FIRENZE. «Come già avviene per gli eurostar la Regione imponga, nel contratto con Trenitalia, il rimborso dei biglietti anche nei ritardi dei treni locali. Se ad esempio un treno ritarda di 15 minuti Trenitalia deve impegnarsi a rimborsare parte del biglietto».
E’ quanto propone Vannino Chiti, ex presidente della Regione Toscana e attuale coordinatore della segreteria nazionale dei Ds, che nell’ottobre del 2003 scrisse un articolo sull’Unità per raccontare la sua odissea dei pendolari da Pistoia a Firenze, treno delle 6,40: sovraffollamento, finestrini aperti d’inverno, ritardi, carrozze chiuse. Dopo un anno la situazione è cambiata?
«In parte sì. Ma la mia denuncia riguardava in generale il servizio di Trenitalia: ritardi, riduzione del personale, scarsa manutenzione. Ponevo insomma un problema generale».
Polemizzò anche con la Regione?
«No, nessuna polemica ma solo l’invito a stabilire un rapporto costante e positivo con i cittadini, dando incisività alle sue competenze».
E’ stato ascoltato?
«Basta andare nel Lazio, dove i pendolari sono lasciati a se stessi, per capire lo sforzo profuso dalla Regione Toscana. Nel mirino della mia denuncia ci sono il governo, che ha ridotto drasticamente i finanziamenti per le ferrovie, e Trenitalia».
La sua ricetta?
«Più soldi e più concorrenza».
Si spieghi meglio.
«E’ necessario che le regioni tutte rivendichino un maggiore sforzo finanziario da parte del governo. Il problema del trasporto ferroviario e in particolare il disservizio delle ferrovie regionali deve diventare una vertenza nazionale».
E la concorrenza?
«Dopodiché bisogna incalzare Trenitalia. Le multe non bastano. Bisogna pretendere, intanto, il rimborso dei biglietti in caso di ritardo del treno. E, in secondo luogo, è necessario lavorare per creare le condizioni che consentano una vera concorrenza nel mercato delle società che gestiscono il servizio ferroviario in maniera che, se Trenitalia non dà le opportune garanzie, la Regione possa rivolgersi ad altre società».
C’è chi obietta che da noi il treno costa poco.
«Questo è vero. Però recentemente sono andato in Svezia e dall’aeroporto a Stoccolma ho pagato un biglietto più caro che da noi. Però lì funziona così: se un treno ritarda di due minuti il passeggero viaggia gratis. Non dico di mettere la norma di due minuti, ma certamente bisogna tutelare e far contare di più i cittadini».