Chiti, coordinatore della segreteria ds: “Non si va avanti con improvvisazioni”

“Se nasce una sua lista non è più il leader di tutti”

Manifesto entro il 2007, poi i congressi delle singole formazioni. E il partito dei democratici e dei riformisti ci sarà per le Europee
Non voglio leggere le parole di Prodi come un ultimatum, ma come una sollecitazione a una campagna elettorale unitaria

LAVINIA RIVARA
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ROMA – Dice che no, i Ds non sapevano nulla del nuovo intervento del Professore sul partito democratico. Dice anche che non vuole leggerlo come un aut-aut, ma come una «sollecitazione». Però avverte: se dovesse nascere una lista Prodi, lui «non potrebbe più essere il leader di riferimento delle Ulivo» e quindi del partito democratico. E´ un no senza incertezze all´accelerata del Professore quello di Vannino Chiti, coordinatore della segreteria della Quercia, . A partire dalla lista unitaria al Senato. Perché se si ha l´ambizione di costruire un grande partito, «che non duri solo qualche anno», non si va avanti «con improvvisazioni». E probabilmente bisognerà attendere le elezioni europee del 2009 per vederlo debuttare.
Onorevole Chiti, Romano Prodi vuole costruire “subito e ovunque” il partito democratico. E sembra insistere sulla lista unitaria dell´Ulivo anche al Senato.
«A undici settimane dal voto non si può riaprire un dibattito che i cittadini non capirebbero. Abbiamo deciso di fare la lista dell´Ulivo alla Camera e non al Senato perché la nuova legge elettorale, prevedendo a palazzo Madama un premio di maggioranza su base regionale, esige, per vincere le elezioni, la presentazione di molte liste. Tanto che io stesso ho chiesto a Verdi, Pdci e Di Pietro di andare separati nelle regioni più a rischio. Perché serve per vincere. E poi i partiti hanno degli organismi che hanno deciso democraticamente: non possiamo cambiare idea ogni settimana».
Scusi ma si suppone che tutte queste cose Prodi le conosca bene. Eppure, in un momento in cui voi siete sotto attacco, rilancia e pone un ultimatum a Ds e Margherita. Che rispondono, all´unisono, con un secco no. Siamo ad un nuovo scontro?
«Non voglio leggere le parole di Prodi come un ultimatum, ma come una sollecitazione per una campagna elettorale in cui prevalga il momento unitario e non la competizione tra partiti, e perché la prospettiva del partito democratico non si fermi a Ds e Margherita ma si allarghi ad altre forze. Quanto alla vicenda Unipol non deve essere motivo né per frenare, né per accelerare il progetto comune».
Ma il Professore sembra minacciare la nascita di una sua lista se il suo appello non sarà raccolto.
«A queste elezioni il centrosinistra si presenta con tre novità. Innanzitutto le primarie, grazie alle quali Prodi non è più l´amministratore del condominio ma il candidato della coalizione alla presidenza del Consiglio. In secondo luogo il Professore è anche il leader principale di quelle forze che si chiamano oggi Ulivo e che vogliono costruire domani il partito democratico. La terza novità è che il centrosinistra è tutto unito. La nascita di una lista separata di Prodi farebbe venir meno il secondo elemento: lui non sarebbe più il leader di riferimento del più grande schieramento del centrosinistra. Dunque se qualcuno pensasse ad una iniziativa simile, credo che il primo ad infuriarsi sarebbe proprio Prodi. Noi lavoriamo per unire, e un´operazione così non può essere scambiata con un lista minore».
Secondo molti però, e Prodi sembra tra questi, l´operazione sta andando avanti troppo lentamente…
«Abbiamo preso tutti insieme delle decisioni, scadenzando anche i tempi. Ora la presentazione della lista dell´Ulivo alla Camera, dopo il voto la costruzione di gruppi unici in Parlamento; entro i primi del 2007 il manifesto del nuovo soggetto, sul quale i partiti dovranno pronunciarsi con i loro congressi, per aprire la fase costituente. Che potrà durare, diciamo, 12 mesi? Ecco, allora il partito dei democratici e dei riformisti ci sarà per le europee».