Roma – Ministro Vannino Chiti, come esponente di governo e in particolare come responsabile dei Rapporti con il Parlamento, lei è finito nel mirino dell’opposizione per il ripetuto ricorso al voto di fiducia.
«Va bene, abbiamo posto sette volte la fiducia in due mesi e mezzo, Anche Tabacci, nel suo intervento a nome dell’Udc, ha riconosciuto che decreti e fiducia sono strumenti che il Parlamento può usare… Ma la verità è che è stata l’opposizione a costringerci».

Scusi?
«Sì, ci hanno costretto con il loro ostruzionismo, che colpisce i cittadini prima ancora che la maggioranza. Basta guardare il merito dei provvedimenti che dovevamo approvare e la loro urgenza: si va dalla proroga dei termini di alcuni decreti in scadenza all’organizzazione del governo. E ora anche alla Camera, per la manovra bis…».

Sulla manovra l’opposizione ha presentato molti emendamenti e chiedeva di discuterli.
«Ne ha presentati quasi seicento: il che avrebbe significato mille e dieci ore di dibattito, cioè quarantatré giorni ininterrotti. Se questo non è ostruzionismo, che cos’è?».

E’ nelle regole parlamentari. E anche voi, da minoranza, lo avete usato: una volta avete presentato cinquemila emendamenti.
«E nelle regole, sì. Però una cosa è il confronto, sempre ben accetto e anche auspicabile, se misurato nel tempo; altro, invece, il tentativo di impedire al governo di governare. L’opposizione può criticare, denunciare, fare proposte alternative, ma non può pretendere che tali proposte vengano sempre accolte, anche se non sono in linea con il programma della maggioranza».

Andrebbe cambiato il regolamento parlamentare per limitare l’ostruzionismo? L’altra volta che siete stati al governo avete già operato in questo senso.
«In effetti, in Parlamento se ne parla sempre di più».

Quando la Cdl ricorreva alla fiducia, parlavate di «insulto alla democrazia», «disprezzo per il Parlamento»,«colpo di mano»…
«Hanno usato questo strumento quarantasei volte in cinque anni. Ma su infrastrutture, spesa sanitaria, scudo fiscale, cartolarizzazione, previdenza, ordinamento giudiziario, risparmio, e tre volte sulla Finanziaria… C’è differenza».

Ma c’è un problema di numeri della vostra maggioranza: sull’Afghanistan, per esempio la fiducia vi ha evitato di cadere.
«Sì, in quel caso è stata dovuta. Però anche lì: quando eravamo opposizione abbiamo votato a favore della Costituzione europea senza sfidare il centrodestra. Invece loro hanno parlato di nostre dimissioni…».

Ancora colpa dell’opposizione. Eppure Napolitano ha espresso «rammarico» per questa nuova fiducia…
«E’ giusto che il presidente della Repubblica auspichi un confronto parlamentare serio. Condivido. E mi rammarico anch’io per l’ostruzionismo della destra».

…e Prodi si è scusato. Anche i vostri, poi, chiedono rapporti più stretti fra esecutivo e gruppi parlamentari.
«Prodi ha ringraziato i suoi parlamentari per l’impegno e si è scusato per l’ingorgo parlamentare che ha determinato la fretta e la blindatura: in poche settimane abbiamo avuto le elezioni delle prime cariche istituzionali, il referendum, le cariche di Corte Costituzionale e Csm, l’indulto… Adesso, sì, serve più confronto. Dialogo, non ostruzionismo, che è solo frutto di divisioni nella destra e di un preciso disegno politico di Berlusconi».

In che senso?
«Sulle liberalizzazioni, l’Udc è ben diversa da An, Lega e Forza Italia; e anche il Nuovo Psi cerca un rapporto diverso. Berlusconi poi parla di larghe intese, ma spera solo di far cadere rapidamente il governo, perché solo così può pensare di andare a nuove elezioni restando il leader dello schieramento. Ma non succederà: e, dopo la Finanziaria, cambieranno molte cose nella Cdl».

Che cosa succederà con la Finanziaria?
«Il governo la costruirà con le parti sociali e con le regioni e le autonomie locali; poi ci confronteremo con l’opposizione, o anche solo con chi vorrà smarcarsi. Non vogliamo porre la fiducia, ma quel che è certo è che non andremo all’esercizio provvisorio. Comunque credo che Udc e Npsi non seguirebbero un atteggiamento ostruzionista».

Martedì ha ringraziato l’Udc per non aver abbandonato l’aula di Montecitorio; ora seguita a citare l’Udc e il Npsi: è già avviato l’allargamento della maggioranza?
«Noi non ci scegliamo gli interlocutori. Però, sia nel modo di stare in Parlamento sia nel rispetto e nel merito di tante questioni, loro sono diversi dagli altri. Anche sul modello tedesco di federalismo, sistema elettorale e forma di governo sono vicini al centrosinistra…».

Daria Gorodisky