Adesso, purtroppo, le parole ‘deriva’ e ‘baratro’ non sono più un tabù. Il precipitare della crisi finanziaria dell’Italia provoca un allarme che non ha termini di paragone nella storia del dopoguerra, sebbene quelli appena trascorsi siano stati anni difficili, di crisi economica, finanziaria, sociale e culturale.
L’Italia è un paese serio e laborioso, ricco di talento, capacità imprenditoriali, predisposizione al risparmio. La crisi che ci colpisce ha la sua genesi nella “dittatura” della finanza speculativa a livello mondiale, ma è stata aggravata dalle incapacità e dalla sottovalutazione del governo Berlusconi. L’immobilismo che caratterizza il governo di destra è proseguito anche dopo il 5 agosto, quando la Bce ha inviato una lettera in cui si metteva in guardia il nostro paese rispetto alla necessità di assumere provvedimenti urgenti per il risanamento e lo sviluppo. Niente era stato fatto prima, quando si poteva prevenire l’aggravarsi della crisi, mentre dopo ci si è limitati a una manovra volta solo a fare cassa sulla pelle delle categorie più deboli. Allo sviluppo non sono state destinate risorse, mentre sono aumentate le divisioni nella maggioranza di destra e sono apparse irresponsabili le invenzioni di ministri, ad esempio sull’apertura di sedi di ministeri a Monza e altre amenità. Neanche un euro va sprecato e questi continuano con la vecchia propaganda. Ora basta: non si può perdere altro tempo. Berlusconi si faccia da parte nell’interesse del paese. Questa richiesta arriva ormai dai partiti di opposizione e dai principali attori economici e sociali del paese: gli imprenditori, i sindacati, le banche, il mondo delle cooperative.
L’iniziativa del Presidente della Repubblica Napolitano è giusta perché si propone di determinare da parte di tutte le forze politiche una piena assunzione di responsabilità. La situazione è drammatica e questo si impone.
Occorre stare molto attenti, anche noi del Pd, anche ogni forza dell’opposizione: i cittadini sono stanchi, la sfiducia sta colpendo tutti, non solo la maggioranza. Di fronte alla crisi finanziaria, ai sacrifici per il risanamento, al bisogno di lavoro, di cui sono privati milioni di ragazze e ragazzi, le discussioni interne, le polemiche sugli equilibri, i criteri per formare un governo, ancora da conquistare, stanno diventando insopportabili e fanno perdere di credibilità a tutti: a chi non avverte l’esigenza di rinnovamento e a chi scambia il rinnovamento per turn over senza valutazioni di merito. Un partito che ha una funzione nazionale deve sempre saper guardare al paese e parlare al paese: tanto più in una fase difficile come quella che viviamo. Allora il dibattito e i comportamenti devono rispondere in modo coerente ad una parola, chiara e semplice: senso di responsabilità. Altrimenti non ci stupiamo se cresce in modo terribile il partito del non voto e purtroppo dell’indifferenza.
Si ha notizia che il Tesoro sta pensando di fare a meno del sistema bancario per la collocazione dei titoli di stato rivolgendosi direttamente ai risparmiatori attraverso la vendita “on line”. In tal modo si eviterebbe, da parte delle banche italiane ed estere, di sventare il tentativo di concorrenza sleale ed aggiungo il deleterio fenomeno speculativo che si genera con la collocazione sul mercato di titoli in loro possesso, peraltro solo il 18.84% del debito complessivo dello stato, scarsamente remunerativi a vantaggio dei più appetibili titoli ad alto rendimento, generando un fenomeno che si auto alimenta facendo volare lo “spead”, senza pratiche ragioni economiche a livelli inauditi rispetto ai bund tedeschi con l ‘aggravio, nella migliore delle ipotesi, dell’incremento del debito pubblico che ricade esclusivamente sulle spalle degli onesti cittadini e dei risparmiatori. Quindi avanti anche sulla strada del “trading on line”. Però penso che questa misura non sia sufficiente. Noi, se vogliamo bene al nostro Paese dobbiamo fare come in Giappone che avendo un pil di 2.900 miliardi di euro ed un rapporto deficit/pil del 227% riesce a gestire, senza eccessive preoccupazioni, il suo immenso debito pubblico. E come può reggere un sistema finanziario molto peggiore del nostro già pesantemente terremotato? Semplice! Perchè finanziato esclusivamente con i risparmi dei suoi cittadini a tasso zero. E la finanza internazionale non ci prova nemmeno ad entrare in quel sistema perché non dà reddito.
