di Mario Lancisi

FIRENZE. «Se vinceremo le elezioni l’Unione deve impegnarsi a fare approvare una legge per l’istituzione delle primarie per la scelta dei candidati alla presidenza del Consiglio, di regioni, province e comuni». Lo sostiene Vannino Chiti, coordinatore della segreteria dei Ds e presidente dell’ufficio per le primarie dell’Unione. «Se c’è stato questo straordinario risultato alle primarie il merito è anche della saggezza e autorevolezza con cui Vannino ha diretto la fase organizzativa», è il succo dell’elogio che Piero Fassino, aprendo ieri mattina i lavori della segreteria diessina, ha rivolto a Chiti. L’uomo che ha gestito la macchina delle primarie. Due mesi di intenso lavoro, di scontri e difficoltà (le vedremo). Finiti in brindisi e ringraziamenti. «Mi hanno telefonato e mandato sms di ringraziamento in tanti. Gli unici che non si sono fatti vivi sono stati Mastella e la Panzino», racconta Chiti. L’abbraccio più caloroso è stato quello di Romano Prodi, domenica sera, ore 23,10: «Eravamo ancora a 2milioni di votanti. Romano mi è venuto incontro e mi ha abbracciato forte. Poi lunedì mi ha voluto alla sua destra nella conferenza stampa», racconta Chiti.
Quali sono state le difficoltà più grandi che ha incontrato nell’organizzazione delle primarie?
«Almeno tre. La prima è stata la decisione di far votare gli immigrati. Era la prima volta e la questione ha presentato non poche difficoltà. Alla fine il risultato è stato straordinario perché si sono recati ai seggi oltre 40mila stranieri».
Seconda?
«La scelta dei seggi. Mastella ha puntato i piedi perché ne voleva solo 1750. Dopo una lunga e paziente mediazione siamo riusciti ad arrivare a 9732 seggi più i 170 all’estero. Lascio immaginare cosa sarebbe successo domenica se i seggi fossero stati solo quelli che voleva Mastella».
Mastella ha parlato di brogli.
«Faccio notare che su oltre 4milioni di votanti alle primarie, le schede contestate sono state solo 48 e Mastella è arrivato terzo, per i molti consensi in alcune regioni del Sud ».
Ha detto che sporgerà querela contro il leader dell’Udeur. Manterrà la minaccia?
«Guardi, sul piano politico accetto tutte le critiche, sull’onore no. Però Clemente dopo il bel risultato riportato non ha ripetuto le accuse per cui non ce ne è bisogno. Del resto domenica più di 4 milioni di cittadini gli hanno dato una risposta inequivocabile. Ha ragione Prodi: Mastella è maestro del teatro delle sceneggiate».
Terza difficoltà?
«La decisione di imporre per ogni votante l’esbizione della scheda elettorale. C’era chi voleva che si apponesse sulla mano dell’elettore un timbro indelebile per 24 ore….».
Gli outsider Simona Panzino e Ivan Scalfarotto l’hanno fatta tribolare?
«La Panzino ha sottoscritto la carte delle regole e dei valori dell’Unione ma poi con il suo movimento ha assunto forme di iniziative offensive, come l’occupazione della sede dell’Unione. Però alcuni dei problemi che ha posto – carceri, casa, tossicodipendenze, ad esempio – sono seri e l’Unione li deve fare propri. In ogni caso forse è stato utile che abbia partecipato alle primarie. Qualche seme di democrazia resterà e potrà germogliare».
E Scalfarotto?
«Con lui non ho avuto alcun problema. Anzi l’ho molto apprezzato per il grande coraggio, la freschezza e la serietà con cui ha portato avanti la sua candidatura e il suo programma».
Può essere una risorsa per l’Unione?
«Lo è già. Si tratta di vedere fra qualche mese come potrà essere meglio valorizzata. E’ una voce significativa e molto dignitosa dell’Unione».
Lei dice: e ora primarie per legge. C’è chi pensa che con le primarie potrebbero essere scelti i candidati alle politiche. Cosa ne pensa?
«Le primarie funzionano, come è stato nell’esperienza toscana, se riguardano piccoli collegi. Ma con la legge elettorale voluta dal centrodestra i collegi sono su base regionale e quindi vedo difficile immaginare le primarie per 38 candidati. Ecco perché, una volta al governo, dobbiamo rivedere questa legge. Io sono per un sistema maggioritario a doppio turno. Allora anche le primarie saranno possibili».
Bertinotti chiede le primarie anche per la definizione dei programmi.
«L’Unione ha già deciso di tenere assemblee regionali sul programma in cui saranno avanzate valutazioni e proposte. I risultati confluiranno poi in un’assemblea nazionale. Mi sembra questa una strada più realistica e efficace per coinvolgere il popolo dell’Unione nella scelta del programma».
Via libera alla lista dell’Ulivo?
«Prodi è stato chiaro: no a liste personali e sì all’Ulivo. I Ds sono d’accordo e anche la Margherita ci sta ripensando per cui mi pare che esistano le condizioni politiche perché la lista dell’Ulivo si possa presentare alle prossime elezioni, almeno in uno dei due rami del parlamento e faremo gruppi federati sia alla Camera che al Senato.

Vannino Chiti