Nelle cronache politiche emerge una nuova ipotesi di legge elettorale: non più impostata su un maggioritario ragionevole, ma su un impianto proporzionale, con una soglia di sbarramento al 5%. È questa la differenza tra le due ipotesi: la proposta del Pd e il finto sistema tedesco suggerito da Berlusconi. A mio avviso sarebbe un passo indietro. Il testo avanzato dal Pd prevede l’elezione diretta di metà parlamentari in collegi uninominali e quindi un meccanismo maggioritario; l’altra metà con il proporzionale e liste di candidati molto corte. Sarebbe una buona legge, anche se servono delle modifiche importanti, su cui tornerò a breve. La quota maggioritaria favorisce la governabilità, i collegi e la parte proporzionale assicurano la rappresentanza della volontà dei cittadini.
La proposta avanzata da Berlusconi prevede invece una distribuzione dei seggi meramente proporzionale, al di là del fatto che una parte o tutti i candidati siano presentati in collegi uninominali. L’esito di una legge assolutamente proporzionale sarebbe quello di non poter formare governi stabili, di dover tentare ancora una volta coalizioni con la destra, di privare i cittadini della conoscenza delle alleanze prima del voto. Non è irrilevante neppure la sgradevolezza dello scambio propostoci: legge elettorale proporzionale e voto a settembre. Attenzione: come si dice, se è utile, si può votare prima della scadenza. Non dando però al nostro governo un orizzonte certo, si sta vivendo non di priorità da noi scelte, ma di quotidianità e di emergenze. Un modo, secondo me, per prepararsi a probabili sconfitte.
Cercherei per la legge elettorale di andare avanti con la nostra proposta, ragionando su modifiche necessarie e confrontandoci su queste con tutti i gruppi. A mio avviso ad esempio, è giusto stabilire che le alleanze nei collegi non possono essere variabili: devono essere costruite a livello nazionale, con la possibilità di realizzare intese regionali con forze di centrosinistra di carattere territoriale; allo stesso modo, sarebbe un bel passo avanti nei rapporti con i cittadini inserire in legge le primarie per selezionare i candidati nelle piccole liste del proporzionale. Lavorando in Parlamento con serietà e coerenza possiamo raggiungere un buon risultato. Naturalmente avendo chiaro che le leggi elettorali non sono identiche e non si può saltare disinvoltamente dall’una all’altra.