Ascoltando il discorso tenuto da Berlusconi al Senato e alla Camera sembrava di essere non a giugno del 2011, ma esattamente a tre anni fa, all’inizio della legislatura. È inverosimile ascoltare promesse mirabolanti sul fisco, sulla giustizia, sull’ammodernamento delle istituzioni, con addirittura una apertura al dialogo con l’opposizione. Veniamo da tre anni in cui Pdl e Lega si sono distinte per disinteresse verso i problemi e le esigenze dei cittadini, arroganza istituzionale, leggi ad personam, divisioni interne che hanno paralizzato il lavoro di Governo e Parlamento. Oggi, in modo disinvolto, il governo Berlusconi si regge su una maggioranza diversa da quella scelta dagli italiani nel 2008: e buonanotte alle prediche contro i ribaltoni!
Il sistematico ricorso al voto di fiducia e le frequenti occasioni in cui la destra va sotto nelle votazioni in Parlamento dimostrano che questa maggioranza esiste solo sul piano formale e al prezzo di un sostanziale immobilismo dell’attività di governo. Il nostro paese invece ha bisogno di essere governato a tempo pieno attraverso provvedimenti seri ed efficaci. Gli italiani hanno bocciato la destra di Berlusconi&Bossi: lo hanno detto con chiarezza attraverso la “sberla” delle elezioni amministrative e subito dopo con una netta affermazione dei sì contro le politiche del governo nei 4 referendum. Il paese sta arretrando su molti fronti. Per comprendere lo stato di salute e le prospettive dell’Italia è doveroso riflettere su quanto reso noto dal sesto Rapporto della fondazione Migrantes: quattro giovani su dieci sognano di trasferirsi subito all’estero, delusi dallo scarso senso civico, dalla corruzione e dalla crisi economica. È urgente quindi ricostruire un’etica attorno a cui rendere coeso il nostro tessuto sociale; affrontare l’emergenza occupazionale – in particolare per le giovani generazioni -; dare dignità ai lavoratori, facendo dell’occupazione stabile la normalità, come afferma l’Europa; aprire la strada a uno sviluppo nuovo e sostenibile, costruendo un welfare della uguaglianza di opportunità di vita; riformare le nostre istituzioni democratiche e approvare una nuova legge elettorale.
Per la destra italiana, invece, le priorità sono sempre altre. Quando non si tratta di una delle tante leggi ad personam, di stretto interesse del Presidente del Consiglio, si concentrano le energie su questioni irrilevanti o addirittura negative, come l’assurda proposta di moltiplicazione delle sedi dei ministeri, frutto delle smanie della Lega che niente hanno a che vedere con il federalismo, molto con lo spreco delle risorse pubbliche e della cattiva politica.
Martedì alla Camera è andata in scena una tragica commedia: il governo ha prima accolto la mozione delle opposizioni, contrarie a ogni trasferimento dei ministeri, e subito dopo ha fatto proprio il contenuto di un Odg della maggioranza che, per accontentare “le volontà di Pontida”, prevede l’apertura delle sedi periferiche con funzioni di rappresentanza. Nel Pdl tentano di barcamenarsi, consapevoli che l’obbedienza alla Lega è condizione per far tirare a campare il governo. Bossi lo sa bene: utilizza ogni forma di condizionamento, ma i risultati che ne vengono sono briciole di sottogoverno e non riforme utili all’IItalia.
Che miseria. Se non fossero cose serie, parrebbe d’essere alle comiche finali. Pdl e Lega trattano lo Stato e l’Italia come fossero una loro proprietà privata.
Il Partito Democratico è oggi il primo partito nel paese. Questo dato, importante, rappresenta un punto di partenza e non di arrivo: la strada è lunga, i danni prodotti dal berlusconismo sono profondi, abbiamo il dovere di proporre una alternativa di governo credibile e affidabile per restituire agli italiani fiducia e speranza nel futuro.
