Dopo la sentenza con cui la Corte Costituzionale ha bocciato il Lodo Alfano, si è scatenata una indegna sequenza di attacchi. Il Presidente del Consiglio e molti esponenti della destra hanno accusato il Presidente della Repubblica di essere un uomo di parte, di non aver convinto la Corte ad approvare il Lodo. Si è detto anche che quella della Corte è stata una sentenza politica, emessa da una maggioranza di giudici di sinistra. Questa irresponsabile aggressione al Presidente Napolitano e alla Corte offende tutti gli italiani. La democrazia si fonda sull’equilibrio e la separazione tra i poteri. Senza un rispetto e una lealtà nei confronti delle istituzioni, con la pretesa di porsi – perché si sono vinte le elezioni politiche – al di sopra delle leggi e della stessa Costituzione, si persegue di fatto una involuzione autoritaria della democrazia.
Oltre al contenuto gravemente offensivo, da quelle dichiarazioni emerge infatti il disprezzo nei confronti delle regole del nostro ordinamento. Il giudizio di legittimità costituzionale delle leggi spetta esclusivamente alla Corte Costituzionale. Il Presidente della Repubblica compie solo una valutazione preliminare, finalizzata a riscontrare eventuali palesi incostituzionalità. Aspettarsi un’opera di convincimento sui giudici costituzionali da parte del Quirinale significa avere una concezione distorta dei rapporti tra i diversi organi della Repubblica. E significa non conoscere il Presidente Napolitano, lo scrupolo e il rigore assoluto con i quali svolge il suo compito di custode della Costituzione e di garante dell’unità nazionale.
La destra italiana e il suo leader sono spesso attraversati da correnti populistiche, che sfidano la democrazia parlamentare. L’opposizione deve difendere senza incertezza le regole e i principi della nostra democrazia. E’ anche così che si restituisce fiducia e speranza nel futuro.
La democrazia ha bisogno di riformare le sue istituzioni, ma in coerenza e non certo contro la Costituzione.
Questo è il compito che spetta al Partito Democratico e che non sembra purtroppo interessare Di Pietro. Il leader dell’Italia dei Valori, di nuovo, negli scorsi giorni, ha dato prova di demagogia irresponsabile attaccando il Presidente Napolitano. Non si rende conto che è l’altra faccia della medaglia del populismo Berlusconiano? Facciamo in modo che i cittadini che guardano al centrosinistra se ne rendano conto.
Sono molto molto pessimista quando sento parlare di riforme costituzionali in Italia. E’ da 20 anni che si parla di riforme, di riduzione del numero dei parlamentari, di superamento del bicameralismo perfetto etc..
Poi cosa accade? Che in Parlamento vengono meno le opportunità di confronto. Il dialogo diventa insulto personale e tutte le buone intenzioni muoiono in pochi minuti.
Cosi i poveri cittadini che pensano come me al futuro del nostro sistema universitario e della ricerca, che pensano al futuro per un lavoro più giusto e con condizioni migliori, che pensano insomma al futuro del Paese, riamngono di volta in volta delusi da questa classe politica. Non è secondo me questione di destra o sinistra: qui servono semplicemente uomini e idee. E nel nostro Paese mancano entrambe le cose, almeno fino ad ora.
Senatore Chiti perdoni la divagazione rispetto al tema molto più alto delle riforme costituzionali, ma ha visto il confronto dei tre candidati su youdem ?
Io sono rimasta molto colpita da Marino che mi è parso il vero futuro, guarda avanti sui diritti civili e sul rinnovamento. A me sembra il vero futuro del partito e vorrei avere un suo parere su Ignazio Marino.
