Di: Paolo Mainiero

Un passo avanti importante che toglie ogni alibi a chi aveva legato il Sì al referendum alla modifica dell’Italicum, dice il senatore Vannino Chiti, esponente della minoranza. E spiega: accolte le nostre richieste, “la nuova proposta consente che i cittadini scelgano i propri rappresentanti alla Camera e, aggiungo, anche al Senato”. Chiti, poi, nell’intervista al Mattino, chiarisce: “si voterà nel 2018 e dunque c’è tutto il tempo per modificare la legge elettorale. Peraltro, non è possibile discutere subito la proposta alla Camera perché le opposizioni hanno dato una disponibilità a parlare della legge elettorale solo dopo il referendum”.

Un passo avanti importante che toglie ogni alibi a chi, come Pierluigi Bersani e Roberto Speranza, aveva legato il Sì al referendum alla modifica dell’Italicum. “La proposta della commissione coglie il senso dei dubbi che erano stati sollevati”, dice il senatore del Pd Vannino Chiti, esponente della minoranza.

Senatore, alla fine l’accordo c’è stato.
“Sono molto soddisfatto, ringrazio la commissione che ha svolto un ottimo lavoro e sono grato a tutti coloro, a partire dal vicesegretario Guerini, che si sono impegnati. E’ stata premiata la scelta di Cuperlo di essersi assunto la responsabilità di far parte della commissione”.

Sembrava una missione impossibile, in giro c’era molto scetticismo.
“Sono tra coloro che non votò l’Italicum. Ritenevo un errore il ballottaggio senza la possibilità di fare coalizioni, i capilista bloccati, le candidature multiple. La proposta della commissione supera questi aspetti. Si supera il doppio turno, si esprime la preferenza per i collegi, si introduce il premio di governabilità per cui il partito o la coalizione che vincerà avrà un numero minimo di seggi per governare e non più i 340 seggi che avrebbe avuto oggi con l’Italicum, con o senza ballottaggio. E’ fondamentale, e questa proposta di modifica lo consente, che i cittadini scelgano i propri rappresentanti alla Camera e, aggiungo, anche al Senato”.

Ma il senatore Fornaro, firmatario con lei della proposta di legge per l’elezione dei senatori-consiglieri regionali, proposta adottata dalla commissione, dice che il tempo per le modifiche è scaduto.
Fornaro sbaglia?
“Se in un partito viene meno il senso di fiducia reciproca allora significa che il malessere è grave. La direzione ha assunto una posizione, oggi la commissione fa una proposta che tutti siamo impegnati a portare avanti. Lo scetticismo iniziale, che poteva esserci, è superato”.

Eppure la minoranza sostiene che è troppo tardi per modificare l’Italicum.
“Si voterà nel 2018 e dunque c’è tutto il tempo per modificare la legge elettorale. Peraltro, non è possibile discutere subito la proposta alla Camera perché le opposizioni hanno dato una disponibilità a parlare della legge elettorale solo dopo il referendum. Quanto alla proposta mia e di Fornaro per l’elezione del nuovo Senato non è possibile avviare l’iter perché c’è bisogno che sia fatto il referendum e che il Sì abbia vinto”.
Si aspetta che Bersani e Speranza votino Sì?
“Mi attendo, e spero, che ci sia la presa d’atto che si sta andando nella direzione che essi stessi avevano auspicato. Non capisco e non condivido Speranza quando dice che l’Italicum potrà essere cambiato solo se vince il No. E non condivido che questa posizione sia assunta da chi ha votato la riforma alla Camera. Io al Senato votai la riforma solo dopo che fu modificata, Bersani e Speranza alla Camera l’hanno votata tre volte”.

Lo strappo è insanabile?
“Ci sono le condizioni perché il Pd sia più unito come ci chiede il nostro mondo. Andando in giro si avverte lo sconforto per il fatto che il Pd troppo spesso si presenta diviso”.
Iniziative come la Leopolda favoriscono le divisioni?
“Penso che tutti i momenti di partecipazione che si svolgono nel perimetro del Pd siano positivi e benvenuti. Quello che vorrei è che accanto a questi momenti ci siano iniziative del Pd in quanto tale. Penso, come succede in Gran Bretagna o in Francia, ad appuntamenti programmatici nei quali coinvolgere gli iscritti e i nostri elettori”.

La proposta di modifica dell’Italicum va approvata in Direzione?
“L’importante è il risultato che si è ottenuto, poi spetterà al presidente del partito Orfini convocare o meno e quando la Direzione. La proposta sarà sottoposta all’assemblea dei gruppi parlamentari del Pd e mi auguro che chi non votò l’Italicum riconosca oggi che il lavoro della commissione va nella direzione giusta”.

Forza Italia chiedeva il superamento del ballottaggio. Crede che le modifiche possano essere condivise anche dalle opposizioni?
“E’ difficile interpretare Forza Italia che, ricordo, fu determinante per approvare l’Italicum al Senato dove ventiquattro senatori del Pd votarono contro. Senza il voto di Ncd e, il cui capogruppo era allora Renato Schifani, e di Forza Italia l’Italicum non sarebbe mai passato”.