Nonostante tutto sono fiducioso e fiero di militare in un grande partito che meglio di ogni altro sa interpretare e conciliare le aspettative dell’intero Paese. Certo abbiamo ancora da migliorare, ma sono ottimista! Dobbiamo valorizzare preparare meglio i tanti e bravi giovani parlamentari che partecipano ai dibattiti televisivi in modo da esigere pieno rispetto dall’avversario politico. E’ un lavoro duro e faticoso ma va fatto perchè le sorti politiche passano soprattutto dai dibattiti in TV. Dobbiamo saper comprendere le aspettative del nostro popolo che sono fatte di pace, libertà, eguaglianza, giustizia,solidarietà, partecipazione di onesto lavoro e rispetto dell’ambiente. Gli ultimi risultati elettorali e soprattutto referendari ci dicono che c’è ancora una larga parte della società che crede in questi ideali e dobbiamo farcene carico adottando come strumento di selezione le primarie: mai più candidati nominati dall’alto. Che vergogna vedere questi nostri transumanti eletti nelle nostre fila ed ora pronti a sostenere il nostro avversario di sempre. Facciamo le primarie di collegio, introduciamo la doppia preferenza: una per gli uomini e l’altra per le donne in modo da garantire eguale rappresentanza. Cerchiamo di rivalorizzare l’istituto del referendum eliminando il “quorum”, non dimentichiamolo! Non rientroduciamo il “mattarellum” che torma a dividere il Paese. La nostra Costituzione mal sopporta questi sistemi maggioritari che incoraggiano l’autoritarismo, la prevaricazione e l’arroganza. Penso che sia più giusta una legge elettorale proporzionale che sta sempre più facendo breccia nei diversi schieramenti , magari con soglie di sbarramento. Come vedete abbiamo molto da lavorare, studiare, ma se crediamo al nostro partito, ai nostri uomini con i quali dev ‘esserci un interscambio continuo potremo contribuire in modo significativo a dare alla società italiana un rinnovato senso civico e morale.
chissenefrega di questa che voi chiamate verifica?
dalla verifica a una manovra che sembra il canto del cigno. berlusconi stanno per cacciarlo
Caro Lorenzo, il suo ottimismo e il suo apprezzamento per il ruolo che svolge il Partito Democratico sono un elemento importante. Un grande partito, qual è il Pd, si fonda anche sulla fiducia degli iscritti e dei simpatizzanti. Come dici tu, dobbiamo e possiamo fare meglio. Comprendere le aspettative del nostro popolo, come tu sottolinei, significa avere un contatto stretto e continuo con il territorio, capire quali sono le esigenze quotidiane dei cittadini, quali i problemi di ordine strutturale di cui soffre tutto il sistema paese, e trovare le soluzioni più adatte.
Mai più candidati nominati dall’alto. Sono pienamente d’accordo. Se non si riuscirà ad approvare una nuova legge elettorale dovremo “inventarci” qualcosa per selezionare i nostri candidati alla Camera e al Senato. Anche sui cosiddetti “cambi di casacca” e sulla proliferazione dei gruppi parlamentari dovremo essere più severi, innanzi tutto apportando alcune modifiche ai regolamenti parlamentari: dopo il 2008 i gruppi sono continuati a crescere di numero rispetto alle forze politiche che si erano presentate alle elezioni. Al tempo stesso è cresciuto il fenomeno delle migrazioni non solo interne a maggioranza o opposizione, ma anche di spostamento dall’una all’altra. Questi fenomeni non hanno niente a che vedere con l’esercizio senza vincolo del mandato parlamentare.
Sulle ipotesi tecniche per una nuova legge elettorale penso che ci siano diverse soluzioni positive. Il Pd ne ha una sua che prevede il maggioritario a doppio turno con una quota proporzionale e il cosiddetto “diritto di tribuna” per i partiti più piccoli. Anche altre ipotesi possono essere prese in considerazione a patto che si tengano insieme il diritto per i cittadini di scegliere le maggioranze che devono governarli e i propri rappresentanti in Parlamento.
Certamente il compito del Pd è quello di guidare una riscossa civile, una fase in cui l’etica, le regole, l’equità, l’indissolubilità di diritti e doveri di ogni cittadino ritornino ad essere il centro delle politiche pubbliche. Abbiamo le risorse per farlo e bene.
Caro Salvatore, quella che è stata comunemente chiamata “verifica” era un passaggio parlamentare chiesto dal Presidente della Repubblica per verificare se il governo, nella sua nuova conformazione derivata da alcuni cambiamenti negli incarichi di ministri e sottosegretari avvenuti negli scorsi mesi, avesse ancora il sostegno di una maggioranza parlamentare. Si tratta di verificare se la nostra democrazia funziona a dovere e se chi ci governa ha la legittimità per farlo. Sono passaggi importanti, almeno per chi crede nelle istituzioni, nella Costituzione e nel pieno dispiegarsi delle regole della democrazia.
Caro Matteo, non so cosa accadrà dopo l’approvazione della manovra correttiva. Quel che mi pare chiaro è che un governo attraversato da divisioni, risse e scandali senza sosta non ha la credibilità per guidare l’Italia in una fase tanto critica come quella che stiamo vivendo.