Tutti sanno che il presidente Napolitano è il politico più amato dagli italiani. E questo non dipende dal fatto che è il presidente della Repubblica ma dipende soprattutto dal modo in cui sta ricoprendo questo ruolo. Napolitano è veramente il presidente di tutti perchè si occupa di tutti. Ho moltissimi amici che votano per Berlusconi e stimano molto il presidente Napolitano. Non si capisce però come Berlusconi abbia potuto iniziare questo conflitto con lui. PRorpio lui che tiene molto ai sondaggi dovrebbe sapere che non l’aiuta di certo metterselo contro e con attacchi così stupidi. A parte questo sono molto pessimista sulle riforme. Secondo me non si faranno mai perchè non si riuscirà mai a mettere d’accordo pd e pdl per delle concezioni troppo distanti del modo di fare politica. E forse questo è un bene per il pd perchè da un eventuale accordo con Berlusconi faremmo solo il suo gioco. Noi non dobbiamo avere nulla a che fare con lui. Come dice Franceswchini noi dobbiamo solo pensare ad andare al governo e a fare questa benedetta legge sul conflitto di interessi. Solo dopo questa legge potranno esserci le condizioni per fare le riforme insieme. complimenti per il sito nuovo. Un saluto a tutti.
Sono d’accordo con Max ma aggiungo una cosa. E’ chiaro che a Berlusconi non interessa nulla delle riforme istituzionali. Lui ceerca solo di fare attarverso le riforme i suoi comodi. Da una parte con la riforma della giustizia si risistema i processi del passato che si riapriranno e soprattutto con il controllo del governo sui pm si mette a posto per il futuro. E poi cercherà il presidenzialismo che gli darà più poteri per sentirsi sempre più re. Non possiamo scendere a patti con questa persona. Il Pd non deve prestarsi a questo gioco visto che tutti conoscono a perfezione le mire di Berlusconi.
Dopo quello che hanno fatto al giudice Mesiano, colpevole soltanto di avere nel suo lavoro dovuto giudicare Mediaset, come possiamo fare riforme con questo centrodestra ? L’unica strada è cercare un accordo con Fini sulle riforme.
Un saluto a tutti gli amici del blog, era un pò di tempo che non scrivevo. Ormai siamo allo scontro più duro e io sono perfettamente d’accordo con il messaggio precedente. Non possiamo scendere a patti con questo governo. E’ Fini che dovrà dissociarsi per primo dalle riforme ad personam, e noi come pd non dovremmo nemmeno prendere in considerazione l’ipotesi di renderci complici di questo governo. Siamo tutti Mesiano, tutti con le calze turchesi.
Il Presidente Napolitano in ogni uscita pubblica continua a parlare dell’attacco che ha subito. Il Pd doveva fare di più per difenderlo dagli attacchi di Berlusconi. Non ci dimentichiamo che sul Giornale di Famiglia è in atto una campagna denigratoria nei suoi confronti. E noi dobbiamo fare qualcosa, una manifestazione o un gesto simbolico come quello dei calzini turchesi fatto in solidarietà del giudice Mesiano.
Ora hanno davvero stufato: con quello che hanno fatto al giudice Mesiano si è toccato il fondo. Nessuno si dimentichi che il servizio scandalo di canale 5 è la terza aggressione nel giro di un mese: prima il giornale della famiglia Berlusconi ha fatto dimettere il direttore di Avvwnire, dopo ha minacciato il presidente della Camera di rivelare chissà cosa sul suo conto personale. E ora questa nuova vergognosa aggressione. E la cosa bella è che Capezzone mettee sullo stesso piano questi attacchi con un programma di satira di rai3, come normale risposta di un presidente del consiglio minacciato dai comunisti. Noi dobbiamo alzare la voce su tutto questo. Basta buonismo contro chi minaccia la libertà e la democrazia. Anke io farei una manifestazione a favore di Mesiano e per una magistratura che sia indipendente. Il problema da risolvere è la lunghezza dei processi non certo nell’indipendenza dei giudici.
Ad Ambrosinus: Ciò di cui il nostro Paese ha bisogno è che il Parlamento discuta e approvi, con un largo consenso politico, le riforme istituzionali necessarie e una nuova legge elettorale. E’ chiaro che con un clima come quello che si respira in questo momento sarà molto difficile discutere di riforme. Servirebbe un’atmosfera diversa, superare questo clima di scontro permanente. Senza istituzioni democratiche in grado di far partecipare e decidere con tempestività temi importanti – dalla scuola all’università, dal lavoro al welfare – rischiano di essere affrontati in ritardo e male. Per rinnovare la nostra democrazia parlamentare io ripartirei dalla proposta di legge approvata nella scorsa legislatura senza voti contrari, la “bozza Violante”, che prevede, tra l’altro, la differenziazione del ruolo di Camera e Senato, la riduzione del numero dei parlamentari, la concessione al capo del governo del potere di nomina e di revoca dei ministri, per rendere più forti e stabili i governi parlamentari è opportuno prevedere, come in Germania e in Spagna, la sfiducia costruttiva.