Noi sicuramente stiamo meglio, rispetto al Giappone: il nostro deficit/pil è al 120% e 1900 euro di debito del quale ben il 31,6% generato dai governi Berlusconi e buona parte del restante fu generato dallo stesso blocco politico attuale: i famosi governi del CAF (Craxi, Andreotti, Forlani). Nonostante tutto, resto fiducioso. Abbiamo risorse e dignità per uscire da questo terribile vortice e più prima che poi saremmo chiamati a saldare il conto, tenendo presente che nessuno verrà in nostro soccorso ! Mi permetto di ricordare che nel lontano 1976 in piena crisi economica, il governo Andreotti varò la legge n. 797/76 con la quale a partire dal febbraio ’77 tratteneva il 10% circa del salario e degli stipendi e garantiva il proprio debito con BTP. Perché non ripetere quella positiva esperienza dando come controvalore Btp,non trasferibili, allo stesso tasso d’interesse dei bund tedeschi?
Si potrebbe partire da un reddito familiare annuo netto di 30.000 euro e poi di seguito incrementare progressivamente le aliquote di prelievo. Con questo sistema immediamente si potrebbero rimediare 5 – 6 miliardi al mese e si taglierebbero fuori tutti gli speculatori italiani ed esteri e, le banche tornerebbero a svolgere la funzione esclusiva di raccolta fondi per investimenti e sviluppo. Nel breve termine di 12 mesi si tornerebbe alla normalità senza gravare eccessivamente sui cittadini. Mi chiedo come mai questa soluzione non sia stata nemmeno evocata. Certo che per intraprendere queste misure occorrono credibilità ed autorevolezza che questo governo non ha.
308 volte fuori dalle palle
non fate il solito errore di avere paura di governare, andiamo a votare e cambiamo pagina, cambiamo parlamento, cambiamo tutto. Avete la responsabilità di essere l’alternativa a questo schifo di berlusconi
Caro Lorenzo, qualsiasi mossa che ponga un freno alla speculazione, senza ledere alcun diritto, è utile. La finanza ha bisogno di regole che la riportino alla sua dimensione corretta: uno strumento a disposizione dell’economia e del risparmio, non il motore che tutto muove, anche a discapito della dignità della persona e dell’attività di impresa.
In merito agli strumenti con cui stabilizzare il quadro di finanza pubblica e rendere più sostenibile il nostro debito pubblico, le strade possono essere diverse: è compito dei governi e in particolare di chi ha la responsabilità dell’Economia quello di stabilire la politica più appropriata. Ciò che è importante è l’obiettivo: dare stabilità ai conti pubblici, consentendo all’Italia di rilanciarsi attraverso uno sviluppo nuovo e sostenibile.
Condivido il suo prudente ottimismo: abbiamo i mezzi per risollevarsi con le nostre forze e l’energia che in tante occasioni abbiamo saputo mettere in campo. La condizione di partenza deve essere una guida al governo autorevole. Sotto questo aspetto la svolta impressa con la caduta del governo Berlusconi e l’insediamento di un governo di persone di sicura competenza guidato da Mario Monti è una garanzia.
Caro Ciccio, lei manifesta la sua soddisfazione per la caduta del governo in modo colorito. La notizia importante ad oggi è che finalmente abbiamo un governo che lavora con serietà nell’interesse dell’Italia e degli italiani.
cara Margherita, il Pd è consapevole del suo ruolo di cardine dell’alternativa alla destra che ha governato male l’Italia. La fase di transizione che stiamo vivendo non intacca per nulla la nostra convinzione in un disegno di governo nuovo, fondato su un rilancio complessivo del nostro paese dal punto di vista etico, economico, sociale, culturale. Tuttavia, la drammatica situazione finanziaria che sta vivendo l’Italia, il peggioramento progressivo, ora dopo ora, della situazione cui assistevamo nei giorni in cui veniva meno la fiducia al governo Berlusconi imponevano scelta diversa dall’immediato scioglimento delle Camere. Il presidente Napolitano, con alto senso di responsabilità, ha ritenuto doveroso assegnare l’incarico di formare un governo di responsabilità nazionale, con la massima urgenza, ad una personalità autorevole che, con il consenso di una ampia maggioranza parlamentare, affrontasse l’emergenza e consentisse all’Italia di salvarsi dal tracollo. Alla fine di questa fase di transizione si tornerà a votare e il Pd
presenterà agli italiani un programma politico convincente.