Apc-UNIPOL/ CHITI DA’ VOCE A DS ANTI-OPA. SALE TENSIONE CON DALEMIANI
Nel partito emerge l’invito a Fassino per una svolta

Roma, 2 gen. (Apcom) – L’insofferenza di molti ‘fassiniani’ verso
tutta l’operazione Unipol-Bnl covava da giorni, aumentava ad ogni
nuova intercettazione pubblicata sui giornali, ad ogni nuovo
conto corrente di Consorte scoperto dai magistrati. Ma se fino ad
ora si trattava di accenni, di sussurri, oggi il numero due del
partito Vannino Chiti ha rotto gli indugi e, intervistato da
Repubblica, ha detto, sia pure a titolo ‘personale’, “quello che
molti di noi pensano”, come spiega uno degli uomini dell’area del
segretario: è stato uno sbaglio “fare il tifo” per l’opa, un
partito non dovrebbe “schierarsi in queste vicende” ed è ora di
cambiare rotta.

Parole che irritano i dalemiani, almeno quelli della cerchia più
stretta, convinti che non ci sia nessuna autocritica da fare.
Qualcuno di loro cede al sarcasmo, sottolineando le nuove
intercettazioni di telefonate tra Fassino e Consorte pubblicate
dal Giornale: “Forse Chiti ce l’aveva con Fassino, a giudicare da
quello che è apparso sul Giornale”.

Chiti sottolinea di parlare a “titolo personale”, ma tutti nel
partito si dicono certi che “difficilmente il numero due della
Quercia parla senza sentire il segretario”. Magari, aggiunge,
qualcuno, può avere un po’ “forzato la mano” per spingere Fassino
alla ‘svolta’. “Diciamo che quello di Chiti è il pensiero di
Fassino all’85% per cento – spiega un esponente Ds vicino al
segretario – e che il 15% che manca è rappresentato
dall’imbarazzo di Fassino”. Insomma nel partito più d’uno pensa
che in questa vicenda il segretario “abbia fatto qualche
telefonata di troppo” e che oggi sia in difficoltà a fare
autocritica.

“Lui è si è esposto molto – prosegue un membro della segreteria
– diciamo anche troppo. Ora è in imbarazzo a sfilarsi, anche
perché D’Alema e i suoi spingono per una linea impostata sulla
denuncia del ‘complotto’ contro i Ds…”. Sul caso Unipol infatti
si potrebbe produrre una frattura tra il segretario e il
presidente della Quercia. A mezza bocca qualcuno racconta anche
che oggi “gli uomini vicini a D’Alema abbiano fatto pressioni su
Fassino perché smentisse Chiti”. Ma la smentita non c’è stata e
ora il segretario dovrà fare i conti con una grossa parte del
partito che mal sopporta certe “insistenti e troppo numerose
telefonate fatte da alcuni autorevoli dirigenti della Quercia
all’indirizzo di Consorte”
Roma, 2 gen. (Apcom) – Chi è molto vicino a Chiti e ne condivide
la posizione di ‘rottura’ garantisce anche che Fassino non lo
smentirà come si intuisce dalle parole di un altro membro della
segreteria vicina a Fassino, Marina Sereni, “Personalmente
condivido dall’inizio alla fine le parole di Chiti. Mi pare che
quella di Chiti sia l’espressione di una riflessione personale –
osserva Sereni -, ma credo sia decisamente condivisa da tutta la
segreteria e coerente con le cose dette fin’ora. La nostra è
stata la reazione alle posizioni esterne di chi minava la
legittimità dell’operazione, forse nel tentativo di affermare un
principio abbiamo anche dato un giudizio di merito”.

Di sicuro, è il ragionamento, l’intervista di Chiti offre a
Fassino la possibilità di svoltare. “Deve decidere lui da che
parte far pendere la bilancia, se continuare come fatto fino ad
ora o cambiare rotta. Non deve mica fare ‘mea culpa’, basta che
non smentisca il Chiti di oggi”. Secondo Peppino Caldarola
“l’intervista di Chiti può essere il primo passo verso una
revisione nella linea del partito”. Parere positivo esprime anche
Lucà: “Ha ragione Chiti, sono senz’altro d’accordo sulla
necessità che i partiti in quanto tali evitino prevaricazioni.
Non si può pretendere che la politica non esprima il proprio
punto di vista, ma senza ‘incursioni’, senza ‘sovrapposizioni'”.
Dunque bisogna cambiare rotta rispetto all’estate scorsa: “Non
c’è da cambiare rotta, c’è l’esigenza di un dibattito sul
rapporto tra politica ed economia, su una nuova etica pubblica”.

Anche alcuni degli uomini spesso vicini al presidente Ds,
condividono Chiti, ma sono i ‘battitori liberi’. Giuseppe
Caldarola si dice “Sono completamente d’accordo con Chiti, la
considero una linea utile”. Nicola Rossi afferma di “condividere
le osservazioni di Chiti”, aggiungendo però che sarebbe sbagliato
“leggerle solo riferite ai Ds: è un invito all’intera classe
politica a stare nei suoi confini, invito rivolto anche a chi ha
ftto il tifo ‘contro’ l’opa”. Quindi ricorda: “Anche io
quest’estate ho detto che serviva un maggior distacco”.

Rossi, invece, non apprezza la teoria dell’ ‘attacco mediatico’ a
cui sarebbero sottoposti i Ds secondo gli uomini vicini a
D’Alema. “Non è bello che siano pubblicate intercettazioni che
dovrebbero per legge essere protette, e su questo si può fare una
battaglia. Ma non credo agli attacchi né ai complotti e,
comunque, ciò non toglie che si possa anche dire che la politica,
tutta, deve lasciare la parola al mercato”. Sulle intercettazioni
è intervenuto oggi il portavoce di Fassino per denunciare la
“grave aggressione” da parte del Giornale di proprietà della
famiglia Berlusconi. Enrico Morando, dell’ala liberal del
partito, critico della prima ora sia sul ruolo di Antonio Fazio
che sulle scalate di Consorte è un altro dei sostenitori di
Chiti: “Registro positivamente un mutamento progressivo della
linea del partito” dice lamentando però l’assenza fin’ora di una
discussione vera dento il partito.

In realtà, proprio qui si misurano le diverse linee presenti nel
partito. Gli uomini vicini a D’Alema, infatti, insistono molto
nel sottolineare le nuove intercettazioni telefoniche e spiegano
che “è secondaria questa discussione (aperta da Chiti, ndr). Ci
mettiamo a dibattere di questo mentre accadono fatti di gravità
inaudita come la violazione clamorosa della legge?”. C’è la
sensazione dell’assedio, almeno mediatico, e la convinzione che
il partito debba fare quadrato per reagire agli attacchi. In ogni
caso, nessuno dei ‘dalemiani’ accetta di parlare: il presidente
dei senatori, Gavino Angius, si limita a rispondere “no comment”
a chi gli chiede di esprimere un giudizio sull’intervista di
Fassino.

Di sicuro da oggi si apre una nuova fase ‘dialettica’ nei Ds che
avrà modo di esprimersi nella direzione nazionale dell’11
gennaio. In quella sede avverrà un primo confronto tra le anime
della Quercia. La direzione nazionale sarà comunque preceduta da
una segreteria e da un’assemblea dei segretari regionali. A
questi ultimi, che con ogni probabilità esprimeranno il
sentimento di una base fortemente preoccupata per l’andamento
della vicenda Unipol, Fassino dovrà chiarire il cambiamento di
rotta del partito quello che Chiti ha oggi probabilmente
anticipato.