Il nostro paese ha una Carta costituzionale che, lo vediamo ora, è valida e attuale. Il sistema istituzionale che questa ha disegnato, nel rapporto tra esecutivo e Parlamento, è figlio di tempi diversi, nei quali si avevano paure che discendevano dai guasti della dittatura fascista. Il meccanismo del bicameralismo perfetto risponde alla fondamentale volontà di un paese che usciva dagli orrori della dittatura e intendeva evitare il precipizio di scontri frontali incontrollabili. Adesso ci sono altre certezze e altre esigenze e l’Italia ha bisogno di processi decisionali più rapidi. Questo si può ottenere, senza toccare la prima parte della Costituzione e mantenendo saldo il nostro sistema di garanzie, a patto peró che tutti collaborino avendo in testa solo il bene comune e l’interesse del Paese. Come fecero i Costituenti 61 anni fa.
I tre candidati alla Segreteria sono tutte ottime persone, sia dal punto di vista umano che politico. Il candidato che tu preferisci rispetto agli altri due, Ignazio Marino, ha certamente dalla sua la competenza scientifica, la preparazione e la sua esperienza. Io, come ho già detto pubblicamente, alle primarie sosterrò Bersani, prima di tutto perché ha più consapevolezza dellanecessità di cambiare il modello di partito. Ma la cosa a mio avviso più importante e sottovalutata da tutti i giornali è il grandioso meccanismo democratico che si è messo in moto: quasi 500mila persone in tutto il Paese si sono riunite, hanno discusso di politica e hanno votato per un candidato alla segreteria. Mi sembra questa la migliore risposta a chi ritiene che nessuno voglia impegnarsi per il proprio Paese. Adesso, io credo che l’importante sia avere domenica 25 ottobre una grande partecipazione di cittadini. Il mio augurio e il mio impegno è quello che Bersani – avendo avuto il 56% di consenso dagli iscritti – sia votato anche dalla maggioranza dei cittadini. E’ importante costruire una unione, una “condivisione” tra iscritti ed elettori.
Naturalmente, chiunque verrà eletto sarà il nostro segretario. Lo sosterremo con assoluta lealtà.
A Max, Maurizio e Anna: Sono d’accordo con voi su un punto, quello relativo alla volontà da parte del centrodestra di iniziare un dialogo serio. In questo clima, infatti, sembra oggettivamente difficile e complicato avviare una stagione di riforme condivise, che sarebbero invece necessarie al Paese. Noi non vogliamo sottrarci al dialogo con la maggioranza a patto però che ci si confronti su proposte concrete in Parlamento. E questo, a parte i polveroni mediatici, finora non è accaduto. Il problema è che nelle parole di Berlusconi, nei toni usati dal centrodestra e nelle campagne messe in campo dal gruppo mediatico di proprietà del Presidente del Consiglio, più che una voglia di riforme sembra esserci una volontà di delegittimare le istituzioni e di voler mettere in discussione l’autonomia della magistratura. Tutto questo da parte nostra è e sarà sempre assolutamente inaccettabile. Come ho sottolineato in precedenza, nella scorsa legislatura un punto di incontro sulle riforme era stato trovato nella Commissione Affari costituzionali della Camera: perché non ripartire da lì? Il paese ha bisogno della riforma delle istituzioni, ne ha bisogno la democrazia. Compito del Pd allora è quello di sostenere un suo progetto di rinnovamento della democrazia parlamentare, una nuova legge elettorale che consenta a noi cittadini di scegliere non solo le maggioranze di governo ma anche i nostri rappresentanti nella Camera e nel Senato; di trovare un’intesa forte con le opposizioni; di far nascere su di essa un vasto sostegno e consenso popolare. Poi, se quando vi saranno le condizioni si potrà avere un confronto, in Parlamento, con il centrodestra ma decisivo dovrà essere e sarà il merito, i contenuti della riforma. Non potremo che essere rigorosi nel difendere la Costituzione, nel votare proposte e riforme che rappresentino innovazioni ma del tutto coerenti con essa.
