Lite sulla riforma del voto per le europee. Il Prc attacca Franceschini e minaccia: «Così saltano le alleanze locali»

Roma – La distanza tra Berlusconi e Veltroni sulla riforma della legge elettorale per le elezioni europee, dopo il no del segretario del Pd all’ipotesi di introdurre una soglia di sbarramento del 5%, non rassicura la sinistra radicale che vorrebbe cancellarla. E che ora rimette in discussione perfino le alleanze a livello locale per disincentivare lo sbarramento-ghigliottina. L’argomento sarà discusso già domani all’incontro tra Veltroni e il neo coordinatore di Sinistra democratica Claudio Fava. Ad inaspnre il clima però è una frase in cui Dario Franceschini si dice convinto che una soglia di sbarramento possa invece aiutare la sinistra a non dividersi. Va su tutte le furie Paolo Ferrero: «Se proprio vuole fare un favore alla sinistra, la smetta di congiurare con Berlusconi per assassinarci… Così lo scontro sarà durissimo». Rifondazione giudica poi inaccettabile pure l’altra ipotesi — quella proposta anche dal pd Vannino — di una soglia più bassa ma con le circoscrizioni più piccole. «Devastante», dicono a sinistra.
Sull’idea di elevare la soglia di sbarra mento per le elezio ni europee si è abbattuta una bufera dei ‘cespugli’. A destra tuona Storace. A sinistra sono in fermento Rifonda zione Comunista, i Comunisti ita liani.
Carlo Leoni, della Sinistra Demo cratica, minaccia ritorsioni sulle giunte degli enti locali. Vannino vicepresidente del Senato ed ex ministro per i rapporti con il Parlamento, giudica l’ipotesi «sbagliata e inammissibile».

Frutto di esasperazione da batosta elettorale?
«Dopo la sconfitta dura che hanno subito la sinistra radicale e la cosiddetta sinistra arcobaleno, dimostra che si sta perdendo un po’ di equilibrio. Io penso che i cittadini che hanno continuato a votare per la sinistra arcobaleno considerino inammissibile questo modo di ragionare. Sarà bene sgombrare il campo».

In che senso?
«Le giunte locali e regionali si fanno sulle priorità programmatiche non in altro modo».

Quindi sui contenuti?
«Su come si amministra una città sulle priorità, su come si governa una Regione e sulle priorità. Non si fanno con minacce di ritorsioni
di ricatti sulle leggi per le elezio ni politiche o europee. Quando ci rimetteremo le mani, prima del re ferendum del prossimo anno sulle leggi elettorali per le elezioni poli- di maggioranza. Inoltre occorrerà un diverso rapporto fra cittadini ed eletti».

Con quale stru mento?
«Si vedrà se con cir coscrizioni elettorali con meno candidati. Una parte minoritaria vuole il ritorno delle preferenze. Per le elezioni europee mi pare che l’osservazione che ha un fonda mento sia invece quella di Giorda no. Si possono seguire due strade. Si può stabilire che c’è uno sbarra mento del 3 per cento oppure si possono fare collegi più piccoli, modificandone il numero».

Entrando nel dettaglio…
«Ora ci sono i collegi Nord Ovest, Nord Est, Centro Italia, Sud e Isole. Se diventano 10 o 12, di questo si parlava, restando uguale il numero dei parlamenta ri, la soglia di sbarramento si rea lizza di fatto attorno al tre per cen to. Però non si può dire tre e ag giungere tre. Diventerebbe più al ta di quella delle elezioni politi che. Attualmente i parlamentari europei hanno collegi enormi».

Con il collegio più piccolo la preferenza potrebbe essere superata?
«Potrebbe, non è obbligatorio. Se si ritiene, come in genere in Euro pa, che la preferenza non debba esi stere per le controindicazioni che ha, bisogna trovare alternative che possono essere le primarie. Insomma non è possibile far dire ai citta dini in blocco accetto o non accet to. Questo è un aspetto che dobbia mo sciogliere definitivamente».

Ce ne sono altri?
«Se decidiamo per le europee che c’è lo sbarramento del 3 per cento, lo si può far vivere o come sbarra mento nazionale, ossia partecipa alla ripartizione dei seggi chi lo su pera, oppure ci si può arrivare at traverso il percorso di un maggior numero di circoscrizioni. Infine per le politiche, oltre ad affrontare il problema del rapporto fra citta dini ed eletti, il premio di maggio ranza, che esiste solo in Italia, de ve essere superato. Nella Camera nella quale si concentrerà il con trollo del Governo dovrebbe esser ci uno sbarramento del 5 per cen to, mentre nell’altra, che non dà la fiducia all’esecutivo e che ha un maggior rapporto con le autono mie territoriali, si può adottare un sistema proporzionale su base re gionale».

Lorenzo Bianchi