cara Luisa, non sono d’accordo con lei. La Aubry è stata ministro, è sindaco: in Francia non è una faccia nuova. Ha saputo unire l’opposizione, dare forza a proposte di governo alternative, valorizzare il buon lavoro dei Presidenti di Regione socialisti. La televisione e l’informazione in Francia sono più pluraliste, c’è meno monopolio sotto il controllo della destra. Il Partito Democratico costituisce una grande novità della politica italiana. Per la prima volta nella storia repubblicana, due anni fa è nato un partito che vuole unire i progressisti, tutti i progressisti, in una forza politica. Vogliamo essere la sinistra del XXI secolo, tutelare i lavoratori e i più deboli puntando a uno sviluppo equo e sostenibile, che sappia portare ad una maggiore e più diffusa diffusione del benessere, ridurre la forbice tra le fasce di reddito più alte e quelle più basse.
Il Pd vuole rinnovarsi e ha intrapreso la strada del rinnovamento. A partire dai sindaci, dai governi delle province e delle Regioni, dalle sue direzioni territoriali. Non ho mai creduto nelle doti salvifiche del ricambio generazionale improvvisato, fatto per l’immagine televisiva o per i giornali. Dura lo spazio di un attimo. Un partito cresce se all’esperienza delle generazioni più adulte si unisce la forza di innovazione dei più giovani.
Per tutti vale la prova dell’impegno, della coerenza, dei comportamenti concreti con i nostri ideali, la solidità di tenuta, essenziale per una forza progressista, che non intende solo gestire ma cambiare la società.
Caro Francesco, la tua domanda è comprensibile: dove vivono Sacconi, Tremonti e tutti gli esponenti del governo che continuano a sminuire la gravità della crisi, dopo averla negata a lungo? Per primo il Presidente del Consiglio ci ha sempre raccontato una verità che non esiste: che la crisi non c’era, poi che era lieve e passeggera, infine che era stata superata brillantemente, ora che va meglio che altrove anche se si procede a piccoli passi. La realtà non è quella che ci racconta la propaganda del governo: basta guardarsi attorno e verificare.
I segnali per comprendere quanto l’Italia soffra e regredisca ci sono tutti, ogni giorno e da due anni. Lo dicono le statistiche sull’occupazione, il tasso di disoccupazione che continua a crescere, le tante e disperate manifestazioni di protesta e richiesta di aiuto da parte di migliaia di lavoratori, in tutta Italia. Ancora, chiudono migliaia di imprese, arrancano i liberi professionisti e gli autonomi, il Pil tocca livelli di recessione che non subivamo da tantissimo tempo. L’Ocse dice che l’Italia con Irlanda, Spagna e Polonia uscirà meno ricca da questa crisi. Credo che queste cose le vedano anche gli esponenti del governo, ma evidentemente dicono cose diverse per coprire la loro responsabilità o la loro inadeguatezza: essersi mossi poco e male, aver sprecato risorse che oggi mancano, aver dedicato più tempo ai processi di Berlusconi che al futuro degli italiani.
Caro o cara Mat, sono d’accordo: l’iniziativa dei lavoratori della Vinyls è una bella forma di protesta, di cui tutti avremmo fatto a meno dato che si tratta di un modo per richiamare l’attenzione su un dramma personale e familiare che li accomuna. Ma dato che questa terribile realtà colpisce loro come migliaia di altri lavoratori in tutta l’Italia, questo è un bel modo di rivendicare il diritto al lavoro. Come dici tu, non tutti riescono a capire veramente la situazione di chi perde il proprio lavoro. Non pensare però che sia un limite che accomuna tutti i politici: dipende dalla capacità di ascoltare e dalla volontà di mettercela tutta per risolvere i problemi più importanti delle persone, girare il territorio e vedere l’Italia vera, che lavora, che si impegna e che in questa crisi soffre tanto. La politica deve essere un impegno da assumere con serietà e responsabilità. Chi viene eletto nelle istituzioni deve occuparsi dei problemi e del futuro di tutti. Oggi il primo problema è il lavoro; la sua qualità. Per rendere l’Italia più avanzata e giusta bisogna migliorare istruzione e formazione. E’ un diritto e un dovere dei cittadini partecipare alla vita pubblica, valutare le priorità, le politiche; decidere con il voto la direzione di marcia. Le elezioni regionali di domenica e lunedì sono l’occasione migliore per farlo. Impegniamoci tutti per dare un segnale forte a chi ci governa e prima ancora scegliere buoni governi regionali.
Sinceramente non se ne può più di trovare in giro persone che si lamentano anche duramente di Berlusconi. Nessuno, a stare a sentire i discorsi, lo avrebbe votato. In realtà lo votano e poi vorrebbero che l’opposizione di centrosinistra e prima ancora il Pd – fortemente minoritari in Parlamento – facessero cambiare strada al governo. No, per cambiare strada in democrazia è necessario che chi è opposizione divenga maggioranza.