Ciao Marco, ciò che è stato fatto al giudice Mesiano è un’opera di intimidazione e di denigrazione che non ha precedenti in Italia. Il servizio andato in onda su Mattino 5 non ha nulla a che fare con il giornalismo. Per quanto riguarda le riforme il Pd non scenderà mai a patti con chi vuole una magistratura sotto il controllo diretto del Governo e del Ministro della Giustizia. Il Partito Democratico difende l’autonomia e l’indipendenza dei magistrati nell’interesse dei cittadini. Noi vogliamo una riforma per processi civili e penali più veloci e su questo restiamo sempre aperti al confronto. Quando Fini dice che larghe maggioranze parlamentari sono indispensabili quando si parla della casa di tutti, cioè delle istituzioni, mi trova perfettamente d’accordo. Se, anche grazie a questa sua sollecitazione, cambierà lo scenario attuale e sarà favorito un dialogo costruttivo sulle riforme e sull’ammodernamento delle istituzioni, il Pd sarà sempre pronto a fare la sua parte. Ma solo per riforme che tutelino l’interesse dei cittadini e il bene dell’Italia.
Una osservazione, per così dire a margine: stimo Fini, ne apprezzo alcune posizioni. Ma non esageriamo come a volte sento fare un po’ ingenuamente: Fini è un leader della destra, non della sinistra. Smarrire la bussola e l’orientamento potrebbe costarci caro domani.
A Vladimiro e Lorenzo: a me pare indiscutibile che il Pd, come partito e in tutte le dichiarazioni di ognuno dei suoi esponenti, abbia difeso il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e respinto con determinazione sia le campagne di stampa che gli attacchi politici che il Premier e altri hanno rivolto direttamente al Capo dello Stato dopo la bocciatura del Lodo Alfano da parte della Corte Costituzionale. Quanto al fare di più credo che si debba sempre stare molto attenti a mantenere la mente fredda. Mi spiego. Sono, come voi, indignato per la spregevole campagna e per gli attacchi fatti alle nostre istituzioni e al Presidente Napolitano, che ne è il supremo garante. Qual è allora la giusta risposta da dare? Io non sono convinto che fare manifestazioni sia la scelta migliore, ora. Manifestare per la democrazia è sempre giusto ma sarebbe forte il rischio di trascinare l’istituzione della Presidenza della Repubblica in una polemica di piazza. E ciò sarebbe sbagliato. Ci sono molti modi per manifestare l’appoggio alle nostre istituzioni. Si può scrivere testimoniando la propria solidarietà al Presidente, anche attraverso il sito internet della Presidenza della Repubblica; si può protestare contro chi lo attacca scrivendo lettere ai giornali; si può telefonare alle tante trasmissioni delle radio pubbliche e private che aprono i microfoni agli ascoltatori. Non ci deve essere sottovalutazione o indifferenza nei confronti di politiche denigratorie, offensive, che portano a svuotare le istituzioni democratiche e a delegittimarle. Ma le risposte devono essere collegate agli obiettivi e alla situazione: non c’è solo e sempre la manifestazione. E poi la Presidenza della Repubblica va difesa dagli attacchi di tutti, non solo di Berlusconi e de Il Giornale. Che dire delle polemiche gravi e di uguale segno populista portate avanti da Di Pietro? A me pare oggettivamente evidente che coloro che, a parole, si descrivono come due acerrimi nemici politici, coincidano nel mancato rispetto istituzionale verso il Presidente della Repubblica e, conoscendo benissimo le prerogative del Presidente della Repubblica fingano di dimenticarle. Sono chiari gli obiettivi, gli interessi, la visione della democrazia che sta dietro agli attacchi di Berlusconi. E Di Pietro? Il problema è, secondo me, che il populismo – un pericolo serio per le democrazie moderne – non alberga soltanto nelle formazioni e nei leader che si dichiarano espressamente di destra.
Grazie della risposta senatore ma io nel manifestare solidarietà in piazza al Presidente della REpubblica intendevo proprio per difenderlo dagli attacchi. Manifestare affetto non significa trascinarlo nella polemica ma solo un segno di attaccamento verso la persona e verso l’istituzione. Poi si doveva fare prima ma io sarei sarei sceso in piazza.