Sullo Ius soli non accetto lezioni. Mi sono battuto in Senato e non solo, ho anche aderito allo sciopero della fame: andava approvato a giugno. Temi così importanti non si approvano il 23 dicembre in tre ore. Sabato scorso era visibile l’assenza del numero legale in aula, a prescindere dal Pd. Vista la situazione ho scelto di prendere parte a un impegno istituzionale a Pistoia. 

Se si vuole davvero votare lo Ius soli, se per quanto deciso nella conferenza dei capigruppo non si può anticipare a ‪martedì 2 gennaio‬ la convocazione del Senato, il 9 il governo metta la fiducia. Lo ha fatto – secondo me in modo sbagliato – sulla legge elettorale alla Camera e al Senato, può farlo ora su un provvedimento di civiltà. Se non ci fossero le condizioni per porla – ma voglio pensare che i nostri alleati nel governo Alfano, Lorenzin e Galletti non avrebbero obiezioni – o non avessimo i numeri per votarla, si proceda in via ordinaria, chiedendo al Presidente della Repubblica di sciogliere le Camere ‪il 14 gennaio‬. Si potrà ugualmente votare ‪il 4 marzo‬. Sono sempre disponibile alle battaglie per le cause giuste come lo ius soli, non alle finzioni.

È stato di certo un errore aver messo lo ius soli in coda al calendario, di fatto a tempo scaduto, dopo due anni che era al Senato. La responsabilità politica più grande è in ogni caso quella delle destre, compreso chi – come Lupi e i suoi – essendo stati nella maggioranza di governo, l’avevano approvato alla Camera e si sono poi messi di traverso al Senato. Ancor più di Lega e Movimento 5 Stelle che si sono fatti un vanto dell’aver impedito che giungesse in porto una legge di civiltà. Una legge che riconosce semplicemente a 800.000 bambini e ragazzi italiani, che frequentano le scuole italiane, di essere riconosciuti come italiani.