I dati relativi alla disoccupazione ci dicono che la situazione peggiora e diventa sempre più grave. Secondo quanto rilevato dall’Istat, il tasso di disoccupazione nei primi tre mesi del 2014 è salito al 13,6%, in crescita dello 0,8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. La situazione delle giovani generazioni è ancora più seria: il tasso dei senza lavoro tra i 15 e i 24 anni è al 46%, nel Mezzogiorno addirittura al 60,9%. In termini assoluti, i disoccupati sfiorano i 3,5 milioni.
Si tratta di dati che ci riportano al 1977!
Il lavoro oggi è la priorità assoluta, non una tra le altre. Bisogna destinare ogni sforzo e ogni risorsa per ridare centralità al diritto all’occupazione: uno sviluppo senza nuova occupazione non sarebbe un progresso.
L’altra notizia, che ci riempie di preoccupazione e sdegno, riguarda i casi di corruzione, prima all’Expo di Milano, poi a Venezia. La magistratura deve condurre fino in fondo la sua azione. Noi, come cittadini, dobbiamo chiedere che, se confermati i reati, i responsabili ne rispondano con il massimo di fermezza. La corruzione danneggia l’Italia, quanti sono onesti, e allontana gli investimenti esteri: neanche un euro dei cittadini deve essere sprecato o andare in ruberie.
Bisogna dotarci di leggi adeguate contro corruzione e falso in bilancio: ed è necessario che vengano applicate. Al tempo stesso bisogna che nei partiti politici siano rafforzati valori come la legalità, la trasparenza, il rigore: non sono strumenti arcaici, da ripostiglio, ma almeno per il Pd devono rappresentare la stella polare che guida, orienta e impedisce deviazioni.
Il Piano per il lavoro del governo è un tassello importante, anche se da solo non sufficiente, per creare occupazione: insieme ci vogliono gli investimenti. La legge delega che contiene le linee guida del Piano (Jobs act) deve essere approvata rapidamente in Parlamento e essere concretamente attuata.
Il semestre di presidenza italiana dell’UE sarà anche un’occasione per contribuire a cambiare le politiche in Europa. Il rigore fine a sé stesso ha prodotto un impoverimento generale e la perdita di tanti posti di lavoro. Il Pd lo ha detto con forza: sulla base del grande risultato elettorale ottenuto può e deve chiedere che nell’Unione Europea si cambi rotta, puntando su investimenti, innovazione, sviluppo.